DIARIO DI BORDO 07-06-2014
Esattamente una settimana fa, sabato 31 maggio, abbiamo occupato uno stabile a bergamo, in via corridoni 35, con lìintento di farne in primis la nostra casa, sperimentando nuovi modi di condivisione di vita e di collaborazione, ed in secondo luogo per farne uno spazio aperto alla città, in una strategia logistica che permetta di organizzarsi più facilmente tra di noi e con le persone affini. La casa in questione era adatta alle nostre esigenze in quanto presentava una parte facilmente riportabile alla condizione di stanze abitabili, ma anche uno spazio più ampio da allestire a bar, sala per dibattiti, ecc…Da subito il posto ci era piaciuto, e siamo stati accolti/e benevolmente dal quartiere e dal vicinato. in pochi giorni però lo stabile si è rivelato portatore anche di problematiche ingenti che non si potevano scoprire precedentemente: inanzitutto manca l’acqua, sia potabile che non, problema facilmente risolvibile se non fosse che anche l’impianto fognario è completamente assente. Infatti quando qualche anno fa è stata cotruita la linea tranviaria TEB, adiacente allo stabile, la fognatura della casa è stata tranciata e chiusa di netto e non è stata ripristinata vista la condizione di abbandono del posto. Questo ha reso lo stabile non solo inagibile ma soprattutto invivibile a lungo termine. Riteniamo comunque che le lotte per la casa e per le occupazioni in generale al di fuori di qualsiasi logica di assistenzialismo, quindi in un ambito di autogestione e autorganizzazione delle lotte, presentino piena legittimazione politica. Questo soprattutto considerata la repressione che sta colpendo queste lotte, ricordiamo e portiamo solidarietà agli/lle compagn* arrestat* e indagat* nella maxi operazione repressiva del 3 giugno a Torino e a tutti gli sgomberi che stanno avvenendo nell’ultimo periodo. La repressione e la guerra dei governi alle occupazioni è tra l’altro visibile anche nella nostra città, in cui un’occupazione abitativa di famiglie e giovani (quella del XComitato di Lotta per la Casa a Celadina) si è vista recidere le utenze subito dopo l’approvazione del decreto casa di renzi, e in cui un’altra occupazione con l’intento da subito di creare socialità e aggregazione (il KAP – Kascina Autogestita Popolare) è da mesi sotto sgombero da quando il comune ha messo in svendita lo stabile.
Per questo motivo la nostra è una scelta puramente strategica: il progetto PIRATEN ETXEA non si ferma.
Gli/le occupanti del Piraten Etxea
“Siam pirati tutti neri e per casa il cielo abbiam”