Milano – Comunicato post-sgombero Piscina |
Comunicato post sgombero
(fu piscina del popolo, fu un sacco di altre cose)
Malgrado lo stabile fosse vuoto da almeno una decina d’anni e non fosse ancora in condizione di essere abitato, troviamo al suo interno un divano letto e qualche scatolone di effetti personali lì trasportati in tempi successivi al nostro ultimo sopralluogo. Una bella sfiga ma niente di grave. Malgrado i preparativi non sempre le cose vanno come dovrebbero e certi imprevisti sono sempre da mettere in conto e da affrontare passo passo.
Dopo la prima notte abbiamo quindi deciso quindi di lasciare il posto, non per le sceneggiate ridicole di un borghese impaurito dall’attacco alla sua proprietà né per paura delle minacce di sgombero abbaiate dalla DIGOS, ma per un ragionamento collettivo maturato tra i compagni e le compagne nelle ore in cui abbiamo considerato comune quel posto.
1.Abbiamo fretta. Questo è innegabile. Troppo a lungo senza tetto non ci si può rimanere e le cose a questo mondo vanno così veloci che non ci si può attardare troppo per strada in cerca di casa. Allo stesso tempo però non bisogna cadere in automatismi, nell’occupazione vissuta solo come risposta ad uno sgombero. Nel fare una cosa perchè è giusto farla. La pratica dell’occupazione in noi corrisponde ad un insieme complesso di esigenze irriducibili ad un solo piano militare, etico, tattico che sia. Casa, lotte, mezzi materiali, vita comune, devono trovare il giusto territorio dove gettare insieme nuove radici.
2.Se c’è una cosa ampiamente dimostrata quest’anno a Milano è che rioccupare è possibile. E quel segnale crediamo abbia fatto bene a tutti/e. Riteniamo in questo momento di avere priorità più importanti che non quella di entrare in un gioco a due tra noi e la Questura, stretto tra sgomberi e rioccupazioni, turni di guardia e prove di forza. Ora c’è bisogno di qualcosa di più, occorre fare un passo avanti e porsi seriamente la questione della difesa politica e materiale di un posto, senza compromessi con polizia o sodalizi con politicanti di turno. Non saremo forse noi a risolvere la questione e se sarà risolta non lo sarà domani, ma di certo questo sarà un punto da cui ripartire in futuro. Lo spazio di via Toscana, come abbiamo scoperto nostro malgrado, non si prestava a questa ripartenza.
Altre case vuote attendono di essere riportate alla luce in questa strana primavera nucleare.
bagnanti senza costumi