Sono passate alcune settimane dallo sgombero della palazzina di via Giacinto Collegno. Nonostante la solidarietà del quartiere una decine di famiglie, donne uomini e bambini senza casa o sotto sfratto, fu messa per strada nella totale indifferenza delle istituzioni. Solo proposte tampone (ospitalità presso una palestra della Protezione Civile) e permanenza per poco tempo in strutture di fortuna: questo ciò che seppe offrire il Comune. Un paio di famiglie accettarono ma la stragrande maggioranza rifiutò, nonostante le minacce della polizia, quelle che erano palesi prese in giro.
Da allora queste persone hanno dovuto arrangiarsi per potere avere un tetto sopra la testa, contando solo sulla solidarietà di chi conosce il dramma di una sfratto. Ma oggi, alla vigilia dell’inverno, il rischio di non riuscire ad avere una sistemazione si fa concreto, con auto o garage come unica alternativa.
Per questo, per potere avere una casa decente, l’occupazione rimane l’unica possibilità. In una città con migliaia di palazzi vuoti, avere gente senza dimora diviene il segno della profonda ingiustizia che ci circonda. Proprietari assenti che lasciano nel degrado migliaia di alloggi da un lato e uomini, donne e bambini costretti alla strada; in mezzo le istituzioni incapaci di dare risposte ai bisogni nella ostinata difesa della “legalità” che senza giustizia sociale è solo una parola priva di significato.
Le palazzine vuote sono un lusso che la città di Torino non si può permettere: le famiglie sgomberate di via Collegno hanno deciso di occupare l’edificio di via Modane, abbandonato da tempo, per riaffermare con forza che il diritto alla casa è imprescindibile per una vita dignitosa.
Una occupazione è un atto di coraggio e queste famiglie ci insegnano a non abbassare la testa quando la crisi ci travolge con tutto il suo carico di sofferenza.
Basta case senza gente,
Basta gente senza casa!
http://gabrio.noblogs.org/post/2015/12/05/senza-casa-non-so-stare-benvenuti-in-via-modane-5/