Roma non si vende! Cancellate la delibera Tronca!

manifestazione_Roma_non_si_vendeTutti, nessuno escluso, continuano a ripetere che in Italia non bisogna più costruire, che bisogna recuperare e riusare ciò che già esiste, che l’invenduto, soprattutto in periferia, perde costantemente valore immobiliare e resta vuoto, che la città del futuro va basata sulla rigenerazione urbana, sul rammendo, sull’abitare sostenibile.

Lo dice l’Ispra con i suoi dati e lo conferma l’Ance, l’associazione delle aziende edili. Il suolo consumato in Italia, in un contesto idrogeologico a rischio, è decisamente troppo e Roma è in testa per gli ettari consumati dal cemento. Molto di questo è rappresentato dagli immobili invenduti, 120mila nell’intero paese, almeno 10mila a Roma. Ben 200mila appartamenti nella capitale destinati a rimanere vuoti e inutilizzati, nonostante il precipitare dei prezzi, sempre troppo alti per una larga fascia di popolazione in emergenza abitativa.

Il fallimento delle politiche nazionali su questo tema è più che evidente. Il Piano Città del 2012 è praticamente inattuato e il cosiddetto “Piano casa” della coppia Renzi/Lupi non solo non ha mosso niente, ma risulta applicato solo nella parte più odiosa, l’articolo 5 che nega residenze, acqua e luce a chi occupa per necessità. La neo assessora Baldassarre dovrebbe sapere cosa significa per le bambine e i bambini questo vergognoso provvedimento.

Pochi giorni fa il ministro Delrio e il suo vice Nencini hanno rilanciato sul ripristino degli alloggi popolari, mentre Demanio e Infrastrutture non trovano nessuno spunto per usare l’importante Patrimonio pubblico in dismissione. Tante parole vuote e soldi che girano da un ministero all’altro, qualche volta arrivano agli enti locali e si perdono in tanti rivoli quando non finiscono nel malaffare.

In questo contesto disastrato, molte città hanno cambiato governo e ora nuovi sindaci e nuove sindache sono alle prese con un diritto primario negato come quello alla casa. Virginia Raggi è tra queste. Ha già sul suo tavolo l’impugnazione, sostenuta dai movimenti per il diritto all’abitare, della delibera n. 50 del commissario Tronca, ma forse non l’ha letta perché alle prese con ben altre incombenze. Una delibera, quella di Tronca, che dovrebbe essere lo strumento di applicazione della delibera regionale sull’emergenza abitativa, strappata dai movimenti con formidabili lotte e ora arenata, bloccata, sequestrata da una classe politica inerte e poco coraggiosa, o peggio ostaggio di interessi confliggenti con lo spirito e l’indirizzo della delibera regionale in oggetto.

Questo strumento va liberato dagli ostacoli che sta trovando sul suo cammino. Perché è questa la strada che va percorsa se si vuole parlare veramente di rigenerazione urbana e di riuso e se si vogliono trovare soluzioni non emergenziali al fabbisogno di case di migliaia di persone in questa città. Lo diciamo a chi governa la Regione Lazio, che ha dimostrato coraggio nell’approvazione della delibera salvo poi rimanere in silenzio rispetto al colpo di mano di Tronca, e alla neo sindaca il cui primo atto in tema di questione abitativa dovrebbe essere la cancellazione della delibera 50 lasciata in eredità dal commissario Tronca alla nuova amministrazione capitolina.

Servono atti concreti e non buone intenzioni! Soprattutto non si pensi di risolvere le emergenze con l’intervento della magistratura e della questura. E nemmeno con le graduatorie differenziali per migranti e italiani come propone Fassino. I diritti non sono una questione etnica o di ordine pubblico.

Ci vediamo in città!

Movimenti per il diritto all’abitare

Abitare nella Crisi http://www.abitarenellacrisi.org/wordpress/2016/07/12/roma-non-si-vende-cancellate-la-delibera-tronca-oralecase/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=roma-non-si-vende-cancellate-la-delibera-tronca-oralecase