Padova: Sgomberata Berta, gli attivisti “non finira“ con uno sgombero

A Padova stamattina è stata sgomberata la Casetta del Popolo “Berta Caceres”, legata a Potere al Popolo e al collettivo Catai.

Si tratta di un ex centro anziani abbandonato da anni e liberato lo scorso 1 maggio da attivist*, precar*, lavoratori e lavoratrici, student*, giovani e meno giovani, abitanti del quartiere popolare dell’Arcella, che era stata restituita alla città con doposcuola, sportello sanitario, incontri. Indetto già in mattinata un presidio solidale.

Ci racconta quanto accaduto Lele, della Casetta del Popolo “Berta Caceres”

Di seguito il comunicato diffuso dopo lo sgombero di polizia:

LA SOLIDARIETA’ NON SI SGOMBERA
Riapriamo la Casetta del Popolo “Berta”!
NO alle speculazioni dell’ATER!

Questa mattina hanno sgomberato la Casetta del Popolo di Via Cardinal Callegari 5, intitolata all’attivista honduregna per l’ambiente e i diritti sociali Berta Caceres. L’hanno fatto senza preavviso, bloccando la strada con un assurdo dispiegamento di polizia, portando via tutto quello che avevamo portato dentro, senza considerare la nostra volontà di regolarizzare i rapporti e le oltre 1000 firme raccolte in sostegno dell’assegnazione dello spazio. [Read More]

Se Toccano Uno, Toccano Tutti. Liberta’ Per I Compagni Di Padova!

Movimento_di_lotta_per_la_casa_FirenzeQuattro compagni del Comitato Lotta per la Casa sono stati sottoposti agli arresti domiciliari stamattina a Padova. Conosciamo questi compagni, le loro battaglie, la loro generosità con cui quotidianamente lottano contro gli sfratti e la speculazione.
La magistratura li accusa di aver costituito un “associazione a delinquere” (!?) finalizzata alle occupazioni di case sfitte e al blocco degli sfratti tramite i picchetti.
In realtà, i compagni di Padova sono accusati di aver fatto quello che bisogna fare quando i diritti vengono calpestati e le ingiustizie sociali diventano quotidiane.
I compagni di Padova sono colpevoli di lottare per il diritto alla casa, esattamente come quotidianamente si fà qui a Firenze e tante altre città. E per questo hanno la nostra massima solidarietà e sostegno. Ma non solo: li vogliamo liberi il prima possibile!
Le loro lotte – evidentemente – hanno fatto paura alle vere associazione per delinquere: quelle composte da costruttori e palazzinari e alimentate dagli intrecci tra speculazione e politica. E così la Magistratura è arrivata in soccorso degli indifendibili con arresti e perquisizioni, cercando di impaurire e fermare un movimento che dal sud al nord del paese rivendica “casa, reddito e dignità per tutti”. [Read More]

Padova: Comunicato dopo una tentata occupazione

ANARCHICI PER CAS(A)

Prendiamo la parola a poche ore dall’accadimento di un fatto che ci ha riguardati.
Nel pomeriggio di venerdì 17 aprile alcune individualità hanno deciso, al di fuori di gruppi organizzati, di prendersi una casa in via Lazara 9, quartiere Sant’Osvaldo, nella periferia di Padova.
Poco dopo l’ingresso, avvenuto nel primo pomeriggio, un ingente numero di sbirri, chiamati da qualche residente, ha raggiunto il posto fermando e identificando alcuni solidali presenti in strada e intimando a chi era all’interno di lasciare l’abitazione. Trascorse un paio d’ore, dopo l’arrivo di digos, pompieri, celere e polizia scientifica, gli occupanti, ormai senza via di fuga, hanno lasciato la casa, venendo subito identificati.
Cinque persone, tra compagni e solidali, sono stati portati in questura e rilasciati dopo varie ore con altrettanti fogli di via da Padova della durata di tre anni.
Nonostante gli sbirri abbiano tentato di accomunare l’azione odierna a quelle intraprese da altri gruppi presenti in città, teniamo a precisare che abbiamo agito solo sulla base dei nostri desideri, senza chiedere nulla a nessuno, con nessun “movimento” alle spalle.
Per noi questo è stato anche un gesto di solidarietà a chi decide in ogni dove di rompere la normalità sociale attraverso la pratica dell’occupazione.
Ci ha rallegrato sapere della presenza che si è espressa in strada e rinnoviamo la nostra vicinanza a chi è stato colpito dai provvedimenti repressivi.
Auspichiamo che gli individui sufficientemente determinati a turbare la quiete di chi dorme sonni tranquilli sulle miserie prodotte dall’autorità siano sempre di più.
Non siamo vittime, non denunciamo alcun accanimento sbirresco nei nostri confronti; conosciamo il nemico, la sua natura e i suoi metodi, e di fronte a tutto ciò saremo sempre più ostili e conflittuali.

