Barcellona: repressione e ricostruzione dopo lo sgombero di Can Vies

Alcune delucidazioni rispetto alle conseguenze repressive di quello che viene chiamato “effetto Can Vies“, ovvero una settimana di scontri e danneggiamenti vari in solidarietà allo sgombero del centro sociale Can vies di Barcellona. Attualmente rimane in carcerazione preventiva solo un ragazzo, l’altro di origine catalana è uscito da pochi giorni. Si sta aspettando di avere una comunicazione diretta con lui per poter divulgare, nel caso, piu informazioni. Sicuramente non è rosea la sua situazione, vista la mancanza della certificazione di una residenza e l’assenza di famigliari diretti, cose che nella giurisdizione spagnola, all’ora di rilasciare qualcuno in libertà in attesa di processo, contano. Rispetto all’emergenza economica intorno a tutto ciò che è successo, riportiamo un testo della pagina ufficiale del progetto di ricostruzione e auto-finanziazzione di Can Vies, progetto che a livello economico si basa sul concetto delle donazioni via internet, con l’obbiettivo di raggiungere i 70.000 euro:

“CASSA DI RESISTENZA  Dunque,30.000 euro si ripartiranno tra Rereguarda en Moviment e Alerta Solidaria per le spese giuduzialidei 67 fermi durante la settimana di mobilitazione per l’Effetto CanVies.
Si sono avviati decine di procedimenti giudiziari contro i fermati di quei giorni ,e noi, avviaremo altri contro di loro,per la violazione dei diritti umani fondamentali. Avvieremo anche denuncie per le decine di persone che hanno sofferto lesioni,alcune molto gravi,consequenza delle manovre e azioni della polizia, queste denuncie verranno esposte anche per gli “incapsulati” durante la notte tra il 30 e il 31 maggio,ai quali li hanno obligati a essere fotografati con indumenti  da manifestazione (cappucci, sciarpe, etc.) per fabricare prove che li incriminassero.
No lasciamo soli le nostre e i nostri compagne/i: ora piu che mai,che si propaghi la solidarietà.”

piu informazioni su verkami.com e canvies.barrisants.org.