Saronno (VA): Sembra una barzelletta ma non lo è: su sgombero TeLOS e prese di distanza

20160124_Sgombero_al_centro_sociale_Telos_SaronnoIl comunicato dei Lambs a cui si fa riferimento potete trovarlo pubblicato qui

Questa mattina, lunedì 25 gennaio, abbiamo letto sui media locali una dichiarazione rilasciata dal gruppo hardcore “Lambs” di Cesena a proposito dello sgombero di ieri del TeLOS, in cui si sono trovati coinvolti, essendo stati ospitati dopo aver suonato in un pub di Saronno.
Eccone uno stralcio:

“Al mattino siamo stati svegliati dalle forze dell’ordine ed accompagnati in Questura a Varese. Abbiamo subito spiegato di essere una band e di non aver nulla a che fare con l’occupazione ma al momento siamo comunque indagati. Sinceramente non c’entriamo nulla con la vicenda avevamo solo bisogno di un ricovero per la notte e siamo stati ospitati. Eravamo al posto sbagliato nel momento sbagliato”.

Siamo rimasti allibiti da questa dichiarazione e abbiamo voluto condividere nella maniera più ampia possibile quella che per qualche minuto ci è parsa una divertente barzelletta. Ma una barzelletta non è, e più che ridere verrebbe da piangere.
Per noi un concerto non è un puro evento fine a se stesso, ma un momento in cui incontrarsi, scambiarsi esperienze, condividere emozioni e contenuti. Suonare o frequentare – sia pur per bisogno – uno spazio occupato dovrebbe significare -, secondo noi, avere una certa sensibilità rispetto a tutta una serie di tematiche quali, ad esempio, la questione degli spazi occupati nei quali in Italia, generi come l’hardcore (e affini), sono nati ed ai quali sono sempre rimasti indissolubilmente legati. Anche se oggi assistiamo spesso al cliché: “suono hardcore, quindi suono negli spazi occupati”, come se fosse una moda come tante.
Questo non per amore delle patenti da militante d.o.c. che non ci appartengono, ma per dimostrare coi fatti che no, non è soltanto musica.
Leggere frasi del tipo “eravamo al posto sbagliato nel momento sbagliato” fa intendere quanto questi “musicisti” siano consapevoli del luogo e di coloro che li stavano ospitando per dormire. Evidentemente, per i “Lambs”, uno spazio occupato equivale ad un ostello in cui trascorrere la notte, ma gratuito.
Ingenui noi ad ospitare quattro sconosciuti? Forse.
Ma da parte nostra ospitare qualcuno che non ha i soldi per pagarsi un albergo, è un piccolo gesto che si incastona nel nostro agire quotidiano in questa città: un posto occupato in un luogo tetro, grigio e attraversato continuamente da tristi pendolari che pensano ognuno agli affari propri, è il tentativo di spezzare l’apatia della vita quotidiana per dare più spazio alla generosità, alla solidarietà e al coraggio di chi lotta. Condividere, anche solo per una notte, la vita di uno spazio occupato per noi significa essere complici e solidali con chi vive quotidianamente quello spazio.
Lo scriviamo qua e speriamo non ci sia più bisogno di replicare: all’interno dei nostri spazi non vogliamo individui che considerano tali spazi come posti sbagliati.
E non può essere nemmeno considerato momento sbagliato uno sgombero che è ultimamente la realtà di diverse esperienze che ostinatamente remano contro la corrente.
E in ogni caso, nell’ovvia diversità del vedere, del sentire e del percepire, vale sempre ciò che disse il saggio: un bel tacer non fu mai scritto.

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