Pisa: Sgomberato il Galeone Occupato

Il 30 luglio 2019 è stato sgomberato il Galeone Occupato di via Lucchese 65, a Pisa, una occupazione anarchica esistente dal 26 maggio 2017. Un ingente dispiegamento di forze dell’ordine, assieme ai vigili del fuoco, è arrivato nei pressi dell’edificio alle ore 10.30 circa. A seguito dell’irruzione, una compagna è stata arrestata (successivamente è stata rilasciata) ed un altro compagno si è asserragliato sul tetto dell’edificio nel tentativo di resistere allo sgombero più a lungo possibile, mentre nei pressi arrivavano compagni solidali. Infine il Galeone è stato sgomberato dopo qualche ora.

A una decina di persone sono state notificate indagini con le accuse di occupazione abusiva, furto di energia elettrica e danneggiamento di cabine dell’Enel. In riferimento a queste indagini, il pubblico ministero aveva inizialmente richiesto dei fogli di via con obbligo di firma. [Read More]

Pisa: Presidio solidale dopo operazione repressiva contro compagn* del Galeone Occupato

Alle 4.30 del 12 luglio, DIGOS e ROS, col volto coperto da passamontagna, pistole alla mano e sparando in aria, hanno fermato quattro compagn* del Galeone Occupato nel centro di Pisa. Uno è stato arrestato ed in seguito colpito da divieto di dimora da Pisa e provincia. La prossima udienza si terrà giovedì 20 luglio alle 9.00 al tribunale di Pisa. Solidarietà a chi lotta contro questo inferno!

APPUNTAMENTO 20 LUGLIO ORE 11 PIAZZA DELLE LOGGE PISA PER IL PRESIDIO SOLIDALE
Rinnoviamo inoltre la solidarietà a chi è stat* arrestat* durante il G20 di Amburgo!
Anarchiche e Anarchici [Read More]

Pisa: Nasce il Galeone Occupato

Venerdì 26 maggio è stata dichiarata l’occupazione del Galeone Occupato. Segue il comunicato inviato dalla ciurma:

In questo mondo siamo spettatori passivi. La volontà può essere espressa solo mediante la disponibilità economica dell’individuo, è questo il principio che sta alla base della società.
Ne segue che senza il denaro hai le mani legate, e per avere il denaro te le devi legare a un lavoro.
È la coscienza di questo ricatto ad avere sviluppato in noi la consapevolezza che sia giusto e necessario prendere senza mediazione alcuna: è per questo che abbiamo occupato.
Occupare per avere un posto dove vivere e dove creare possibilità di rottura. Occupare per sperimentare la nostra capacità di concretizzazione dei desideri che ci animano. Occupare, infine, perché ci andava di farlo.
Il ricatto risulta essere un fattore sostanziale dell’attuale assetto socio-economico: per questo i tentativi di rifiuto vengono puniti. La repressione ha quindi obbiettivi di reazione al fenomeno in corso, ma anche di deterrenza, instillandoci il terrore di allungare la mano. Perciò è con consapevolezza che diciamo che l’occupazione non sarà il fine ultimo, bensì un mezzo per creare relazioni qualitativamente migliori che concorrano al sovvertimento di questo mondo di merda.
Ed è in questa lotta che il nostro galeone non potrà che venire attaccato dalle forze repressive che mirano al mantenimento dell’esistente. Ma questo non ci impedirà di partire per questa avventura verso l’ignoto. [Read More]