Saronno, 8 ottobre ore 8.30, cielo plumbeo, traffico, smog, pioggia e sgomberi delle due case occupate al Matteotti.
Facciamo un passo indietro.
Sabato 27 settembre un corteo di circa 600 persone ha attraversato Saronno per dimostrare con i fatti che l’esperienza del Telos è più viva che mai, che uno sgombero significa innanzitutto nuove occupazioni (tre case e un negozietto aperti nei due giorni precedenti al corteo) ma anche della giusta rabbia sfogata sui simboli del potere: banche e telecamere, comune e agenzia delle entrate.
Nei giorni seguenti una delle tre abitazioni è stata abbandonata: era sì vuota da 32 anni, ma una volta occupata il nuovo proprietario, che si era visto più volte i lavori bloccati dai soliti problemi burocratici, ha avuto di colpo tutte le autorizzazioni del caso da parte del Comune che come spesso accade, si dimostra incredibilmente celere nello smaltire l’iter burocratico sugli stabili occupati.
Per tredici giorni invece gli appartamenti al Matteotti sono rimasti liberati fino a quando, mercoledì 8 ottobre, la Legalità ha bussato alla porta e li ha nuovamente sigillati. L’ALER era venuta al Matteotti il giorno stesso dell’occupazione per sporgere denuncia; diversi signori e signore erano rimasti impressionati dalla velocità con cui si erano presentati quegli stessi funzionari ALER che erano stati numerose volte contattati per render conto dello stato fatiscente di diverse abitazioni, anche nuove, in quartiere.
Non appena sono comparsi sono stati rincorsi da alcune signore, non certo giovani e nemmeno anarchiche, e presi a male parole.Questi due appartamenti erano vuoti, ed erano destinati a rimanerlo; ne è ulteriore dimostrazione il fatto che entrambi sono stati murati e sigillati dopo lo sgombero. E’ pratica consolidata dalla giunta piddina additare come criminali gli anarchici che occupano le case in via di assegnazione, mentre essa, secondo questa fantasiosa propaganda, riuscirebbe a gestire con decisione e risoluzione ogni problema abitativo. Caso vuole che della decina di spazi occupati nel corso degli anni nessuna sia ad oggi utilizzati e solo uno, la casa di via Don Monza, sia in fase di ristrutturazione.
La solidarietà ricevuta al Matteotti ci dice che i tentativi di mistificare la realtà da parte della giunta e delle altre forze politiche spesso e volentieri cadono nel vuoto e che il re è sempre più nudo.
La quantità di sfitto a Saronno è molto elevata; avranno un bel da fare a coprire ogni volta una delle diverse falle che riusciremo a palesare.
Per quanto riguarda il negozietto di via Busnelli il discorso è simile.
La disperata mossa del Comune è stata di assegnare lo spazio ad un’associazione, così da giustificare agli occhi del quartiere e del cittadino un’eventuale azione di forza per tornare in possesso dello spazio.
Strano fino a ieri quello spazio avesse avuto tutta questa difficoltà ad essere assegnato mentre abbia trovato un utilizzatore proprio qualche giorno dopo l’occupazione…
Di fronte alle azioni di queste ultime settimane, con sgomberi, cortei e occupazioni, il partito della Legalità si è compattato, e da destra a sinistra ha gridato allo scandalo, ha invocato arresti e ulteriore repressione. Ciò che fa così paura alla Politica è l’incapacità di governare una spinta dal basso che si fa più insistente, con una solidarietà che aleggia, specialmente nei quartieri più periferici e in cui la povertà si fa più pressante.
Il partito della Legalità non tollera niente al di fuori di se stesso, e per mantenere immutato il suo dominio sullo stato di cose ha bisogno che i poveri si facciano la guerra tra loro. E’ per questo che è necessario far credere che danneggiare un bancomat o un parchimetro sia un danno alla comunità, perchè ogni attacco, sia pur simbolico, deve essere mistificato così da far credere alla popolazione che l’attacco sia rivolto contro di lei. Serve ricordare però che non esiste nessuna comunità tra noi e chi governa, se non quella fittizia che ci vorrebbero imporre?
Al partito della Legalità non ci è mai interessato contrapporre un partito dell’Illegalità. Se è vero che è necessario accumulare una forza per resistere all’attacco che quotidianamente è portato a tutti noi da parte della Legalità è altrettanto vero che questa forza non può essere raggruppata da una forma partito, al cui interno è insita la stessa forma di delega che si vorrebbe combattere. Un partito necessita di qualcuno che gestisca e controlli la situazione, mentre noi vogliamo che tutti siano partecipi delle decisioni, che sia presente un rapporto di orizzontalità e solidarietà.
Ci interessa condividere le pratiche e le azioni con cui provare a resistere all’attacco che ci viene portato, consci del fatto che in ogni rapporto esiste uno scambio di conoscenze e di esperienze che può arricchire entrambe le parti in causa.
Occupare una casa è uno strumento fondamentale perché apre uno scorcio nella realtà, perché occupando una casa ci si riprendere sia lo spazio fisico necessario a vivere, sia il tempo, che viene sottratto al monotono tran-tran di ogni giorno.
Organizzarsi per non pagare tutto ciò che ci viene chiesto significa allargare, sia pur di poco, il cappio che ci stringe il collo dalla nascita alla morte.
Organizzarsi per superare insieme il disagio della disoccupazione significa ridare dignità alle proprie vite al di là del ricatto schiavistico impostoci dalla società della merce.
Non ci interessa barattare le nostre esistenze in cambio di un posto al tavolo delle trattative, ci interessa proseguire a mettere in pratica le idee che ci muovono trovando giorno dopo giorno altre persone con cui proseguire questa avventura.
Saronno, 8 ottobre ore 8.30, cielo plumbeo, traffico, smog, pioggia e sgomberi delle due case occupate al Matteotti.
Ciò che noi facciamo con passione e mettendo in gioco le nostre vite loro reprimono per lavoro, per dovere, per obbedienza verso questo ordine.
Sveliamo il grande inganno: non c’è niente che valga più delle nostre vite. Una società presente, futura o ideale verso cui muovere non è altro che l’eterna promessa del paradiso dopo una vita passata in catene.
Il futuro smetterà di promettere noia e schiavitù quando il presente sarà rivoluzionato; non con la fatica e il sudore di una vita di merda trascorsa ad obbedire, a lavorare, a soffrire.
Contro questa società che tutto controlla, per scrivere con le nostre vite la migliore delle storie da raccontare: osiamo l’impossibile!
La nostra sfida? Organizzargli una grande festa, dopo la quale nulla sarà più come prima.