[Padova, 18/4/2015]
I ratti dei tetti

Padova: Presidio solidale con compagni/e del Gramigna sotto processo

Mercoledì 22 maggio ore 11.30 – Porta Portello

Presidio solidale in contemporanea al processo contro compagni/e del Gramigna –esposizione mostra sugli spazi occupati


Le lotte non si processano!

Occupare è giusto, resistere è necessario!

Ingente dispiegamento di forze dell’ordine, ruspe, macerie e denunce.
Questa è la reazione che negli anni, la giunta comunale del Partito Democratico di Zanonato ha tenuto contro chi ha scelto di stare al di fuori delle logiche istituzionali e commerciali, portando avanti la pratica dell’occupazione di edifici pubblici abbandonati. L’esperienza del Centro Popolare Occupato Gramigna continua da più di vent’anni, durante i quali sono stati aperti numerosi spazi di resistenza e di autorganizzazione della lotta, avviando, con giovani e meno giovani, studenti e lavoratori, percorsi e attività politiche, culturali, artistiche e musicali, opponendosi alla mercificazione dilagante. Con il passare degli anni la risposta delle varie giunte comunali che si sono succedute, sia di destra che di “sinistra”, è stata sempre e soltanto la repressione!

20 marzo 2011: dopo cinque mesi di occupazione e resistenza attiva, la giunta Zanonato sgombera il C.P.O. Gramigna nel quartiere di Torre. Lo stabile, l’ex scuola Zanella-Davila abbandonata da anni ma con all’interno centinaia di sedie e banchi nuovi, insieme a molto altro materiale scolastico, viene venduto al peggior offerente e trasformato in palazzine residenziali. Seguiranno 14 denunce per occupazione abusiva e 7 per resistenza a pubblico ufficiale.

28 settembre 2011: polizia e carabinieri perquisiscono le case di 4 compagni del Gramigna alla ricerca di un “pericoloso” manifesto. Quest’ultimo, affisso pochi giorni prima nelle vie del centro, accusava, a nome di un ironico “Tribunale popolare antifascista”, il sindaco Zanonato di concedere spazi pubblici al partito neofascista Casapound e alla Lega Nord, di militarizzare la città e di svendere il patrimonio pubblico agli speculatori edilizi e lo “condannava” a lavorare in fonderia per 20 anni. A ripensarci, più che una condanna sembra più un augurio in questi tempi di precarietà e disoccupazione dilagante. I 4 compagni perquisiti saranno denunciati per minacce aggravate al sindaco e per altri due reati.

Il 20 e il 22 maggio 2013 il tribunale di Padova porta alla sbarra i compagni sotto processo per entrambe le inchieste.
[Read More]

03/01/13 COMUNICATO SULLO SGOMBERO DELLA BARACCA OCCUPATA – PADOVA

Oggi 3 gennaio 2013 alle prime ore del mattino digos, polizia e operai, eseguendo la richiesta dell’università di Padova, hanno provveduto allo sgombero della Baracca RI-occupata. Lo stabile, di cui ci eravamo riappropriati lo scorso 27 novembre, è l’ex portineria della facoltà di Ingegneria e si trova in via Marzolo 9. Noi studenti e studentesse ci siamo impegnati da quel momento a risistemare e a rendere agibili questi spazi, chiusi e lasciati all’abbandono da oltre 7 anni. Attraverso le pratiche di autorganizzazione e autogestione abbiamo messo in piedi un’aula studio aperta dalle 8.00 alle 1.00, abbiamo costruito varie iniziative portate avanti collettivamente tra cui pranzi popolari, cineforum, spettacoli teatrali, e abbiamo riavviato percorsi politici che avevano visto la luce con la precedente esperienza di occupazione della Baracca.

[Read More]

Padova: sgomberato e sequestrato il CPO Gramigna

Sgombero e sequestro del C.p.o. Gramigna

Diamo notizia che lunedì 24 dicembre è stato sgomberato, e posto sotto sequestro preventivo da parte della questura, lo stabile comunale occupato dal C.p.o. Gramigna lo scorso 5 dicembre. Di fronte allo stabile due “new jersey” di cemento sbarrano le entrate. Lo sgombero si somma ai tre precedenti tentativi di chiusura in cui gli sbirri avevano fatto saldare delle grate di ferro alle entrate, sempre rimosse dagli occupanti.

Seguirà a breve un comunicato con maggiori informazioni.

Collettivo Politico Gramigna

——————————————————–

Comunicato sullo sgombero

Gran Natale a Padova: sgomberi, barriere e sequestri preventivi!

