Toscana: Sgomberati podere occupato Campofico e nuova occupazione a Firenze

Toscana – Sgomberati podere occupato Campofico e nuova occupazione a Firenze

Lo scorso 17 novembre è terminata dopo ben tre anni di fatiche la nostra esperienza di vita colletiva. Alle ore 9.30 sono arrivati l’ufficiale giudiziario (la nana inviperita, tenuta a stento a bada dalle stesse forze dell ordine) e  il questore di siena, beniniteso ben accompagnati da “alcuni” (almeno una sessantina )amici dell antisommossa (chiamata espressamente da firenze), digossini vari, carabinieri locali, pompieri, ben tre ambulanze( a dimostrare le intenzioni pacifiche) e una squadra di operai pronti a murare l’edificio appena  fosse stato sgomberato. Al momento dello sgombero quasi tutti gli abitanti stavano fuori casa per  le quotidiane attività che si svolgono a campofico : taglio  e accatasto di legna, cibo e pascolo agli animali, fine raccolta della oliveta da noi ripristinata. Non c’è stato tempo per fermare il flusso continuo di forze dell ordine ne a barricarsi dentro per resistere qualche ora in attesa di mobilitare la nostra rete di solidarietà e di aiuto reciproco. Ad oggi ben 15 persone sono rimaste senza tetto in pieno inverno, costretti ad arrangiarsi in accampamenti all’aperto, con gran parte  degli oggetti,dei  mezzi e  degli attrezzi personali e collettivi sequestrati, senza parlare degli animali e delle arnie lasciate lì senza possibilità di andare a nutrirle essendo la proprietà sotto sequestro penale. In questi giorni di accampamento e di assemblee continue stiamo decidendo ed organizzandoci per prendere al piu presto delle contromisure e mobilitare tutti coloro che avessero la voglia di aiutarci con presenza fisica, morale, idee , proposte , materiale e quant’altro possa servire per mettere in pratica le nostre decisioni che per ovvi motivi non spiegheremo ora.

vi faremo sapere le nostre intenzioni a tempo debito, tenendovi informati su eventuali novità…

per chi volesse mettersi in contatto: campofico [at] yahoo [dot] it
per numeri di telefono chiedete alle persone che ci conoscono

alcuni abitanti di campofico


Venerdì 18 novembre, a  Pontassieve (Firenze) è stato occupato un edificio. Sabato mattina sgombero immediato delle forze dell’ordine. 4 compagni hanno resistito sul tetto.

comunicato sullo sgombero:

Resistiamo agli sgomberi

Invitiamo tutti a raggiungerci a Pontassieve, ORA, ben attrezzati per il freddo.

Dopo 12 ore di occupazione, questa mattina una 30ina di uomini delle forze dell’ordine (tra carabinieri, polizia, guardia di finanza, vigili urbani) è riuscita a penetrare dentro lo spazio nuovamente occupato dall’assemblea Voci dalla Macchia per sgomberarlo.

Da subito è risultata chiara la loro strategia e dei mandanti istituzionali e affaristici: chiudere repentinamente l’episodio e ridurlo ad un puro problema di ordine pubblico.

Le istituzioni si nascondono dietro le divise delle forze dell’ordine, si rendono irreperibili, si mostrano irresponsabili.

Questo Stato, anche nelle sue istituzioni locali, vuole preservare unicamente la propria dominanza per reprimere ogni spazio di autorganizzazione in cui poter creare reali alternative alla mercificazione delle nostre vite.

Da questa mattina prima 6, poi 4 compagni stanno resistendo sul tetto dell’edificio ed al momento non sono intenzionati ad abbandonarlo, se pur in condizioni proibitive per il freddo e la mancanza di cibo.

Da questa mattina un presidio di solidarietà, in cui stanno affluendo molte delle realtà fiorentine oltre a giovani e non della zona, sta man mano crescendo nella strada adiacente con la forte convinzione che la notte sarà lunga…

Invitiamo tutti a raggiungerci a Pontassieve, ORA, ben attrezzati per il freddo.

Voci dalla Macchia e tutti i presidianti

Comunicato sulla nuova occupazione:

SRA La Macchia occupato

(volantino distribuito durante la giornata di ieri, venerdì 18 ottobre)

Ci siamo oggi riappropriati di uno spazio sito nell’area ferroviaria di Pontassieve. Un edificio che verte da oltre un decennio in totale stato di abbandono ed inserito nei loschi piani dell’amministrazione locale che si auspica la stesa di nuovo ed inutile cemento. Così come accadde 5 anni fa, vogliamo strapparlo a quelle logiche e riaprirlo alla cittadinanza. Abbiamo oggi la forza e la volontà di riprovarci.

Abbiamo occupato perché nel nostro territorio percepiamo un’effettiva carenza di luoghi destinati ad un uso collettivo. Piazze, case del popolo, centri commerciali: questi spazi non sono un adeguato contenitore delle nostre variopinte idee, al loro interno non possiamo esprimerci liberamente e, poiché difficilmente concessi se non per innocue iniziative o previo pagamento di ingenti quote d’affitto, di fatto risultano spazi ad uso privato.

