Torino reprime: quegli assi della Digos

  Torino reprime: quegli assi della Digos


Quegli assi della Digos

Ebbene, con un capo dell’antiterrorismo come Giuseppe Petronzi a Torino c’e’ da stare tranquilli: dopo lo stage all’FBI a Washington e’ tornato tra noi ed ha inferto un duro colpo, insieme ai suoi sottoposti della questura agli squatter torinesi. Quattro di loro infatti sono stati arrestati nel cuore della notte mentre caricavano quattro assi da cantiere.

Con il clima che c’e’ in citta’ la notizia di questo furto ha guadagnato intere pagine della cronaca locale. Finalmente, dopo due settimane di turbolenza la polizia arresta qualcuno. E per il furto di assi. Bravi, Bravi, Bravi tutti, dagli agenti Digos ai giornalisti che pompano una notizia cosi’.

Cos’e’, fanno a gara a chi fa o dice le cose piu’ idiote?

Dove vogliono arrivare con questo teatrino assurdo?

Non ci interessa partecipare a questa canea mediatica, con sbirri e giornalisti che ti bussano a casa, o per implorarti informazioni o per portarti in questura.

Non ci interessa essere protagonisti di questa farsa; quattro anno fa un gioco simile ha procurato suicidi e pestaggi, e sgomberi ed arresti, una stagione conclusasi con Silvano che viene giudicato non perche’ pericoloso terrorista ma per due furti nei cantieri. Una farsa tragica.

E ci fa specie che i protagonisti sono gli stessi dementi di allora: il pm Maurizio Laudi, il comandante Digos Giuseppe Petronzi, la mandria di giornalisti, gli stessi di quattro anni fa: Conti, Poletto, Numa, Zancan per citare solo i piu’ fenomeni.

Ci interessa continuare ad occupare e riempire la citta’ delle nostre iniziative, incuranti della mannaia che ci sta sopra.

Il 28 Giugno uno street party passera’ per le vie del centro, vi invitiamo numerosi, per dimostrare che l’idiozia dilagante della repressione si puo’ fermare.

i redatori di tuttosquat

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Torino: solidarieta' con la cascina

  solidarieta’ con la cascina


LA FATTORIA DEGLI ANIMALI

In un clima di repressione generalizzata rientra lo sgombero della Cascina Marchesa.

Con il singolare pretesto delle pressioni esercitate da una circoscrizione fascista, il sindaco Chiamparino (DS) assicura lo sgombero entro la festa di S. Giovanni, amplificato da giornali e tv.

Il 21 maggio alle 7 del mattino squadre di sbirri, vigili eccetera irrompono nella Cascina Occupata, sgomberano gli abitanti, chiamano gli operai della nettezza urbana che gettano nei container tutti gli effetti personali dei ragazzi che vi abitavano da 5 anni. I cani al canile, i camioncini sequestrati e sabotati in seguito dagli sbirri. Dopo lo sgombero, la beffa delle dichiarazioni sui media del sindaco e del responsabile dello strampalato progetto di assegnazione, l’assessore verde Tricarico: gli squatter sono da lodare perche’ evidenziano lo stato di abbandono degli immobili, devono pero’ rassegnarsi a lasciarli quando qualche burocrate in vena di genialate si inventa un utilizzo alternativo alla presenza degli squatter, semplicemente sbattendoli per la strada con la violenza. Qualsiasi reazione viene immediatamente criminalizzata dalla polizia e a livello mediatico.

I birri hanno il guinzaglio piu’ lungo, dopo le belle performance di Napoli e di Genova, ed anche uno sgombero si trasforma in palestra di intimidazioni mafiose, che colpiscono alla cieca anche i solidali. E’ la repressione gestita dalla sinistra, mentre il portavoce neofascista del Polo chiede lo sgombero coatto di tutte le case entro l’estate.

Si presenta l’occasione perche’ Chiamparino, burocrate della CGIL che si e’ trovato seduto sulla poltrona di sindaco per disgrazia, chiarisca a tutti il suo livido pensiero: la questione delle case occupate e’ ora un problema di ordine pubblico. Il questore si frega le mani. Anche le ultime occupazioni – tre in 15 giorni, tutte sgomberate – dimostrano la precisa volonta’ del Comune di delegare la risposta istituzionale alla violenza organizzata di Polizia e Carabinieri.