Lo scorso 5 dicembre abbiamo occupato un edificio in via Jacopo Corrado 3 a Padova, abbandonato da anni e di proprietà del comune, ma dato in cessione al C.U.S. (Centro Universitario Sportivo) per l’ampliamento dei propri impianti sportivi. Di fatto, però, a giudicare dalle condizioni di degrado in cui abbiamo trovato lo spazio, questo non è neanche lontanamente avvenuto! L’ennesimo esempio di spazio pubblico abbandonato e lasciato in balia di eroina e degrado (moltissime erano le siringhe presenti). L’occupazione è durata poco meno di venti giorni, poiché, a seguito di una serie di tentativi di chiusura dell’edificio da parte delle forze dell’ordine, ai quali è stato sistematicamente risposto con la riapertura del posto, il 24 dicembre lo stabile è stato messo sotto sequestro preventivo e quindi definitivamente sgomberato. Significativo è il fatto che l’accesso sia stato impedito attraverso due grossi “new jersey”, ovvero blocchi in cemento armato, sul modello di quelli utilizzati in Val Susa per fare in modo che i NO TAV non varchino l’ingresso dei cantieri dell’Alta Velocità. Quello che è avvenuto con lo sgombero del Gramigna non mostra nulla di nuovo, se non il fatto che la giunta comunale del Partito Democratico di Zanonato, e i suoi servi della questura, sono sempre pronti a stroncare sul nascere qualsiasi realtà che osi soltanto porsi fuori dalla compatibilità istituzionale. Ciò che non si allinea con le istituzioni ed esce dagli schemi precostituiti del sistema, ciò che non può essere controllato dai canali dell’ideologia dominante deve essere isolato e abbattuto. Tutto questo avviene con maggiore forza in un contesto di crisi economica e strutturale del capitale, che si manifesta quotidianamente sulla pelle di tutte quelle categorie subordinate e sfruttate come i lavoratori, gli studenti e i proletari, giovani o adulti che siano, creando disoccupazione e precarietà dilagante. In questa situazione il rischio che tra la popolazione aumenti la rabbia e la perdita di credibilità istituzionale è molto alto, ed è altrettanto temuto da chi sta al potere. Per questo motivo ogni preambolo di lotta deve essere represso il prima possibile, ovvero prima che anche il più misero fuoco di ribellione possa infiammare la piazza. Di conseguenza anche una piccola realtà politica come il Gramigna, che ha l’obbiettivo di contrastare le politiche prodotte da questo sistema marcio e corrotto e organizzare la lotta, proponendo un’alternativa attraverso pratiche di occupazione, risulta scomoda e pericolosa e non le deve essere concesso alcun tipo di agibilità politica. Ancora una volta si è ripetuto lo schema già visto in tante altre occupazioni: quella di Torre, nel 2011, quando l’ex scuola Zanella-Davila dopo essere stata messa sotto sequestro, è stata completamente rasa al suolo e il futuro dell’area consegnato nelle mani degli speculatori; così come l’ex scuola fratelli Bandiera, a Forcellini, sgomberata dopo quattro mesi di occupazione la scorsa estate e abbattuta nell’arco di pochi giorni. E non ci dimentichiamo neppure della scuola Vecellio di Via Retrone, occupata per 8 anni, e ora, dopo essere stata resa inagibile, è diventata uno scheletro di cemento abbandonata ai rovi. Quello che è certo è che la giunta di Zanonato preferisce lasciare gli spazi vuoti alla mercè dell’eroina e della speculazione, piuttosto che farli vivere consegnandoli alla collettività. Se la giunta di Zanonato e suoi amici della questura pensano di aver risolto il problema con l’ennesimo sgombero si sbagliano di grosso! Fintanto che lor signori siederanno sulle loro poltrone e vivranno sulle nostre spalle, ci sarà sempre chi si organizzerà per riprendersi il proprio futuro con la lotta!

Ad ogni sgombero una nuova occupazione!

L’erba cattiva non muore mai!

Collettivo politico Gramigna

www.cpogramigna.org                                                                                                                      Padova, 1-01-2013

Padova: Nuova occupazione del Gramigna!

