Pavia: sommossa al villaggio San Francesco , parcheggio per sfrattati e profughi minorenni

paviaGiovedì sera a Pavia le famiglie in emergenza abitativa che risiedono presso la struttura comunale “villaggio San Francesco” hanno abbandonato la struttura per dare vita, insieme all’assemblea per il diritto alla casa, ad un presidio spontaneo nel piazzale antistante il centro.

Si tratta, per la maggior parte, di nuclei familiari con minori, parcheggiati al villaggio dal giorno dello sfratto fino all’assegnazione di un alloggio popolare, dunque costretti a rimanervi, in alcuni casi, per oltre due anni. Insieme a loro, anche una decina di ragazzi fuggiti dall’Egitto, minori non accompagnati, tra i 12 e i 17 anni.

Le famiglie del villaggio San Francesco non accettano le condizioni di vita in cui sono costrette a vivere dentro alla struttura. Manca l’acqua calda per lavare i bambini, da mangiare viene dato loro solo pasta, riso e carne avanzati, mai la frutta, le camere sono piccole e in una camera stanno anche cinque persone insieme, alcune sono devastate dalla muffa, il riscaldamento è stato acceso in ritardo, dopo la data prevista per legge. Qualcuno racconta che non c’è privacy, perché, mentre gli inquilini non sono in stanza, la dirigenza entra nelle camere, e addirittura, in caso di assenza prolungata, la stanza viene data temporaneamente ad estranei, senza nessun consenso da parte dell’inquilino.

I 10 minori, profughi minorenni, non accompagnati, al villaggio vivono costretti in un’unica stanza. Ad alcuni manca un letto, per tutti l’alimentazione è inadeguata e inadeguate sono state e sono le cure mediche nel momento in cui qualcuno di loro ha avuto dei problemi, come racconta un sedicenne il quale ha ricevuto un calcio ai genitali e le cure prestate si sono limitate ad un antidolorifico il giorno dell’accaduto, mentre il dolore permane e si propaga agli arti inferiori. I minori denunciano anche maltrattamenti da parte di alcuni sorveglianti.

Come se non bastasse, le famiglie sfrattate con bambini piccoli, che vivono stipate in una struttura inadatta ai loro bisogni, in condizioni alimentari e igienico-sanitarie del tutto inadeguate, pagano al comune di Pavia 60 euro al mese per ogni adulto per i primi sei mesi di permanenza, cifra che viene raddoppiata dopo questa data. Insomma, due adulti sfrattati si trovano a pagare per una stanza quasi quello che pagherebbero affittando da un privato, con la differenza che sono “ospiti” in una struttura di “”accoglienza. “Abitare in armonia” era il tema dell’iniziativa organizzata ieri al villaggio San Francesco nell’ambito del “Festival dei diritti” avente come tema principale “Abitare”. Iniziativa che sarebbe dovuta servire per rabbonire e ammansire gli abitanti del villaggio con tanto di merenda e festa finale. Festa che è stata disertata e boicottata dalle famiglie che hanno dunque preferito riversarsi invece fuori dalla struttura a protestare perché nel villaggio non si vive in armonia, ma si abita nella crisi. Ed è tempo che se ne prenda atto. Casa subito per tutti, villaggio per nessuno!

Abitare nella crisi