Valencia (Spagna): okupa, sgombero e morte

Nella notte tra venerdì 15 e 16 ottobre, i compagni del movimiento okupa di Valencia (Spagna!!!!), in risposta auno sgombero avvenuto due giorni prima, hanno occupato un ex cinema (teatro princesa) nel centro della città, abbandonato da diversi anni. Circa un’ora dopo, è arrivata la prima pattuglia della polizia, sono cominciati gli scontri e hanno cominciato ad arrivare altre pattuglie e i celerini in assetto antisommossa che hanno immediatamente preso a lanciare proiettili di gomma e candelotti fumogeni all’interno del locale occupato. Al buio,, nel tentativo di sfuggire all’aggressione degli agenti, José Luis ,uno dei compagni che si trovavano all’interno è scivolato dal palco ed caduto battendo violentemente la testa, per cui ha perso i sensi. A quel punto gli okupas hanno tolto le barricate e chiesto ai poliziottidi chiamare un’ambulanza perché c’era un ferito grave. E’ dapprima entrato un agente per verificare l’accaduto che ha poi dovuto aspettare l’arrivo di un superiore a comprovare lo stato del ferito e che desse infine l’ok per chiamare i soccorsi. L’atteggiamento criminale delle forze dell’ordine ha fatto sì che l’ambulanza arrivasse dopo oltre mezz’ora dall’incidente. Il compagno José Luis è arrivato in ospadale in come e domenica mattina è morto. nel frattempo erano stati arrestati i 52 che erano all’interno del teatro princesa che hanno anche subito pestaggi, insulti e maltrattamenti di ogni tipo. Ci sono stati mobilitazioni e presidi fino al loro rilascio e poi una manifestazione cittadina, il sabato successivo, 22 ottobre. Di questi incidenti, del movimiento okupa e più in generale della situazione sociale spagnola, abbiamo parlato con Tina e in particolare con Manolo un compagno di Radio Klara libre y libertaria di Valencia.

-Bene, Manolo, sappiamo già come sono andati i fatti dell’occupazione del Teatro princesa che si è conclusa con la morte di José Luis in seguito al brutale tentativo di sgomebero da parte della polizia. Vorremmo adesso sapere da te se c’è stata denuncia penale delle violenze della polizia e per il ritardo con cui è stata fatta arrivare l’ambulanza. Ci sono stati reazioni più in generale?

Sabato scorso, 22 ottobre, c’è stata qui a valencia una manifestazione indetta dal movimento okupa alla quale hanno partecipato oltre 2000 persone per dimostrare la loro disapprovazione nei confronti della brutalità della polizia negli avvenimenti del teatro princesa di valencia. Sappiamo inoltre che alcuni degli occupanti e delle persone arrestate, che sono state in totale 52, hanno presentato denuncia non solo per il ritardo con cui è stata fatta arrivare l’ambulanza che doveva soccorrere il compagno José Luis ma anche per i maltrattamenti a cui sono stati sottoposti nel commissariato di polizia che è arrivata perfino a fare ritardare l’arrivo i medicinali di cui necessitava una delle persone fermate, che soffre di diabete, medicine che doveva prendere ogni certo numero di ore o di un medico che potesse dargliele durante la permanenza nelle celle della questura provinciale di valencia. Ovvero non c’è stata solo la brutalità dello sgombero a causa della quale c’è stata la caduta di José Luis, il ritardo di oltre mezz’ora nell’arrivo dell’ambulanza ma anche il maltrattamento nei confronti di queste 52 persone nel commissariato. In celle fatte per 2 persone, ne sono state messe 7 o 8. Non li si lasciava andare al bagno e non gli si è stato dato da mangiare, c’è stato anche maltrattamento psicologico. Contro tutto questo sarà presentata denuncia.

Quali sono state le reazioni politiche e l’atteggiamento della stampa rispetto a queto fatto? Sappiamo che il movimento okupa è stato messo in relazione con l’organizzazione giovanile basca Jarrai collegata a loro dire con la lotta armata e di conseguenza c’è un ulteriore tentativo di criminalizzazione del movimento okupa…..

