Milano è, ormai da settimane, l’inaspettato epicentro della resistenza di tante persone che il bisogno ha costretto ad occupare. Occupanti storici, immigrati di più o meno recente insediamento, precari, studenti, attivisti dei movimenti sociali, hanno trovato nelle pratiche di resistenza un terreno comune. Un punto di incontro dal quale ripartire per riconnettere un tessuto sociale sempre più malandato, sempre più sfilacciato. Un tessuto logoro nelle cui fibre spesso si insinuano germi pericolosi: razzismo, fascismo, tentazioni autoritarie. Il migliore antidoto restano le pratiche di resistenza, dove uomini e donne si riconoscono, costruiscono insieme e resistono apprendendo che l’alternativa non è tra racket e stato. La sola alternativa è l’azione collettiva, italiani e immigrati, senza prevaricazioni. Lunedì ci siamo svegliati con uno sgombero che non ha visto una resistenza organizzata ma ecco sorgere nuove occupazioni: al Corvetto, a Cinisello, al Giambellino.
I media, il Corsera in testa, hanno lanciato una campagna durissima contro l’illegalità diffusa. Cercando di dividere i poveri tra chi ha diritto a una casa e chi invece deve accontentarsi della strada come prospettiva, agitando violentemente lo spettro del racket e delle mafie. A Milano gli attivisti non si nascondono dietro a un dito, vivono quei quartieri e sanno che c’è chi paga per avere una casa. In forme diverse. Chi paga migliaia di euro a personaggi di malavita e chi qualche centinaio per farsi aprire una porta da qualche occupante più vecchio. Ma nessuno si aspetta risposte dalla polizia. La polizia viene per svuotare. Per favorire vendite, svendite e l’allontanamento dei poveri da zone strategiche per chi specula su beni e vite. E’ proprio la diffusione delle pratiche di occupazione, di gestione collettiva degli spazi, la negazione fattuale dei racket e delle mafie.
Milano resiste e insieme a lei altre città italiane: Pisa, Firenze, Roma. Lo dice chiaramente la partecipata assemblea della Rete nazionale Abitare nella crisi che si è svolta domenica scorsa a Firenze. Al centro dell’attenzione proprio le giornate di resistenza delle ultime settimane a Milano, laboratorio di repressione dove la resistenza degli abitanti ha mandato per il momento in fumo i piani folli di Regione, Comune e Prefettura.
Ne abbiamo parlato con Francois proprio durante una delle colazioni anti-sgombero che ormai caratterizzano le mattinate milanesi nei quartieri dove la presenza dei resistenti è meglio organizzata.
http://radioblackout.org/2014/12/milano-si-resiste-e-si-occupa/