Questa mattina i movimenti per il diritto all’abitare si sono arrampicati sulle impalcature del museo delle Cere in piazza SS. Apostoli, davanti alla Prefettura, per protestare contro il mancato blocco degli sfratti e degli sgomberi e il clima di paura che prefetti dai super poteri vorrebbero imporre a Roma.
Il 28 Dicembre scorso è stato convocato in prefettura un incontro sul tema della casa e dell’emergenza abitativa, con la partecipazione da un lato dei movimenti per il diritto all’abitare, dall’altro della Regione Lazio con l’assessore alla casa Refrigeri, del Comune di Roma e della Prefettura: questi ultimi entrambi rappresentati da – Clara Vaccaro – allo stesso tempo viceprefetto e sub commissario alla casa per l’attuale amministrazione comunale.
Il tavolo, dopo mesi di vuoto istituzionale assoluto, avrebbe dovuto rappresentare lo strumento attraverso il quale mettere finalmente in pratica il percorso definito congiuntamente a settembre, con l’attuazione del piano straordinario regionale per l’emergenza abitativa. Uno strumento, con circa 200 mln di euro stanziati per Roma, chiuso nel cassetto oramai dal gennaio 2014, che avrebbe permesso di affrontare anche il tema delle numerose occupazioni presenti in città, attraverso un percorso di graduale soluzione per i nuclei familiari costretti dalla crisi e dal malgoverno, a costruire dal basso una risposta concreta ad bisogno fondamentale.
Purtroppo la nutrita rappresentanza dei movimenti che ha avuto modo di partecipare al tavolo, si è trovata di fronte ad uno sbalorditivo e preoccupante dietrofront. Le rappresentanze istituzionali presenti hanno di fatto rinnegato gli impegni presi da loro stessi e dal prefetto Grabrielli in persona, solo pochi mesi e settimane prima. Sin dall’inizio e per tutta la durata dell’incontro, infatti, non si è evidenziata la volontà di collaborare con i movimenti nella ricerca di rapide e dignitose soluzioni, affermando il diritto alla casa, ma piuttosto la volontà di criminalizzare ed escludere da ogni possibilità di dialogo e di soluzione migliaia di famiglie che a Roma si trovano a vivere situazioni abitative precarie e di emergenza. Posizioni e atteggiamenti che lasciano presagire – nell’immediato – la riapertura di una stagione di sgomberi e massacro sociale.
Questo si somma al mancato blocco degli sfratti persino per il periodo natalizio, alle numerose provocazioni messe in atto su diverse occupazioni della città, che hanno subito delle vergognose ed ingiustificate retate poliziesche: operazioni che avevano come pretesto pubblico il terrorismo, ma che con questo – a loro stesso dire – non avevano proprio niente a che fare.
Del resto il clima in città diviene ogni giorno più pesante. Il Giubileo, a dispetto delle parole del pontefice, viene sempre più gestito come occasione per mettere a tacere ogni tipo di opposizione sociale. Dai posti di lavoro ai quartieri, l’unica risposta che viene data alla crescente povertà è solo ed esclusivamente di ordine pubblico: polizia al posto di case popolari, di salute istruzione e servizi, al posto di salari adeguati e della garanzia del reddito. Ora con la scusa dell’allerta terrorismo, oltrettutto, è un’intera città ad essere militarizzata e messa sotto scacco. Ogni giorno viene limitato o negato il diritto di sciopero e/o di manifestazione. Ogni giorno giungono segnalazioni di controlli indiscriminati nelle metro e nelle strade che si trasformano in angherie e prepotenze, in una selvaggia caccia al migrante, all’ambulante, al “diverso”.
Il Giubileo dei Poveri indetto da Papa Francesco appare sempre più come l’ennesima e più forte manifestazione della Guerra contro i Poveri lanciata da Renzi ed Alfano. Una vera e propria strategia della paura a cui non intendiamo ne collaborare, ne piegarci. Criminale è chi vuole nascondere con la forza la polvere sotto il tappeto; chi vuole affrontare la povertà con la violenza; chi vuole cancellare diritti e libertà.
Movimenti per il diritto all’abitare