Bologna: termina la resistenza sui tetti di via Agucchi, continua e rilancia la lotta per la casa!

Bologna_Agucchi_occupata_1Dopo più di 50 ore sul tetto la resistenza delle ex-Poste che ha dovuto fronteggiare la brutalità della celere, minacce della procura, insulti e calunnie dell’amministrazione (vedi video in fondo all’articolo) ha dovuto affrontare anche malori e febbre alta con le temperature scese a picco in una Bologna avvolta dalla nebbia.

Sul tetto, come nel piazzale, c’erano uomini e donne di ogni età, dalla culla fin oltre i 70 anni e le precarie condizioni di salute, “tamponate” nelle ore con i beni di conforto che si riusciva a far arrivare sul tetto superando provocazioni e sabotaggi di celere e polizia, ha posto al centro dell’assemblea dei resistenti la necessità di scendere per “riprendere le forze e rilanciare più forti di prima”.

Un bell’articolo di Zic.it sulla giornata di ieri

Così mentre le fiaccole si accendevano nel piazzale dal tetto, con il pugno chiuso o le dita in alto in segno di vittoria, i primi resistenti iniziavano a scendere abbracciati, applauditi, dai propri compagni e compagne di lotta di una comunità che ormai ha ingrossato le fila di tantissimi solidali. Insieme poi è stata accesa simbolicamente la luce della lotta per la casa nell’estrema periferia della città fino a raggiungere i palazzi degli uffici comunali proprio davanti all’ex-Telecom presidiata da numerosi celerini, e lì la promessa: “non ci fermeremo fino a quando ogni senza tetto di Bologna non avrà una casa accogliente, pronti alle prossime iniziative di lotta più forti di prima!”.

Bologna_corteo_Agucchi_occupataDall’amministrazione comunale intanto solo calunnie legate alla pretestuosa e spregevole accusa ai movimenti di strumentalizzare l’infanzia, mentre il piano freddo disposto due giorni fa è già saturo, e i picchetti antisfratto continuano decisi e determinati a garantire alle famiglie del Comitato Inquilini Resistenti di non venir sbattute fuori casa da celere e ufficiale giudiziario nella più completa latitanza dei servizi sociali.

Anche questa mattina infatti un nuovo picchetto ha impedito che Eduard, operaio al Caab, e la sua famiglia venissero sbattuti fuori casa. Intanto durante le 50 ore di resistenza la Bologna degna e solidale ha dato prova di una forza importante riconfermando quei legami, tessuti nella pratica del mutuo soccorso, che si erano espressi durante lo sgombero dell’ex-Telecom.

Ciascun collettivo o singolo ha messo a servizio della lotta e dei resistenti ciò che poteva autogestendo collettivamente lo spazio di lotta: dai cucinieri sovversivi di Eat the Rich che non hanno mai fatto mancare un pasto caldo e sano, fino ai maestri e professori che salutavano i propri alunni sul tetto, i Partigiani della Scuola Pubblica, i vicini del quartiere, i sindacati di base, i centri sociali, gli studenti, gli educatori e le educatrici insieme a molti lavoratori del welfare, tutti e tutte insieme hanno scaldato e sostenuto in mille forme la lotta.

Questa solidarietà vera, declinata nella forma della partecipazione, ha dato grande energia al presidio e alla resistenza, e a detta gli stessi occupanti è stato un contributo importante e decisivo. La lotta per la casa di Bologna è ormai divenuta una comunità forte e radicata, nella quale ogni persona contribuisce e contribuirà a dare una mano a chi è nel singolo momento più svantaggiato di lui; proprio per questo quanto successo non fa arretrare di un millimetro la volontà di nuove occupazioni, di nuove difese dagli sfratti, di nuove marce nelle periferie contro la barbarie della guerra tra poveri..una nuova storia è tutta da scrivere!

Un video verità: alle seconda ora di tentativo di sgombero della celere nel secondo piano delle ex-Poste tra brutalità e aggressioni della polizia arriva una dirigente dei servizi sociali del comune che dice alle famiglie presenti “Questa sera dormirete dove avete dormito ieri sera” che per le famiglie presenti significa per strada. Questo video mostra come sia una menzogna che dall’amministrazione sia stata fatta una proposta alternativa all’occupazione.

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