Abbiamo occupato perché vogliamo opporci al continuo sgretolamento delle relazioni, all’erosione dei rapporti umani, al crescente isolamento in cui ci spingono diffidenza e insicurezza.

Abbiamo occupato perché crediamo che riaprire spazi abbandonati per riutilizzarli in forma collettiva, attraverso forme di spontanea aggregazione e riscoprendo il piacere della condivisione, sia una valida alternativa ad un presente in cui la dimensione privata monopolizza le nostre vite.

Abbiamo occupato perché non ci riconosciamo in alcun schieramento partitico, non crediamo nella delega né tanto meno alle chiacchiere di chi pretende di rappresentarci. Nessuno può interpretare le nostre idee, sogni, desideri se non noi stessi.

Abbiamo occupato per dare una risposta concreta alle nostre necessità, consapevoli che solo agendo in prima persona, autodeterminando le nostre azioni, concependo gli spazi urbani in maniera differente e squarciando la chiusura delle grigie città, si possa, finalmente, intervenire nel processo creativo che costruisce la nostra realtà.

La nostra occupazione si inserisce quindi in un ampio contesto che da un lato affonda le sue radici nel nostro specifico territorio ma contemporaneamente lancia uno sguardo alla complessa situazione internazionale.

Nel contesto di crisi diffusa che investe le nostre vite, un bombardamento mediatico incessante e quotidiano ci propina i politici di turno mentre agitano lo spettro della “bancarotta di stato”, tanto da metterci nella condizione di dover accettare anche le soluzioni più estreme e dolorose, dai sempre più crescenti tagli alla continua precarizzazione, sino alla svendita del patrimonio pubblico per far cassa.

E dove la politica, per timore di sgretolare il suo consenso, riesce solo in parte ad imporre quei rimedi tanto impopolari quanto coercitivi, ecco che un “golpe finanziario” , in modo astuto ma non silente, riesce a sovvertire le attuali istituzioni cosiddette democratiche e ad insinuarsi con il suo dominio.

Da ciò constatiamo che per instaurare un nuovo regime, non serve più il ricorso alla violenza militare, ma è senza dubbio più efficace l’autorità persuasiva esercitata dalla retorica dell’emergenza. Ne è una riprova la creazione di un nuovo esecutivo di emergenza, appunto, nato sotto la pressione dei professionisti della finanza di Bruxelles, e l’incarico conferito a Mario Monti, un tecnocrate promosso senatore a vita e sponsorizzato dai principali schieramenti, di destra e di “sinistra”, che formano – di fatto – un fronte compatto al servizio di banche e gruppi economici dominanti, non certamente a tutela dei nostri interessi.

La politica alla mercé della finanza, la finanza al servizio di banche e speculatori di turno.

Ci vogliono spettatori inermi di questo macabro teatrino, taciti testimoni del nostro tempo, disciplinati e rispettosi , sottomessi. In barba, rispondiamo occupando e riappropriandoci della nostra vita.

L’edificio che da oggi riapriamo sarà uno spazio libero, ad uso collettivo e autogestito. Uno spazio aggregativo in cui condividere esperienze e conoscenze, in cui sviluppare attività culturali e artistiche: più in generale la nostra concreta risposta alla crisi. Saranno quindi i diretti partecipanti a farlo vivere, senza filtri, veti o deleghe.

Venite, venite, venite. Il nostro è solo il primo passo, costruiamolo assieme!

18 novembre 2011, Voci dalla Macchia

vocidallamacchia [at] hotmail [dot] it

Dai media di regime:

fonte: nove firenze

Polizia e Carabinieri hanno sgomberato l’immobile delle Ferrovie abusivamente occupato la notte tra venerdì e sabato scorso da un trentina di persone gravitanti nell’area anarchica. Il gruppo, riconducibile principalmente alla sigla “voci dalla macchia”, era riuscito ad entrare all’interno dell’immobile, tra l’altro, già scenario nel 2006, di un’analoga occupazione con successivo sgombero.

Quando la questione sembrava essersi rapidamente risolta – dopo un primo intervento della locale Arma che aveva indotto la maggior parte del gruppo ad uscire dall’edificio – 4 persone hanno reso più difficile il compito delle forze dell’ordine: rimaste all’interno dell’edificio, si sono piazzate sulla terrazza della struttura, rifiutando ogni invito a cessare la loro occupazione. Nel frattempo, all’esterno, si erano aggiunti agli sgomberati, decine di persone (anch’esse appartenenti a movimenti d’area) che avevano cominciato a solidarizzare con gli occupanti sulla terrazza. Alle 16.00, grazie all’efficace opera di mediazione condotta dalla DIGOS fiorentina, i 4 occupanti ed il gruppo di manifestanti all’esterno (che nel frattempo aveva raggiunto complessivamente il numero di circa 70 unità), hanno liberato l’immobile sciogliendo il presidio.

La struttura è stata immediatamente riaffidata all’ente proprietario per la messa in sicurezza e sono attualmente in corso verifiche per accertare eventuali danni allo stabile e comunque per individuare le responsabilità connesse all’intera vicenda. Al termine delle operazione il Sindaco di Pontassieve si è congratulato con Prefetto e Questore di Firenze per l’operato delle forze dell’ordine.