Bologna meticcia e solidale ha risposto in forze alla chiamata di piazza a poco più di una settimana dal non-sgombero lampo in via Agucchi, che ha segnalato alla città e non solo l’ arroganza delle istituzioni da un lato e la tenacia resistente di una comunità che solo poco più di un mese fa si era frapposta allo sgombero coatto dell’ Ex-Telecom.
Come prassi consolidata nelle marce della dignità dalle periferie al centro, Social Log e il mondo di solidarietà che si sta stringendo attorno alla lotta per il diritto all’ abitare si è dato appuntamento nel cuore della Bolognina, quartiere in cui negli ultimi mesi continuano a intrecciarsi quotidiane storie di resistenza agli sfratti e sempre più persone hanno stretto legami con i percorsi di autogestione partiti dalle occupazioni abitative.
All’ appuntamento cittadino oltre agli occupanti di case, alle famiglie sgomberate e al comitato inquilini resistenti,sono accorsi sindacati di base e conflittuali, studenti delle scuole superiori e universitari, i Partigiani della Scuola Pubblica e molte altre persone che da tempo solidarizzano con le istanze di lotta per il diritto all’ abitare, capace di mettere in contraddizione le politiche delle governance e mettere a nudo le istituzioni di fronte alla volontà politica di non risolvere le problematiche poste in essere.
Una città che ha visto oltre 1500 sfratti esecutivi quest’anno, e che al contempo ha 14 mila alloggi vuoti e centinaia di persone a cui si prospetta la strada come soluzione di vita per sé e i propri cari.
Una contraddizione emersa con forza nello sgombero di via Agucchi, dove la riappropriazione di un tetto da parte di persone senza casa è stato bollata come questione di ordine pubblico e non per la sua politicità.
A distanza di dieci giorni, la comunità meticcia e solidale in lotta per il diritto alla casa ha mostrato non solo di non farsi piegare dall’aggressione subita, ma di rilanciare con maggior forza le proprie rivendicazioni, a partire da una moratoria sugli sfratti e la cessazione degli sgomberi di occupazioni abitative.
Immagine molto eloquente è stata determinata dal passaggio del corteo di fronte all’ ExTelecom, ancora blindato e con la celere schierata in assetto antisommossa all’ ingresso del mega-edificio ora tornato a essere vuoto.
Proprio lì è stato ribadito che i percorsi di riappropriazione riguardanti decine di stabili in disuso non si fermeranno.
Raggiunta la centrale via Indipendenza, la manifestazione si è conclusa con un pensiero delle decine di bambini occupanti o sotto sfratto presenti, che hanno posato delle casette di cartone sotto il grande Albero di Natale addobbato in Piazza del Nettuno: sono le case in cui tanto aspirano di poter vivere senza il pensiero di finire in strada.