Ma l’amministrazione torinese attacca su piu’ fronti. Il Balon e’ stato smembrato, per dare spazio alle speculazioni su quest’area. Un mercato delle pulci fra i piu’ belli di Europa dove, per sopravvivere, si poteva vendere la roba usata senza alcun permesso.

Porta Palazzo e’ diventato teatro di manovra ed esercitazione per celerini e CC ogni giorno, formalmente impegnati a mantenere l’ordine in quartiere, in realta’ all’affannosa ricerca di qualche clandestino da ingabbiare e da spedire nel lager di Corso Brunelleschi, ormai zeppo. Infatti si parla di nuovi lager ancora piu’ accoglienti. O in via Bologna o in Corso Regina Margherita o fuori Torino.

Il lampo di genio di Tricarico, e’ di sgomberare dei ragazzi per metterci degli animali da cortile, sicuramente piu’ domestici, ed i loro funzionari, i bugiardi della Coldiretti che, interpellati, dicono di non saperne niente, e, al contrario di associazioni piu’ corrette, accettano l’assegnazione di uno spazio che richiede la deportazione dei suoi abitanti. Una fattoria modello da far ammirare a bambini gonfi di estrogeni in una bella cornice di tralicci e tangenziale. Sara’ questo il luogo ideale per presentare i prodotti transgenici di cui la Coldiretti e’ sostenitrice e promotrice. Cosa non ci si inventa per sottrarre la casa a chi la abita.

Ora i ragazzi sgomberati si trovano per strada e la strada suggerisce reazioni colorite e per tutti i gusti. Ma finche’ ci saranno case abbandonate e persone senza casa – Torino detiene il record italiano delle case sfitte – chi si assume la responsabilita’ di uno sgombero coatto sa di alimentare l’ingiustizia sociale, i privilegi, le miserie e la rabbia che ne derivano, sia esso un tardo-comunista o un neo-fascista.

PER IL MOMENTO I PORCI SPADRONEGGIANO NELLA FATTORIA DEGLI ANIMALI Torino 23 maggio 2002

Asilo Barocchio Prinz Rrosalia

tuttosquat


Il Pettirosso

  Il Pettirosso


Mercoledì 8 maggio, alle 7 della mattina, un centinaio fra carabinieri e poliziotti, hanno fatto irruzione alla casa occupata “il Pettirosso” (Via Roma a Bagno a Ripoli, FI), per eseguire lo sgombero, fortemente richiesto dal dirigente della ASL (proprietaria dell’immobile), Menichetti. I sette occupanti sono saliti sul tetto mentre in Via Roma si radunavano circa un centinaio di persone. La resistenza allo sgombero si è protratta per quasi dodici ore, sotto la pioggia battente. Lo sgombero del Pettirosso non è un problema di ordine pubblico, risolvibile sul piano sbirresco-militare, questo ciò che gli occupanti hanno voluto comunicare mentre cercavano di difendere la loro casa. Intorno alle 19, hanno accettato di scendere dopo aver ottenuto l’apertura di una trattativa con l’amministrazione comunale. L’atteggiamento tenuto dalle istituzioni cittadine si è rivelato un doppio gioco: da un lato le promesse di risoluzione del problema, dall’altro la semplice volontà di mollare la patata bollente…lo stato dei fatti, ad oggi, è che una soluzione ancora non è stata trovata, con la motivazione della mancanza di abitazioni disponibili di proprietà pubblica. Rinnovando la nostra SFIDUCIA totale nell’operato delle istituzioni,rilanciamo la battaglia per la casa. con nuove occupazioni…”la casa è di chi l’abita!”

Sabato 11 maggio è stata occupata una casa colonica in Via del Bigallo n° 9 (autobus 33 capolinea) a Bagno a Ripoli (FI) : il “Bomba libera tutti”. Gli occupanti sono studenti e lavoratori precari, che si sono scontrati con una realtà dagli affitti improponibili, in cui l’ARDSU (azienda regionale per il diritto allo studio) non garantisce una soluzione; hanno scelto di occupare per soddisfare il loro bisogno della casa, per liberarsi e liberare uno spazio in cui impostare una convivenza sociale, per denunciare e frenare le politiche liberiste dell’ASL attraverso ideali alieni alle logiche capitaliste atomizzanti e repressive. Una risposta concreta allo sgombero del “Pettirosso” avvenuto pochi giorni fa.

