La missione dei padri Monfortani sarà sicuramente quella di alleviare caritatevolmente le anime disperate confortandole con la fede e la preghiera, però non è certo quella di sostenere nel disagio le famiglie che non hanno una casa e hanno trovato un tetto nelle palazzine vuote da dieci anni in via Prenestina 1391.
Anzi, la necessità di non vedere sfumare l’affare che stanno tentando di fare con Cassa depositi e prestiti per farsi finanziare un progetto di housing sociale utile ad avviare un percorso speculativo sugli immobili in questione, ha avuto probabilmente la sua buona parte nello spingere padre Angelo Epis a recarsi in questura per sporgere denuncia contro gli occupanti, chiedendone di fatto lo sgombero immediato. Il zelante missionario ha messo nelle mani di Prefettura e forze dell’ordine il futuro di 120 famiglie, quasi 400 persone tra cui molte bambine e molti bambini. Da domani quindi la misericordiosa attenzione della chiesa avrà ottenuto il ripristino dei luoghi e avrà messo per la strada al freddo invernale tante pecorelle smarrite.
Perchè tanta solerzia e così poca disponibilità a trovare soluzioni? Non sarà per caso che in questo modo, con la svolta securitaria voluta dal duo Gabrielli/Tronca fatta di licenziamenti, divieti, retate, sfratti e sgomberi- come quello in corso nell’occupazione abitativa di Villa Lauricella al Pigneto- si intende anche rispondere alle dichiarazioni di Orfini, dopo la manifestazione dei movimenti al Brancaccio? Il presidente del Pd ha affermato che la questione casa non è un problema di ordine pubblico e necessita di risposte sociali non repressive, attaccando anche l’articolo 5 del famigerato e inutile piano casa dell’ex ministro Lupi che nega la residenza a chi occupa per necessità.
La pronta risposta dei movimenti e soprattutto delle famiglie occupanti, decise ad opporre resistenza allo sgombero, ha strappato una tregua di ventiquattr’ore utile a verificare la possibilità di avviare una trattativa con il vicariato e con i padri monfortani, proprietari dell’immobile.
Sono 24 ore preziose, non rendiamoci complici di questo ulteriore scempio umano e sociale, mobilitiamoci in tutte le forme possibili in solidarietà con le famiglie che rischiano di essere sgomberate.
Facciamo in modo che dalla città si levi un grido di indignazione in grado di risuonare fin dentro gli ovattati e chiusi palazzi che decidono.
Il 28 gennaio appuntamento dalle ore 5 in via Prenestina 1391: alziamo un muro popolare contro lo sgombero!
BASTA SGOMBERI!
ROMA NON SI VENDE!
ROMA SI DIFENDE!
Movimenti per il diritto all’abitare