Grecia: repressione e resistenza durante la pandemia

In collaborazione con il collettivo dei media anarchici Radio Fragmata, presentiamo il seguente report dalla Grecia sui continui tentativi da parte del Governo che – insieme a imprenditori, polizia e fascisti – cerca di trarre vantaggio dalla pandemia di COVID-19 per intensificare la repressione – e sugli sforzi di anarchici, migranti, prigionieri, lavoratori ribelli e altri per combattere e aprire spazi di libertà.

Questi aggiornamenti sono un adattamento del contributo mensile di Radio Fragmata al podcast “Bad News Report” sulle attuali condizioni in Grecia. Speriamo di sensibilizzare su questa situazione e di far convergere più ascoltatori sul podcast stesso; vi raccomandiamo “Bad News Report” e l’Anarchist/Anti-Authoritarian Radio Network nel suo insieme.

Aprile 2020

In Grecia, lo Stato ha approfittato della diffusione del coronavirus per condurre svariati esperimenti di legge marziale e controllo sociale. I poliziotti scorrazzano per le strade come se stessero facendo festa – un ricordo dei giorni della Giunta, la dittatura che governò la Grecia negli anni Sessanta.

Molte delle misure intraprese hanno implicazioni politiche sia per i nostri movimenti, sia per le lotte sociali di questa nazione.

La situazione dei rifugiati stava già inasprendosi come conseguenza del fatto che la Turchia stesse mandando migliaia di profughi disperati al confine greco che, alla fine, sono stati attaccati sia sul versante turco sia su quello greco. Per colpa del virus, questi avvenimenti sono stati trascurati dai più – tuttavia, anche se non sono comparsi sulle prime pagine dei giornali, questi attacchi sono stati osannati da fascisti, patrioti e da altri che vogliono assistere al genocidio passivo di rifugiati e immigrati.

I giorni della vostra abbondanza stanno finendo, inizia il secolo dell’anarchia.

La Grecia sta cercando di contenere i profughi in luoghi decisamente antigienici – in cui si sono già manifestati casi di COVID-19 e dove è impossibile rispettare le distanze di sicurezza -, a metà strada tra campi di concentramento e zone della morte. Inoltre, sono in programma nuove misure atte a creare altri campi sulla terraferma dove poter isolare i rifugiati; in molti hanno descritto questi posti come gigantesche capsule di Petri d’infezione e morte. Nascondendosi dietro la sua fama di Stato sotto pressione e a corto di fondi, la Grecia ha inviato la MAT (polizia antisommossa) e altre forze militari sulle isole e presso i campi profughi per imporre un lockdown e arginare i rifugiati che, nonostante la pandemia, stanno combattendo per la propria sopravvivenza. Dai test effettuati ai profughi ospitati presso alcuni alberghi, è emerso che il 70% di questi è infetto; in alcuni campi, il bilancio delle vittime è sconosciuto.

Lo Stato ha adottato misure repressive aggressive contro le proteste dei rifugiati. Inoltre, quelli detenuti sulle isole sono stati vittime di attacchi perpetrati da milizie; durante la settimana del 23 aprile, alcuni vigilantes hanno tentato di uccidere i profughi che stavano tornando a casa a piedi sull’isola di Lesbo, dove si trova Moria, un campo in cui il numero di persone è dieci volte superiore a quello per cui era stato concepito. Quest’attacco da parte di fascisti locali o “patrioti” rientra in più ampio disegno di violenza nei confronti di migranti e rifugiati che vede anche il coinvolgimento delle forze dell’ordine.

Lo Stato ha inoltre arrestato un immigrato anarchico che aveva postato un appello per sostenere coloro che si trovano ad affrontare queste condizioni insostenibili. Le autorità si sono giustificate adducendo come unica scusa alcuni post in favore dell’autodifesa in genere, chiedendo una condanna a dieci anni e sostenendo che l’uomo volesse fornire delle armi ai rifugiati in modo che potessero difendersi. Ciò evidenzia un nuovo livello di repressione in Grecia, mentre lo Stato – sotto l’amministrazione di estrema destra di Mitsotakis – sta attuando nuove politiche preventive e draconiane.

Giovedì 9 aprile 2020, in seguito alla morte della detenuta Azizel Deniroglou, è scoppiata una rivolta nel carcere femminile di Eleonas-Tebe. La donna potrebbe essere stata vittima del coronavirus, poiché nei giorni precedenti aveva manifestato febbre, fiato corto e una forte tosse. Anche i detenuti del carcere ateniese di Korydallos hanno manifestato mossi da istinto di sopravvivenza. Come altri prigionieri in tutto il mondo, quelli greci chiedono il rilascio anticipato o nuove misure di sicurezza e protezione. Proprio come nel caso dei rifugiati lasciati morire, il modo in cui i detenuti vengono trattati mostra quanto lo Stato li consideri carne da macello.

