Sono passati solo tre giorni dall’inizio dell’occupazione che vede la presenza di nove famiglie all’interno di una palazzina nel centro di Riglione. Eppure tutto è cambiato. Basta passare di fronte allo stabile per vedere il continuo affaccendarsi che regna nell’area: le famiglie che adesso vivono in via Marsala, aiutate dalle molte altre famiglie e singoli che fanno parte del Collettivo Prendocasa, si stanno dando da fare 24 ore su 24 per cancellare dallo stabile i segni più tangibili dei numerosi anni che lo hanno visto vuoto. C’è chi finisce di eliminare le frasche che ingombravano il giardino, chi spazza in terra, chi prepara il pranzo per gli altri, chi gioca con i bambini.
Il via vai che ha preso vita intorno allo stabile vede poi un continuo afflusso di persone del quartiere: c’è chi viene per capire meglio cosa sta succedendo, chi per offrire qualcosa da mangiare, chi per offrire il proprio aiuto per i lavori necessari, e chi per parlare dei propri problemi relativi all’abitare. Proprio per rispondere a quest’ultima esigenza mercoledì pomeriggio sarà disponibile lo sportello per il diritto alla casa del collettivo Prendocasa.
Gran parte dei lavori messi in atto in questi giorni vertono sul recupero degli enormi fondi che si trovano al piano terra della struttura. L’idea degli occupanti è restituirli alla collettività, realizzando al loro interno progetti di utilizzo utili per tutto il quartiere. Al momento le idee sono molte: una ludoteca per i bambini, una palestra, una biblioteca, una sala studio…
Intanto vanno avanti anche le trattative con la proprietà dello stabile: ieri è stata formalizzata la proposta degli occupanti di poter usufruire della struttura, pagando un affitto canone concordato.
Domenica ci sarà il primo momento di apertura “ufficiale” al quartiere, con un pranzo in giardino e un pomeriggio dedicato all’intrattenimento dei bambini e alla socialità.
E’ stato diffuso anche un appello, che è possibile sottoscrivere qui e che riportiamo di seguito.
J. Bonnot
La mattina di sabato 13 marzo nove famiglie in emergenza abitativa (17 adulti e 16 minori) hanno liberato la palazzina di via Marsala 34 da anni di abbandono e degrado. Queste famiglie hanno deciso di entrare in occupazione perchè non gli si prospettava altra alternativa per continuare ad avere un tetto. Gli sfratti, i licenziamenti, le difficoltà di accedere alle case popolari, nonostante il possesso di tutti i requisiti, hanno reso l’occupazione l’unica scelta possibile.
Queste case appartengono a uno dei maggiori proprietari immobiliari di Pisa e, a causa di una storia controversa, non sono mai state utilizzate. Terminate nel 2002, sono state al centro di un contenzioso tra la proprietà ed il comune, riguardo alla possibilità di uso pubblico del parcheggio, che è durato alcuni anni ed è stato sciolto a vantaggio del proprietario. Ma le case continuano a rimanere vuote perchè il contenzioso dall’anno scorso prosegue con una richiesta di risarcimento danni da parte della proprietà: il processo per questa nuova causa avrà inizio non prima del 2013. Questo significa che un’eventuale sgombero delle famiglie dall’immobile equivarrebbe a riconsegnarlo all’incuria e al degrado per almeno altri tre anni.
Per questo gli occupanti hanno proposto alla proprietà di effettuare a proprie spese i lavori necessari all’abitabilità dell’immobile e di pagare un affitto ad equo canone, cioè proporzionato al reddito delle famiglie, finchè l’edificio non avrà una destinazione d’uso. Questa proposta è stata elaborata collettivamente dagli abitanti delle case di via Marsala nell’intenzione di venire incontro agli interessi del proprietario, ma ponendo come prioritari il benessere e la dignità dei propri figli e delle proprie famiglie.
Intanto gli occupanti hanno già iniziato a restituire lo stabile al quartiere: se già nove appartamenti vuoti da anni a fronte di una tale emergenza abitativa sono una vergogna, c’è anche la questione degli enormi fondi commerciali, anch’essi in disuso. L’interesse degli occupanti è stato quindi fin dal principio quello di coinvolgere il più possibile il vicinato e gli abitanti del quartiere, sia nel confronto continuo e quotidiano, sia organizzando apposite assemblee per proporre usi pubblici e collettivi di questi fondi; le esigenze in una zona del genere si sono rivelate molteplici: le prime proposte sono state una palestra, uno spazio per bambini, una biblioteca, una sala studio.
L’intenzione è quindi adesso quella di costituire un comitato di quartiere, composto dalle famiglie di via Marsala e da tutte le persone interessate all’utilizzo dei fondi, che si dia l’obiettivo di realizzare alcuni di questi progetti e soprattutto di farli vivere in maniera continuativa.
Firmando questo appello potete dare sostegno e rendere più forte questa proposta, con un semplice gesto di solidarietà reale.