Claviere (Piemonte) : Chez Jésus ancora sullo sgombrero

Alé, le carte sono scoperte.

È il prete ad averci denunciato. Don Angelo Bettoni, 78 anni.

Nessuno è sorpreso. passa le sue giornate a osservare e insultare le persone di passaggio e i solidali per le strade di Claviere. « Tornate al vostro paese », « selvaggi », « schifosi », « stronze », « streghe »…

Che ci sia una denuncia contro questa occupazione, si sapeva. La notizia esce ora. Perché?Perché forse i tempi sono maturi per lo sgombero.
Perché l’estate sta finendo, e il turismo con lei.
Perché stanno tentando di poter mostrare una faccia pulita in questo sgombero, come è stato per la palazzina dell ExMoi.
Perchè il « nuovo posto » a Oulx, l’alternativa istituzionale al Rifugio Occupato di Claviere ormai è pronto e aprirà a metà settembre.
Quindi, si inizia a preparare il campo mediaticamente.

Questi locali appartengono alla Chiesa. Il prete di Claviere denuncia. « Invasione di edificio e danneggiamento ». La prefettura sgombera. E il nuovo posto che apriranno a Oulx, sarà nelle strutture dei salesiani.

E sono tutti contenti. La Chiesa, che smette di avere il peso economico e politico di un sottochiesa occupato da migranti e solidali. I salesiani, che ci guadagnano un affitto. Le associazioni che ci lavoreranno dentro. Il Comune di Claviere, che forse vuole solo la tranquillità del suo paesino ricco e turistico, e dimenticarsi di essere zona di frontiera e quindi di passaggio.

La Prefettura, che si toglie un problema politico rispetto la Francia. La Francia, che non vuole essere disturbata nella gestione del suo confine, e le è scomodo un posto dove questi meccanismi repressivi e di controllo vengono decostruiti e combattuti.

Qui nessuno è straniero. Per noi ognuno dovrebbe essere libero di scegliere su che pezzo di terra vivere. Senza stati o frontiere che selezionano, dividono, uccidono.

Che diranno che la causa dello sgombero sono dei disegni sul muro, una porta rovinata, dei problemi con qualche abitante di Claviere o il camping organizzato contro le frontiere, viva la fantasia. Sempplicemente è nell’idea dello Stato di cancellare ogni possibile forma di organzizazione che esca dai suoi parametri e che non controlla, identifica, seleziona. Che non gestisce ma che si richiama alla libertà e all’auto-organizzazione.

E nessuno qui insulta o accusa « gli abitanti » di Claviere. Come in ogni dove, esistono i solidali. Ci sono persone che sono passate a portare cibo e vestiti, a conoscerci, capire cosa si faceva qui in questo sottochiesa. Ma ci sono anche razzisti e persone che qui, semplicemente, non ci vogliono. E che sono venute più volte a insultare e ad attaccare.

La solidarietà, è solo benvenuta. Il resto no.
Fino a quando esisteranno le frontiere esisterà qualcuno disposto a mettersi in gioco per abbatterle.

Non sarà uno sgombero a fermare questa lotta.