Street Parade con l’amaro in bocca |
Accanto ai monumenti e sulle strade del cuore delle città, sfilava una popolazione gioiosa, divertita e divertente che rievocava lo spirito carnevalesto del gioco e della satira.
Eravamo veramente tanti la sera di martedì 7 marzo, contenti di esserci e di mostrare attraverso le rappresentazioni e le maschere i contenuti forti di rivendicazioni diverse ma che tutte insieme costruiscono l’azione politica che ogni giorno vive in questa città e non solo. Diritti universali come la casa, il reddito, la libertà di movimento attraverso le frontiere e sulle strade di una città, Roma, che si sta sempre più chiudendo a protezione dei poteri forti e ultraterreni. Forse eravamo 10000, forse di più, la festa era una vera gioia, ovvero aveva in sé tutta la potenza che possono esprimere tanti corpi felici. Questo era il senso della street parade di carnevale, questo era quello chevolevamo.
Volevamo quindi condividere, partecipare all’espressione dei tanti bisogni che solo insieme possiamo soddisfare. Le strade, fino ad un certo punto, erano finalmente diventate il luogo in cui si muove la vita, spazio pubblico in cui respirare aria nuova per riossigenarci e costruire insieme altre comunicazioni.
Da questo senso di partecipazione e condivisione qualcuno si è voluto però staccare, sfruttandolo per coprire scelte singole ed individualiste che non hanno fatto altro che rompere l’atmosfera ed il senso della street parade.
Crediamo che di solitudini narcisiste ed inconsapevoli questa società sia già piena e che non si possa più pensare di agire sulla moltitudine forzandola.
Crediamo che aver rotto questa atmosfera e questa forza comunicativa, di aver rotto un modo di partecipare a cielo aperto, tra migliaia di persone radunate senza che nessuno indirizzasse emozioni e sensazioni, sia un fatto gravissimo.
Non possiamo esimerci dal condannare quelle individualità irresponabili che hanno messo a repentaglio, non solo la street parade, non solo le future possibilità di riprenderci le strade, ma anche l’incolumità fisica delle persone.
Ma dobbiamo anche per l’ennesima volta denunciare la responsabilità delle forze dell’ordine, che hanno risposto con una carica ferocissima contro il corteo.
Da qui la considerazione che evidentemente qualcuno non aspettavano altro, per condannare la partecipazione attiva alla vita politica che nasce dal basso.
Certo è che qualcuno ha lavorato proprio perché ciò accadesse, in modo cosi di legittimare definitivamente la chiusura della città a qualsiasi opposizione sociale. ?
Ma quello che vogliamo mettere in evidenza è che le migliaia di persone, giovani donne e uomini, che avevano scelto quel luogo avevano costruito una grande e fantasiosa occasione in cui esprimersi e vivere la città. E che questo era ed è il senso di queste presenze. Ed è per questo che il significato politico dell’intera street parade non si può esaurire in alcuni avvenimenti. Eravamo in migliaia a manifestare la vita, a reclamare spazi, tempi ed occasioni per tutti; eravamo in migliaia per evidenziare nella gioia della festa che non va poi tutto così bene, finchè la vita sarà espulsa, usata e mercificata.
Lab 00128 (ex csoa auro e marco) Roma