Tweebosbuurt è un quartiere nel distretto di Afrikaanderwijk, abitato per lo più da migranti di origine nord africana, e situato a sud di Rotterdam, vicino al centro città. Ci sono quattro blocchi di piccoli edifici che circondano parchi e giardini pubblici.
Questo distretto è stato gentrificato già da anni, principalmente a causa dell’affitto in forte aumento nel resto di Rotterdam che sta favorendo studenti e yuppy a stabilirsi, e poi a rivendicare la pacificazione di uno degli ultimi quartieri vitali rimasti della città.
Il consiglio comunale ha deciso di prendere sul serio questo problema. Il prossimo passo per il completamento della gentrificazione di Afrikaanderwijk è la totale demolizione di Tweebosbuurt. Il complesso comprende un totale di 600 case e negozi, quasi 25000 m2, dove 535 di questi sono proprieta’ di Vestia, un ente privato proprietario e gestore di edilizia pubblica sociale che è incaricato dal consiglio comunale di Rotterdam di trasformare questo pachidermico “piano sociale” in realtà. Vestia è pagata 24 milioni di euro solo per lo sfratto, escluso il prezzo della demolizione e ricostruzione.
Le 599 case e negozi che devono essere demoliti saranno sostituiti da 374 nuove case. 137 di queste diventerebbero case popolari in affitto; 101 case private in affitto; 143 appartamenti privati. I contratti d’affitto termineranno il 1° gennaio 2020, e la demolizione del quartiere è prevista per aprile 2020. Tutti i prezzi degli affitti aumenteranno e l’unica alternativa offerta alle persone è quella di presentare una nuova domanda per case popolari altrove…
Hanno pero’ sottostimato la resistenza dei residenti. Proteste sono state organizzate sin dal giorno in cui il progetto è stato annunciato nell’estate del 2018. 60 abitanti hanno portato il loro caso in tribunale pero’ senza successo, e sono state organizzate molte manifestazioni, attirando l’attenzione di tutto il paese sul futuro di Tweebosstraat, riuscendo persino ad ottenere sostegno internazionale, compreso il sostegno delle Nazioni Unite. Ovviamente il comune è rimasto impassibile all’opposizione e in definitiva il processo di sfratto continua. Presumiamo fin da ora che almeno un centinaio di case rimarranno sfitte.
Con l’avvicinarsi della scadenza, l’opposizione si inasprisce: i residenti rimuovono le piastre che vietano l’occupazione abusiva per affiggerle di fronte agli uffici di Vestia e forzano le porte degli edifici che verranno demoliti per occuparli nella speranza di rallentare il processo di sfratto. Il risultato… è estremamente semplice venire a vivere qui. I residenti del vicinato aiutano spontaneamente a cacciare gli impiegati di Vestia dagli squat e offrono aiuto durante il giorno per l’occupazione di altre case. Sono anche in contatto con i media locali per cercare di diffondere e rendere pubblica ogni azione. Un collettivo per la gestione dei media e’ gia’ in costruzione.
La polizia rimane per lo più passiva durante l’occupazione delle nuove case. Risulta essere in un certo senso “utile” (senza dimenticare che acab) vietando ai dipendenti di Vestia di forzare le porte degli appartamenti occupati.
Nessuno qui, né Vestia né la polizia, sembra aspettarsi troppa resistenza. La loro sufficienza e disprezzo potrebbero condurli alla loro perdita, a rallentare o addirittura fermare la demolizione. Un intero quartiere potrebbe essere completamente occupato, trasformandolo in una comune.
In una delle più grandi metropoli d’Europa, questo non può che portare del bene.
L’esistenza di un posto come questo potrebbe essere molto rilevante durante l’organizzazione di progetti di contro-potere, come per la contestazione della conferenza UDT2020 (che riunisce a fine maggio a Rotterdam i maggiori produttori di armi di tutto il mondo) o per la prossima Shell Must Fall (che si terrà a metà maggio a occasione dell’assemblea generale annuale di Shell, a 30 km da Rotterdam).
Il nostro sogno e’ di vedere trasformati tutti i negozi in collettivi, di vedere un quartiere in cui centinaia di persone si rifiutavano di pagare l’affitto, di abbattere i recinti che separano i giardini per trasformarli in parchi o orti autogestiti, sogniamo barricate e ruspe di Vestia in fiamme. Questa sembra essere un’ opportunita’ incredibile. L’occupazione di Tweebosbuurt potrebbe diventare una nuova linea del fronte contro il capitalismo e la gentrificazione in Europa, ma per questo abbiamo bisogno di più alleati. Attualmente stiamo cercando persone che vengano a stabilirsi qui.
Se riusciremo a crescere in numero, allora potremo costruire un’ampia rete di contropotere con roccaforte in questo quartiere.
È un appello a chiunque voglia opporsi ad una delle forme più aggressive di gentrificazione in Europa; per cercare di prevenire l’imminente demolizione di centinaia di edifici, per metterli a disposizione dei residenti che rifiutano di andarsene; in un quartiere storicamente abitato dalla classe operaia, composto da diverse decine di migliaia di metri quadrati dove centinaia di case sono già vuote. È anche una chiamata di emergenza: la scadenza è nei prossimi mesi, forse anche nelle prossime settimane.
Un solo colpo in canna, non perdere l’occasione di colpire.
Questa opportunità arriva una volta nella vita, non mancarla.
A presto,
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