“La giostra della quotidianita? gira sempre nello stesso senso..sveglia-colazione veloce- traffico – lavoro- traffico – cemento casa rifugio- televisioneorno ognuno al suo posto-imposto… Fai l?universita? e non capisci che senso abbia tutta la tua fatica: cultura in pillole, asocialita?, frustrazione da rampantismo forsennato…lavori e ti accorgi di quanto sei precario, otto ore della tua giornata vendute per poco e da cui non riesci a trarre soddisfazione o entusiasmo, un lavoro che allo scadere del contratto passera? a qualcun altro e nel quale non puoi investire, in cui non puoi realizzarti, nel migliore dei casi vivi in attesa della pensione. A sera appuntamento fisso con l?annullamento televisivo nel nido familiare…poi ecco che arriva il fine settimana: locali stracolmi dove paghi il tuo divertimento( e lo paghi pure caro!) e dove la musica e? talmente alta che socializzare e? quasi impossibile. Questo e? piu? o meno quello che viviamo o che ci gira intorno, e lo senti nella gente che aspetta l?autobus, che cammina per strada, o che aspetta in fila al supermercato e ti chiedi se e? possibile che abbiano dimenticato di essere stati bambini..quando si giocava a nascondino ed era possibile liberarsi correndo…Noi abbiamo deciso di liberarci dal cemento, dalla lobotomizzazione televisiva, dalla solitudine della stanzina in centro occupando una casa. Riappropriandoci di quelle colline troppo spesso residenza di chi ha i soldi per comprarsi il verde oppure di un turismo ?alternativo?, rientriamo in contatto diretto con la natura,valore ormai dimenticato dalla societa? del cemento. Con questa occupazione sottraiamo ad un mercato palesemente elitario una delle tante case sfitte di proprieta? dell? ASL, che sarebbe diventata un agriturismo o la seconda casa di qualche annoiato turista. Vogliono farci credere che il ricavato verrebbe utilizzato per l?acquisto di nuovi macchinari. Ma la favola ha dell? incredibile se si pensa all? enorme buco nel bilancio dell? Azienda ( perche?ormai di azienda si tratta); l? ASL, dalla devolution, si comporta esattamente come un?impresa privata cioe? vende le proprieta? e taglia i fondi alle spese sanitarie per riuscire a far quadrare il bilancio a fine anno ( lunedi?65 si e? svolta l? ennesima asta ). Devolution e deregulation comportano il decentramento e la regionalizzazione della gestione, non solo a livello amministrativo, ma anche economico: interi settori della sanità in mano a scaltri imprenditori, vendita del patrimonio pubblico a vantaggio dei soliti speculatori e a scapito della collettività . I fondi destinati alle spese per la sanità sono stati ulteriormente tagliati e le regioni, nel nuovo contesto deregolamentato, possono scegliere la loro linea politica autonomamente, creando così differenti qualità dei servizi a seconda delle regioni e dei livelli di reddito: unico fine l?abbattimento dello stato sociale. In questa visione imprenditoriale si inserisce alla perfezione lo sgombero del 8 Maggio della casa occupata ?il Pettirosso? (proprieta? dell? Asl nel comune di Bagno a Ripoli). avvenuto dopo un assedio di ingenti e minacciose forze del (dis)ordine. Gli occupanti hanno resistito sotto la pioggia battente, rimanendo sul tetto per 11 ore tentando di impedire l?atto repressivo. I fatti di questa giornata sono la prova che l? apparente volontà di dialogo e di apertura circa la questione abitativa da parte del sindaco di Bagno a Ripoli non sono che forzati tentativi demagogici per mascherare di sociale l?accondiscendenza alle scelte neoliberali. Convinti dell?importanza e della necessità di una risposta forte, abbiamo deciso di occupare questa casa, da tempo abbandonata, per farne un luogo di socialità e di aggregazione aperto all?esterno con iniziative politiche e sociali affinchè un patrimonio pubblico sia realmente indirizzato al benessere collettivo.”

BOMBALIBERATUTTI


Torino: solidarieta’ all’Askatasuna e agli altri

SOLIDARIETA’ ALL’ASKATASUNA E AGLI ALTRI

Venerdi’ 3 maggio la Digos notifica 13 denunce e provvedimenti giudiziari ad altrettanti individui. Alcuni di loro appartengono all’Askatasuna, altri no. Le misure sono conseguenza della manifestazione antifascista del 22 febbraio, conclusasi con cariche di polizia e barricate in fiamme. [Read More]