Lunedi 2 giugno, a pochi giorni dallo sgombero avvenuto il 28 maggio decine di persone decidono di riprendersi ciò che gli era stato tolto, viene rioccupato il Rabèl Bar Libreria un luogo aperto a tutti dove poter fare socialità, scambiarsi idee e fare controinformazione situato proprio sotto la Mole Antonelliana, simbolo della città di Torino.
In un mese di occupazione il Rabèl è stato luogo di tante inizitive: attività informative, benefit, pranzi solidali e sopratutto ha permesso di creare stretti rapporti tra individualità che prima nemmeno si conoscevano.
Ma il 3 giugno Torino è svegliata da una mega inchiesta che piomba sulla spalle di molti compagni che ogni giorni portano avanti la lotta sugli sfratti. Vengono eseguiti 29 misure cautelari e 111 sono gli indagati, dalla grandezza dell’operazione rimaniamo un po stupiti ma qualcosa nell’aria si odorava da tempo. Molti compagni e sopratutto amici finiscono in carcere con accuse che non stanno in piedi, le stesse persone che in queste settimane ci hanno aiutato a portare avanti questo progetto e far vivere il Rabèl.
Approfittando della massiccia mobilitazione di forze dell’ordine e grazie alla confusione creata dai numerosi arresti e provvedimenti, gli sbirri intorno all’una riescono a sgomberare lo stabile dopo nemmeno un giorno di occupazione.
La mattina la stampa scriveva già che il Rabèl era stato sgomberato, era stato deciso gia tutto prima e la questura con le solite veline di Numa aveva lanciato avvisaglie.
L’ operazione di sgombero oltre ai soliti sgherri della DIGOS è supportata da agenti dei ROS che minacciano i compagni saliti sul tetto di intervenire con violenza e procedere all’ arresto se si fossero rifiutati di scendere. Gli occupanti decidono allora di scendere volontariamente per non peggiorare ulteriolmente la situazione e implementare il già elevato numero di vittime della repressione.
Vogliamo sopratutto ringraziare il quartiere per la solidarietà ricevuta: sinceramente non ce l’aspettavamo e siamo rimasti stupiti nel vedere le persone dei palazzi a fianco, i vicini passare per portarci libri, mobili, cibo e quant’altro servisse per la libreria. Ci è stato chiesto quando saremmo tornati, erano felici di veder vivo e ripopolato un luogo abbandonato da tempo.
Certamente non saranno i servi dello stato a farci paura e cancellare ciò che e stato costruito in questo mese.
Lo spirito continua, piu forti ed incazzati di prima.
Ci vediamo presto! Avrete nostre notizie!
Rabèl se non qui ovunque.
Solidarietà a tutte le persone che ogni giorno lottano contro ogni autorità ed imposizione e per questo sono rinchiusi dentro una galera o nella propria casa o in qualsiasi modo privati della libertà
Occupanti del Rabèl