In Italia da una ventina d’anni la Val di Susa lotta contro la costruzione della linea ad alta velocità (TAV) che dovrebbe connettere Lione a Torino. Gli abitanti della valle sono risoluti a non lasciar distruggere il loro territorio per il profitto dello Stato e degli imprenditori, che vengono considerati come degli “invasori”. Anche numerose persone venute da fuori partecipano alla lotta esprimendo la loro solidarietà contro questo progetto che incarna la logica capitalista. La costruzione del TAV è la manifestazione concreta di una visione del mondo che oscilla fra la volontà di ricavare sempre più profitti e l’utopia industriale e tecnologica. Per molti è una pietra in più nell’edificazione del nostro sfruttamento e della nostra oppressione.
Alla fine questa lotta è diventata una linea di fronte contro lo Stato e il capitalismo.
Questa battaglia conosce dei tempi forti e dei periodi di calma che sono delle riposte dirette all’avanzata effettiva del cantiere. I NoTAV si organizzano in assemblea. È qui che sono decisi gli orientamenti e le modalità della lotta. L’obiettivo è chiaro: impedire, attraverso gli strumenti considerati più appropriati, l’inizio dei lavori. L’occupazione dei vari cantieri, fino alla loro stessa distruzione come nel 2005, così come il sabotaggio del materiale, permettono il blocco immediato delle ruspe. A medio e lungo termine l’aumento del costo dei lavori ha lo scopo di costringerli a rinunciare al progetto, che ha già inghiottito delle somme colossali. Il solo apparato sbirresco e militare, presente in forza nella valle, costa ogni giorno allo Stato moltissimi soldi.
Lo scorso giugno il cantiere della Maddalena è di nuovo occupato al fine d’impedire i sondaggi, già effettuati sul lato francese. Gli occupanti sono stati sgomberati a colpi di bulldozer e di gas lacrimogeni. Sono in 50.000, disposti su tre cortei simultanei, ad attaccare il 3 luglio la gabbia nella quale gli sbirri hanno chiuso il cantiere. Tutto quello che è stato fatto, quel giorno, è stato assunto collettivamente, ivi compresa la solidarietà con i/le quattro imprigionati/e e questo malgrado i tentativi di divisione da parte del potere. L’assemblea ha risposto “siamo tutte e tutti black bloc”.
In luglio, la Libera Repubblica della Maddalena in esilio si è organizzata in un nuovo accampamento per continuare l’assedio del cantiere, ma questa volta a Chiomonte. In agosto l’assedio si è esteso stabilendo un nuovo accampamento alla Baita, che è sul tracciato del cantiere. Malgrado la pressione quotidiana degli sbirri (pattuglie notturne nei boschi e sui sentieri, raid e controlli), la costruzione dell’accampamento continua! Concretamente le persone in loco invitano tutti e tutte a raggiungere la valle per partecipare all’occupazione. Questa potrebbe anche diventare l’occasione per incontrare della gente che lotta e per tessere nuovi legami con dei compagni locali e stranieri.
Per la costruzione del campo e per la sua difesa servono braccia, materiale e attrezzi in quantità!
È in solidarietà con la lotta contro il TAV che organizziamo alla Buissonnière, uno squat nella banlieue parigina, una discussione-proiezione seguita da un concerto il 25 settembre a partire dalle 15 fino alle 22 (indirizzo : 3, place Moreau David, RER linea A, Fontenay-sous-bois).
La cena e le bibite saranno a offerta libera: i benefici serviranno a comprare del materiale per l’edificazione e la costruzione dell’accampamento e per le spese giuridiche legate agli arresti (mandati, avvocati).
Per maggiori informazioni:
http://labuissonniere.toile-libre.org/
Tradotto dal francese da:
http://paris.indymedia.org/spip.php?article8403