Il popolo della lotta per la casa e tantissimi studenti, giovani e meno giovani, italiani e migranti oggi hanno portato la voce e la protesta di chi subisce la quotidianamente gli effetti della crisi economica direttamente in piazza del Duomo.
“Prima i poveri!” la parola d’ordine della manifestazione: “i soldi pubblici ci sono sempre per salvare le banche, per le grandi opere inutili come la TAV e l’EXPO, per le spese militari, per favori costruttori e cooperative amiche. Eppure non ci sono mai quando si tratta di garantire casa, reddito e dignità a chi vive in difficoltà economica”. Chiara anche la contrapposizione al “Prima gli italiani” sostenuto dalla destra neofascista con lo scopo di scaricare sui migranti le responsabilità della crisi e dell’impoverimento diffuso. Proprio agli sciacalli di Fratelli d’Italia oggi la Questura di Firenze aveva consegnato il centro storico per una patetica e malriuscita passerella elettorale.
Cariche della polizia e scontri quando la manifestazione ha mosso i primi passi dall’angolo della piazza, praticando il diritto a manifestare di quel pezzo di città che chi governa vuole invisibile e zitto. Diversi feriti a causa delle manganellate, in particolare un uomo che dopo essere stato colpito alla testa mentre era a terra è stato trasportato in ambulanza al pronto soccorso, tra l’indignazione dei passanti.
Nonostante l’aggressione violenta della polizia il presidio si è ricompattato e ha sfilato nelle vie del centro al grido di “Firenze libera!”. Il corteo si è concluso in piazza Annigoni dove i diversi soggetti protagonisti della piazza hanno ripreso parola, rivendicando la legittimità delle lotte a far sentire la propria voce in un centro città che si vuole ridurre a vetrine e shopping e rilanciando su una nuova stagione di lotte sociali.
Di fronte alla provocazione fascista e al tentativo della Questura di ristringere al minimo l’agibilità dei movimenti, la Firenze meticcia delle lotte sociali ha dimostrato non volersi fare mettere all’angolo. L’isteria repressiva che si sta facendo avanti in città rende la cifra delle difficoltà a cui le lotte stanno costringendo il governo della città. Nessun passo indietro, quindi, da parte della città che lotta. Ma anche una comune determinazione a non rinunciare a fare un passo avanti.
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