Copenhagen: Libero Ungdomshuset Liberi i compagn@!

  Copenhagen: Libero Ungdomshuset Liberi i compagn@!


Il primo marzo 2007 è stato sgomberato l’Ungdomshuset, lo storico centro sociale di Copenhagen per la cui difesa migliaia di persone da tutta Europa si sono mobilitate. La repressione ha dispegato contro questo sommovimento popolare tutto il suo arsenale e la polizia danese ha dovuto anche chiedere rinforzi dalla vicina Svezia per poter arrestare in soli tre giorni più di 850 persone.

Dopo più di un mese circa 40 persone sono ancora in carcere!

Le udienze del tribunale delle libertà sono state per lo più una vera e propria farsa: i giudici hanno seguito alla lettera le indicazioni della polizia senza mai tenere in considerazione le istanze delle difese. Alcuni ricorsi di scarcerazione sono stati accettati altri, a parità di reati contestati, sono stati respinti. Questo perché il cerchio si stringe, e su chi rimane in carcere si scatenano le volontà persecutorie e vendicative di chi vuole leggere le giornate di lotta contro la demolizione di Ungdomshuset come un più o meno semplice problema di ordine pubblico. Tra i compagni ancora in carcere c’è Marco, arrestato il primo giorno nel pomeriggio subito dopo lo sgombero. Come tanti altri è stato prelevato, mentre si trovava all’interno del corteo, da un gruppo di agenti in borghese infiltrati. Portato via di peso e spinto nella camionetta, ha subito percosse e violenze prima di arrivare al carcere dove sono cominciate settimane di isolamento, in un regime speciale riservato ai detenuti politici. Da dentro il carcere i compagni e le compagne raccontano di come un ragazzo vegano non abbia potuto sfamarsi per giorni fino allo svenimento, di ragazze costrette a spogliarsi davanti a secondini uomini, di ore d’attesa anche solo per andare e tornare dal bagno… Tutto questo è coperto e voluto da un sistema tutt’altro che garantista, che antepone la parola della polizia e un “comune senso di giustizia” tanto al principio cardine e irremovibile della presunzione di innocenza quanto alle ragioni delle migliaia di persone che si stanno mobilitando da mesi. A Copenhagen infatti a partire dalla grande manifestazione di dicembre si sono susseguite infinite mobilitazioni. Dopo lo sgombero il movimento ha organizzato almeno una manifest/azione al giorno fino al risultato di Sabato 1 aprile quando più di 15000 persone hanno manifestato, con un lungo corteo partito da Cristiania e arrivato fin sotto al carcere di Vestre Faengsler passando per il Parlamento, la loro più ferma contrarietà a quel processo di normalizzazione voluto dalle destre al governo che ha portato allo sgombero, e subito dopo all’abbattimento della “Casa dei Giovani”, e che ora vorrebbe mettere le mani anche su Cristiania.

La solidarietà internazionale ha varcato i confini della angusta Europa arrivando in Nuova Zelanda,Giappone, Groenlandia, Stati Uniti…

E’ nostra intenzione continuare ad affermare con forza che l’avanzata delle destre razziste, xenofobe, omofobe e nazionaliste in Danimarca (dove il Dansk Folkparti è al governo con il 12% dei voti) e nel resto d’Europa è un problema che ci riguarda tutti/e.

La chiusura di spazi di antagonismo e controcultura è la vera violenza che il sistema esercita contro chi si ribella quotidianamente al restringimento dei diritti degli immigrati, degli spazi di agibilità politica, al taglio del welfare e all’avanzamento della precarietà nel lavoro e nella vita tutta!

Per questo le nostre lotte devono cospirare, respirare insieme… Chiediamo l’immediata scarcerazione di tutte le persone detenute nelle carceri danesi per aver espresso il loro dissenso e la loro rabbia.

Verso il G8 di Rostok…

Il 28 Aprile invitiamo tutt@ e tutte le biciclette a manifestare la loro solidarietà attiva.

A Roma ci terrà una biciclettata che vagherà per i luoghi della città indicati per portare il nostro messaggio fino in Danimarca e che s’incrocierà con un presidio a Piazza Venezia.

s.x