Questo è vero soprattutto per Barcellona. Il 12 ottobre, data in cui qui si festeggia il giorno dell’ispanidad a Barcellona c’è stata una manifestazione antifascista in cui ci sono stati inseguimenti da parte della polizia, arresti, rottura di vetrine ecc. per cui il ministro degli interni ha immediatamente cercato di mettere in relazione il movimento okupa e antifascista di Barcellona con jarrai, l’organizzazione giovanile legata herri batasuna, il partito nazionalista basco. La stampa lo ha seguito a ruota e l’unica cosa che ha fatto è stato riprendere l’informazione fornita dal ministero degli interni. tra la stampa e le pressioni politiche sono riusciti a fare in modo che il giudice di Barcellona si avvalesse di queste informazioni e non delle dichiarazioni rese dagli okupas di Barcellona e non rilasciasse i compagni così come succede di solito dopo questi fermi, ma li facesse trasferire direttamente in carcere. A Barcellona, i compagni del movimento okupa sono rimastati in carcere fino allo scorso fine settimana. Il tutto orchestrato dalla stampa. Vale a dire la stampa segue a ruota i diktat del governo e del ministero degli interni. I mass media che qui cominciamo a chiamare i mass merda sono stati quelli che più pressioni hanno fatto. In valencia non è potuto succedere lo stesso perché i fatti non lasciavano dubbi, c’era anche di mezzo un morto. Qui non si è arrivati a metterci in relazione con Jarrai, anche se si è lasciato intravvedere che un nesso c’era ed è stata usata un’espressione che si usa molto in Euskadi per riferirsi alla lotta, che è kale borroka, lotta di piazza in lingua euskera. Ed ecco che si cerca ancora una volta di criminalizzare il movimento okupa e immediatamente metterlo in relazione con il movimento basco, con quello che loro chiamano terrorismo ecc. ecc.

Il 29 settembre il tribunale superiore di giustizia di Madrid ha emesso una sentenza che ci pare abbastanza interessante archiviando il caso di un’occupazione con queste motivazioni: il tribunale considera che l’occupazione non rappresenta delitto di occupazione abusiva così come delineato dall’art. 245 dell’attuale codice penale qualora l’edificio venga utilizzato per le finalità rivendicate. In questo caso ha riconosciuto cioè che l’occupazione è stata compiuta con finalità esclusivamente politiche in un immobile suscettibile di soddisfare determinate necessità sociali……

Infatti, in questi tanto in radio klara come in altri mezzi di informazione alternativi, agenzie di controinformazione si sta insistendo molto che il delitto di occupazione abusiva così come delineato nel codice penale sta avendo numerosi problemi legali nei tribunali. La sentenza alla quale tu ti riferisci ma anche altre, avvocati e giuristi le stanno utilizzando. Non può essere considerata occupazione abusiva l’occupazione di un edificio abbandonato da molto tempo con il quale il proprietario intende unicamente speculare ecc. Sì, ci sono stati problemi a questo riguardo, ce ne sono ed è precisamente uno dei punti deboli con i quali si può ribattere all’accusa di occupazione abusiva che viene imputata a tutti gli okupas, come a quelli di valencia.

Ci puoi parlare un po’ del movimento okupa di Valencia?

Io non appartengo più, per ragioni di età al movimento okupa, ma lo conosco dal principio. Qui è molto forte perché si è riusciti a mantenere per lungo tempo un locale occupato conosciuto come il “casal popular” che era in calle flora, qui a valencia. Per molti anni vi sono state svolte attività di tutti i tipi. Il movimento okupa è molto forte, molto unito e continua a rivendicare spazie in maniera molto decisa con slogan qui molto diffusi come “un desalojo, otra okupación”, cioè “uno sgombero, un’altra occupazione” che si attua concretamente, infatti l’occupazione del Teatro princesa è avvenuto all’indomani e come conseguenza, in risposta allo sgombero di una ex-fab
brica di pompe idrauliche. Ti dico questo perché la manifestazione che abbiamo fatto sabato scorso a Valencia ha portato in piazza oltre 2000 persone per protestare contro l’arbitrarietà e la brutalità della polizia, per protestare contro la morte di José Luis nonostante i mezzi di comunicazione e la polizia avessero avvisato di non parteciparvi perché sarebbe stata una manifestazione violenta, ci sarebbero stati problemi ecc. Nonostante appunto i tentativi di dissuasione si è riusciti a radunare il pomeriggio di un sabato oltre 2000 persone. Più di 5000 persone sono scese in piazza a barcellona e 3000 a madrid per lo stesso motivo. A Barcellona per l’arresto dei compagni, come spiegavo prima, e non erano solo giovani okupas ma gente di diverse età e di diverse provenienze in solidarietà con gli okupas, nonostante i tentativi di criminalizzazione da parte dei media e la loro sfacciata connivenza con il partido popular, di destra. È che in Spagna i mezzi di comunicazione sono stati acquisiti da imprese e privati molto vicini al partido popular: hanno comprato catene radiofoniche e televisive, non so se siete a conoscenza delllo scandalo di Telefónica esploso ultimamente.

Come vengono decisi gli sgomberi, come nel caso del teatro princesa?