Mercoledì 5 dicembre abbiamo occupato lo stabile di via J. Corrado 3 di proprietà del Comune di Padova, abbandonato da anni al degrado e all’eroina. Una situazione che si ripresenta puntuale per i luoghi pubblici lasciati vuoti o in balia della speculazione e che abbiamo trovato in tante altre occupazioni precedenti. Aprendo lo stabile ci ha stupito notare che un piccolo edificio, attiguo a quello principale, ha tutta l’aria di essere un ex asilo, evidentemente adibito per i figli delle persone che lavoravano in quel posto prima che fosse chiuso dal Comune. Viene subito da pensare che simili posti andrebbero riqualificati più che abbandonati, sopratutto a fronte dei tagli che subiscono anche le scuole dell’infanzia. Ma si sa: i soldi per i proletari e le masse popolari non ci sono mai! L’occupazione vuole essere un contributo alle lotte e alle occupazioni di queste settimane portate avanti a Padova, come in tutta Italia. Queste occupazioni hanno evidenziato la necessità di riconquistare degli spazi di autogestione e di agibilità politica fuori dal controllo e dai vincoli istituzionali. Uno spazio autogestito da studenti e lavoratori, nel quale discutere e sperimentare una socialità alternativa, come risposta ad una società dominata dall’omologazione e dal consumismo.

Invitiamo tutti e tutte a passare a trovarci. Il posto è riscaldato con stufe e ci sono bevande calde.

Gli appuntamenti del fine settimana sono per venerdì 7 dicembre dalle ore 18: aperitivo popolare, castagnata con vin brulè e dj-set ska reggae hip-hop, mentre per sabato 8 dicembre, dalle 19, concerto punk-hardcore con Tear me Down, Neid e RCS.

L’erba cattiva non muore mai!
www.cpogramigna.org

Padova: Sgombero di Baracca Occupata

da baraccaoccupata.noblogs.org

Alle 5.30 del mattino di venerdì 10 agosto, una cinquantina tra polizia e carabinieri in assetto antisommossa, digos, civis e operai dopo aver bloccato via Marzolo (Padova) e le vie adiacenti hanno scassinato la porta d’ingresso della baracca e hanno fatto irruzione urlando, portando in questura e schedando cinque compagni studenti che dormivano all’interno. Quando sono entrati hanno distrutto lavandini, sanitari, impianto elettrico e finestre, nonché smantellato armadietti, tavoli e sedie con il supporto di operai tecnici. Gli studenti presenti al momento nello stabile si sono visti sequestrati i cellulari, sono stati portati in questura, schedati, accusati di occupazione e danneggiamentato e rilasciati 6 ore dopo. Questo vile atto di forza è chiaramente interpretabile in previsione del possibile riemergere di un movimento di protesta ampio e radicale in risposta alle politiche di austerità che coinvolgono anche l’università, attraverso la già approvata riforma Profumo, che comporterà l’ulteriore aumento delle tasse, la riduzione dei servizi (mense, alloggi, borse di studio, aule studio, trasporti, libri, ecc.). Lo sgombero si colloca anche in un clima di intimidazioni nei confronti dei frequentanti, portato avanti dal pro-rettore all’edilizia dell’università di Padova Gennaro. Gli spazi universitari occupati, come la Baracca, fanno paura perchè permettono agli studenti di trovare spazi, tempi e modalità per confrontarsi tra loro e quindi analizzare, criticare, opporsi alla trasformazione dell’università in una fabbrica di futuri precari e in una istituzione alla mercé di banche e aziende private. Coscienti di tutto questo, inizialmente ci si era riappropriati di questo spazio lasciato abbandonato dall’università, all’interno del quale è stato quindi possibile studiare in tempi non imposti e senza essere videosorvegliati, e vivere una socialità non “mordi e fuggi”, come quella a cui ci vogliono abituare. Ma la Baracca occupata non è stata solo un’aula studio. Quello che l’occupazione ha permesso di fare è stato rendere possibile un’alternativa: gli studenti avevano il potere di decidere direttamente quali attività fare, e come (cineforum, corso di teatro, ecc.). Hanno avuto luogo moltissime iniziative e dibattiti, politici e culturali. La gestione dello spazio era collettiva ed aperta a tutti e ciascuno poteva prenderne parte attivamente. Un’occupazione che quindi si poneva in antitesi a un’università che non è slegata dall’organizzazione politica ed economica della società, ma è anzi il fulcro di riproduzione dell’ideologia della classe dominante e uno dei mezzi con i quali quest’ultima porta avanti il proprio potere, rendendoci servili e ricattabili. In quanto studenti, questo è il trattamento che ci riservano; in quanto lavoratori, siamo precari, sottopagati, sfruttati, e minacciati di licenziamento (vedi la recente controriforma del mercato del lavoro); in quanto persone, ci tolgono sanità, servizi, istruzione… Ci vogliono togliere tutto quello che abbiamo conquistato e quel poco che ancora ci rimane, e lo vogliono fare nel silenzio e nella completa rassegnazione.

Non staremo a guardare, e ci riprenderemo tutto!

A sarà dùra!

La Baracca Occupata

Diretta audio da Radio BlackOut