NESSUNA ESPULSIONE È “NORMALE”
Lo squat di via della Renardière 6, a Montreuil, è stato aperto lo scorso Marzo da alcune persone che avevano bisogno di una casa, con la voglia di vivere in maniera collettiva e senza dover spendere una fortuna ogni mese per pagare qualche metro quadrato d’affitto. La casa era in stato d’abbandono da più di un anno ma, come spesso accade, nel momento in cui ha ricominciato ad essere abitata, la proprietaria si è affrettata a tentare di sgomberare gli e le occupanti. Durante il processo per lo sgombero, è arrivata a mentire senza vergogna sulle sue vere intenzioni: ha addotto come pretesto di voler dar un alloggio a sua madre nella casa occupata, mentre tutti nel quartiere sanno che il suo progetto è di distruggere l’edificio e fare dei profitti costruendo degli appartamenti, prevedendo un innalzamento degli affitti grazie all’estensione della linea 11 della metropolitana fino al quartiere della casa occupata. Senza sorpresa, i giudici hanno deciso lo sgombero degli e delle occupanti.
Mercoledì 28 ottobre, qualche giorno prima della tregua invernale (che in Francia permette teoricamente/legalmente, alle persone che rischiano uno sgombero, di avere una proroga tra il primo Novembre e il 31 Marzo), la prefettura a inviato decine di sbirri a sgomberare lo squat della Renardière.
Verso le 11.30, decine di sbirri in tenuta anti-sommossa, appartenenti al GSO-93 (Gruppo di sostegno operativo, l’equivalente delle Compagnie di messa in sicurezza e d’intervento create per gli “interrogatori delicati”) e alla BAC (Brigata anti-criminalità) arrivano con parecchio materiale. I e le sei occupanti si sono barricati-e all’interno della casa, e sono già sul tetto all’arrivo degli sbirri.
Le barricate tengono una ventina di minuti e gli sbirri alla fine entrano nella casa. Fuori, delle persone solidali cominciano ad arrivare, e ci sono le prime tensioni con la sbirraglia che blocca il quartiere.
Anche se uno sbirro della BAC, da terra, tiene il mirino puntato del suo LBD-40 (flashball di lunga gittata), sul tetto il morale è alto, e c’è tutto quello che serve per resistere (cibo e acqua). Si urlano degli slogan , in coro con le persone in basso, che sono ormai parecchie decine (compagni e compagne, vicini-e, gente del quartiere, in particolare dei e delle Rom minacciati-e anche loro di sgombero a boulevard de la Boissière 250).
– « Grève, grève, grève des loyers, et crève, crève les flics et les huissiers » (Sciopero, sciopero, sciopero degli affitti, crepino, crepino, gli sbirri e gli ufficiali giudiziari)
– « Les loyers sont chers, occupation ! Et les maisons sont vides, occupation » (Gli affitti sono cari, occupazione! E le case sono vuote, occupazione!)
In strada, vengono lanciati slogan contro le espulsioni e contro gli sbirri. L’ostilità verso questi ultimi è palpabile, così come la solidarietà verso gli e le occupanti. Dei tentativi di blocco stradale di boulevard de la Boissière vengono violentemente respinti dagli sbirri, che scattano a ogni minimo movimento, dei cassonetti vengono ribaltati lungo la strada. Gli sbirri della BAC sono molto aggressivi e tesi per la situazione.
Dopo avere sfondato, con difficoltà, i lucernari dai quali erano passati-e gli e le occupanti, gli sbirri si mettono a distruggere il tetto dall’interno! A colpi di martello, le tegole che saltano sui e sulle vicini-e… Gli sbirri segano delle travi del tetto, spaccano tutto all’interno, abbattono quasi tutti i muri, e più il tempo passa più i buchi nel tetto si allargano…
Parecchi sbirri cercano di far scendere gli e le occupanti, attraverso minacce e insulti.
Di fronte alla determinazione delle sei persone sul tetto, a poco a poco arrivano dei rinforzi di repressione: all’inizio i pompieri, con delle nuove scale e delle telecamere e macchine fotografiche! Poi la BRI anti-commando (la Brigata di ricerca e d’intervento, detta “antigang”) ! I capi del GSO-93 a questo punto insistono per farci scendere da soli, infastiditi di dover essere rimpiazzati dall’”élite” degli sbirri nel momento clou dello spettacolo, mentre sono là da quasi quattro ore. Insistono invano.
