A due anni e mezzo dalla nascita dell’Improbabile Squat a Sambuci (Roma), si è conclusa l’indagine premiliminare per tre persone, alle quali vengono contestati i reati di: invasione di proprietà privata, minacce al proprietario, modifiche abusive al casale e taglio di alberi in proprietà privata.
Scopriamo solo ora, dagli atti, che risulta un ordine di sgombero, emanato dalla procura di Tivoli, eseguibile dal 14 gennaio scorso.
A distanza di un anno nessuna infame divisa si è presentata alla porta.
Siamo ancora qui, pronti e pronte ad accoglierli!
Sambuci (Roma): Tre denunce per l’occupazione dell’Improbabile Squat
Sambuci (Roma): Censimento con la pistola all’Improbabile Squat
volantino distribuito nei paesi vicino allo squat, in seguito ad una visita delle forze dell’ordine:
CENSIMENTO CON PISTOLA
Tentativo FALLITO di sgombero all’improbabile squat
Oggi alle 9.00 una decina tra carabinieri, guardie forestali, vigilesse e digossini si sono presentati alla porta dell’improbabile squat, occupazione nata da 11 mesi sui monti tiburtini, in provincia di Roma, vicino Sambuci.
Una ragazza si è trovata davanti un carabiniere che, con la pistola in pugno, pretendeva i documenti.
Davanti a tanta arroganza ci siamo barricati in casa. Gli sbirri hanno prima provato a sfondare la porta, senza riuscirci, e poi si sono accaniti con una finestra che hanno, in pochi minuti, aperto a picconate.
A quel punto ci siamo rifugiati sul tetto, dove per tre ore hanno provato ad indurci a scendere, frugando nel frattempo tutta la casa cercando non si sa bene cosa.
In breve tempo sono cominciati ad arrivare i primi solidali dai paesi vicini, che in questi mesi hanno avuto modo di conoscere in prima persona questa esperienza.
Dopo aver rimediato qualche documento estorto a passanti nel bosco e aver prelevato una roncola, strumento davvero insolito in una casa di montagna, se ne sono andati minacciando un ritorno in forze, senza dimenticare di sgonfiare le gomme alle auto parcheggiate lungo la strada.
Un abbraccio complice a tutte le persone solidali, che si sono dimostrate pronte a difendere con le unghie e con i denti un percorso sempre più condiviso.
Tutto questo non può che renderci ancora più determinati nel continuare a difendere questo spazio, e da questo continuare ad attaccare.
Da una parte un collezionista di case, cambiavalute, filiali bancarie, che è disposto a tanto per difendere il mero diritto di proprietà di un rudere fatiscente e abbandonato da 50 anni, dall’altra la possibilità di condividere un posto insieme alle persone che vivono questo territorio.
Da una parte un casale pieno di merda che cade inverno dopo inverno sotto i colpi della neve, e dall’altra un luogo dove sperimentare quella socialità, scambio di conoscenze, che è sempre più limitata dalla quotidianità che viviamo tutti i giorni.
ABBIAMO GIA DECISO DA CHE PARTE STARE, E NON SIAMO DISPOSTI A NESSUNA MEDIAZIONE!
9 maggio 2013
Improbabile Squat