Il teatro princesa è stato sgomberato senza nessun mandato giudiziario e nessuna denuncia della proprietaria. Era stato infatti occupato verso le tre, le quattro di notte e neanche un’ora dopo erano sul posto i celerini con caschi, manganelli e furgoni blindati a tirare proiettili di gomma dalle finestre, senza che ci fosse alcuna denuncia o mandato. Ovvero questo sgombero è stato, in base alle loro stesse leggi, illegale, perché – ripeto – ci sarebbe dovuta essere una previa denuncia e in base a questa l’emissione di un mandato giudiziario. È stata una decisione della polizia, mi immagino con l’ok di certi uomini politici e del governatore civile, che è un rappresentante del governo centrale e da questo direttamente nominato, in questo caso un uomo del partido popular

Partiti come Izquierda Unida che ha partecipato all’occupazione a Madrid a cui facevamo riferimento prima con la sentenza del processo, hanno preso posizione? Hanno fatto qualcosa?

Partiti come izquierda Unida e perfino il partito socialista, i verdi e i sindacati in questo caso hanno emesso un comunicato di solidarietà con gli okupas, hanno chiesto le dimissioni del Governatore civile, hanno chiesto la comparizione davanti alle Cortes valenziane dei rappresentanti del Partido Popular e del Governatore civile perché dessero spiegazioni in merito all’innecessaria brutalità usata durante lo sgombero del teatro princesa che ha causato la morte di josé luis, sia pure indiretta che comunque tutti mettono in relazione con la violenza della repressione. Perché è avvenuto all’interno di un teatro in cui non c’era luce, nel cuore della notte, mentre stavano entrando pallettoni, infrangendosi vetri, col fracasso degli spari, così José luis è scivolato e caduto.

Per il momento non è stato occupato nessun altro locale?

Per il momento, in risposta a quanto è avvenuto al teatro princesa, no, non c’è stata un’latra occupazione. Comunque, dice lo slogan “uno sgombero, un’altra occupazione”, per cui c’è sicuramente qualcosa nell’aria, è che adesso non è il caso di parlarne. In Valencia c’è una casa occupata, un centro sociale, che si chiama Pepika la Pilona, dal nome di una donna molto famosa sulla costa e nei dintorni di Valencia, che è proprio sulla spiaggia. È occupato da mesi, è ormai un’occupazione permanente, e ancora non è stato sgomberato. Il movimento okupa ha a valencia, a parte alcuni appartamenti e occupazioni minori, un centro sociale importante.

Cos’altro pensi che sia importante che si sappia qui….?

Quello che adesso è importante che si sappia è che in questo momento la repressione dello stato, attraverso la violenza poliziesca sta aumentando contro tutti i movimenti. Magari il movimiento okupa è la punta di lancia, è quello più esposto. Ma non è solo contro di loro, c’è un palese aumento della violenza della polizia nei confronti di molti settori che cercano di attivarsi e questo è importante che si sappia fuori da questo paese. Si stanno dando da fare per omologarci, l’Europa di maastricht ha bisogno proprio di questo, una unificazione omologante, una polizia paneuropea che reprima i movimenti, i mezzi di informazione controllati e hanno bisogno di quello che sicuramente anche voi chiamate pensiero unico e un’economia sempre più liberista che non contempla in alcun modo quei settori della popolazione che non hanno accesso a determinati standard di consumo, determinate condizioni sociali imprescindibili come sono il diritto alla casa, alla scuola e una scuola gratuita. Qui aumentano a vista d’occhio gli strati sociali che rimangono esclusi. Ci sono sempre più poveri e più ricchi ma la distanza è sempre più grande. Fuori da grandi città come Valencia, barcellona o Madrid c’è sempre più “chabolismo”, il fenomeno dei senza tetto, di gente che vive in case di latta, questo non appare sui media, ma va detto che i sempre più grandi settori della popolazione non ha accesso all’imprescindibile. Chi lo denuncia sono i più giovani, i più coraggiosi, perché gli altri o sono intimoriti o hanno perso la forza di farlo. E dal punto di vista lavorativo le cose non vanno meglio: adesso sono massicciamente presenti le imprese di lavoro temporaneo, il sindacalismo ufficiale delle Comisiones Obreras o dell’Unión General de trabajadores è un sindacalismo che ha gettato la spugna che, dagli uffici dove sono comodamente installati, non si occupa per niente di questo genere di questioni, che sta continuamente firmando accordi con il governo di destra. Non ci sono praticamente più mobilitazioni di piazza sui problemi del lavoro e i settori fuori dal controllo sono proprio questi, i libertari, gli autonomi, persone che non possono essere manipolate dalle direzioni dei partiti politici. Forti delle loro politiche sorrette dal pensiero unico, possono fare tre grossi sgomberi alla volta come è accaduto qui a Valencia, a barcellona e a Madrid. Prima, con il governo precedente, le occupazioni erano invece abbastanza tollerate.

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