Gli sbirri della BRI anticommando fanno scendere di forza le sei persone sul tetto, una a una, verso le 15.15, direttamente attraverso uno dei grandi buchi fatti nel tetto…
NESSUNA BRUTALITÀ POLIZIESCA È “NORMALE”
Nella stanza sotto, protetti dagli sguardi esterni, un branco di imbecilli del GSO-93 picchiano i-le sei occupanti, uno-a dopo l’altra-o, in cinque o sei contro uno-a, strangolamento, soffocamento, torsioni delle braccia e colpi in pancia, sulle costole, sulle gambe, sulle parti genitali per alcuni, e nonostant frasi come “non in faccia, non bisogna lasciare tracce”, pronunciate da uno dei capetti, parecchi colpi partono anche in faccia. Un clima di terrore breve e intenso… “Bravi ragazzi, va bene!”, si sente dire da un capo alla squadra.
In basso, nel giardino, gli e le occupanti sono ammanettati-e et malmenate-i, insultati-e e picchiate-i di nuovo. L’esercizio del terrore prosegue indisturbato. Alcuni zaini sono aperti e vuotati sul posto, gli affari personali vengono rubati o sparsi a terra (vestiti, sacchi a pelo, macchine fotografiche, libri – questi ultimi sono stati ritrovati più tardi nel cassonetto!).
Gli sbirri portano quindi i-le sei occupanti verso due veicoli della polizia, continuano le botte, gli insulti e le piccole torture. Cinque persone sono condotte ad un semplice accertamento d’identità, mentre la sesta è messa in fermo per “oltraggio” (un grande classico, il capo d’accusa per ogni occasione…).
I-le cinque escono dal commissariato di Montreuil dopo quattro ore, mentre il sesto esce dal fermo a mezzogiorno del giorno dopo, con un richiamo formale alla legge.
LA BANALITÀ NON È UNA FATALITÀ
Queste violenze poliziesche, a base di botte camuffate di cinque contro uno-a, con gli incoraggiamenti dei colleghi di fianco, sono esperienze scioccanti. Di certo però sono ordinarie. Ma per quanto siano quotidiane, restano rivoltanti.
Come altre brigate, gli sbirri del GSO-93 sembrano rodati, abituati a questo scenario di botte.
Ogni giorno delle persone subiscono delle violenze poliziesche. Dato che la polizia è un’istituzione il cui fine è di proteggere la dominazione borghese, è contro i poveri che queste violenze poliziesche sono più frequenti. Gli sbirri non si devono stupire se in certi quartieri la polizia è odiata in maniera generalizzata, e attaccata spesso e volentieri. Questi momenti di botte e d’umiliazioni esistono per abbatterci e farci tacere. Non fanno che rinforzare il nostro odio contro la polizia e lo Stato.
Se siamo usciti-e più o meno indenni da questa espulsione, noi non dimentichiamo le centinaia di persone che sono morte tra le mani della polizia francese, né le migliaia di persone ferite dagli sbirri. Sappiamo che la libertà non sarà possibile finché delle milizie armate semineranno la legge e il terrore.
In un mondo in cui degli individui sono proprietari di molte case mentre altri non riescono a pagare l’affitto, organizziamoci per resistere agli sgomberi degli squat e delle occupazioni, agli sfratti, etc., per rendere più difficile il lavoro sporco degli sbirri e per attaccare tutte le forme di dominazione.
Giovedì 29 Ottobre 2015
Gli e le ex-abitanti di via della Renardière 6 e delle persone solidali
Face à la police, me rendre ? hors de question !
L’uniforme bleu, depuis tout p’tits, nous haïssons.
113 « Face à la police » (1999)
(Di fronte alla polizia, arrendermi? È fuori questione!
L’uniforme blu, fin da piccoli, odiamo.)
Des tags et affiches dans le quartier de la Boissière (sur la Renardière, sur Nexity et ailleurs) – photos prises le 30 oct. 2015:
[In francese.]