Il gruppo di supporto ai prigionieri anarchici Tameio sta diffondendo un appello per solidarietà e raccolta fondi d’emergenza, la Cassa di solidarietà per i militanti imprigionati e perseguitati che dal 2010, anno in cui è stata fondata, è riuscita a ottenere finanziamenti sia grazie alle donazioni lasciate in cassette presso bar e ristoranti, sia grazie a raccolte fondi; con il lockdown, il gruppo si trova a dover combattere con una mancanza di risorse. A tal proposito, il lockdown ha interrotto il sostegno nei confronti di coloro che affrontano la repressione, che devono affrontare spese giudiziarie e assistenza legale – e, soprattutto, nei confronti dei 24 prigionieri politici che il fondo sostiene con regolare base mensile. Qui puoi trovare maggiori informazioni su questa situazione.

Anarchici, centri sociali occupati e altri gruppi privi di legami con lo Stato coinvolti nel mutuo aiuto e nei soccorsi in caso di calamità si stanno adoperando per realizzare nuove forme d’azione. Ufficialmente, “aiutare chi è in difficoltà” è una delle sei giustificazioni accettabili per uscire di casa durante il lockdown. Tuttavia, molti di questi gruppi e gli spazi che li ospitano sono stati vittime di continui attacchi e intimidazioni da parte della Polizia solo per aver cercato di coordinare le consegne di generi alimentari ai bisognosi. Il 25 aprile, gli agenti hanno eseguito numerosi arresti a Exarchia, colpendo chi stava semplicemente raccogliendo cibo – che altrimenti sarebbe andato sprecato – per distribuirlo a chi lotta per tirare avanti.

Numerosi gruppi di mutuo soccorso hanno continuato a operare a prescindere dalle conseguenze. Poiché non esistono leggi chiare su cosa s’intenda con il termine “aiutare gli altri,” i poliziotti si sono arrogati il diritto di dare un’interpretazione personale, applicando una politica “due pesi, due misure” con cui rifiutano qualsiasi iniziativa che aiuti specificamente gli immigrati o gli esclusi. Allo stesso modo, il gruppo anarchico Rouvikinos è stato elogiato dai media istituzionali per aver portato beni di prima necessità a case di cura ateniesi, mentre la solidarietà e il sostegno compiuti nei confronti di chi vive nei campi Rom non hanno suscitato reazioni simili. Cercare di aiutare gli altri è pericoloso se la Polizia lo considera un affronto alla propria autorità e allo Stato, e questo rischio aumenta a seconda del tipo di persone che si cerca di aiutare.

Anche se nelle strade della Grecia questi scagnozzi continuano a perpetrare angherie e repressione, il movimento ha realizzato molte azioni di solidarietà nei confronti di operatori sanitari, prigionieri e rifugiati. È un momento spaventoso ma è entusiasmante sapere che, anche in queste circostanze, il nostro movimento rimane visibile grazie a una vasta gamma d’iniziative di mutuo soccorso, per non parlare dei graffiti rivoluzionari, dei poster e degli striscioni comparsi in tutto il Paese.

La Polizia ha anche usato la pandemia come giustificazione per invadere le strade di Exarchia e impaurirne gli abitanti, in particolare gli immigrati e chi entra o esce dagli squat. Le misure di lockdown sono più visibili qui che altrove. Gli agenti hanno fermato e perquisito persone a caso, multandole per reati inventati al fine di terrorizzare il quartiere. Le forze dell’ordine solitamente utilizzate per attaccare il movimento anarchico, note come MAT e Delta, hanno istituito posti di blocco occupando tutta Exarchia, sostenendo che “il quartiere di una volta non tornerà mai più.”

Ma è di notte che si deve aver più paura; si possono vedere agenti dello squadrone Delta girare in moto, picchiando e arrestando persone a caso, principalmente immigrati non bianchi. Come se non bastasse, assembramenti di 30-50 sbirri fanno crocchio presso vari posti di blocco, violando palesemente il protocollo di distanziamento sociale alla base del lockdown. Questo tipo di espediente sarebbe comico se non fosse così pesante per i cittadini più vulnerabili.

Tuttavia, il disprezzo per il comportamento della Polizia è molto diffuso anche tra chi, in passato, era infastidito dagli squat e dalle rivolte di Exarchia. Siamo sicuri che quando le misure del lockdown saranno allentate, la resistenza tornerà a farsi sentire con vigore.

Il Governo ha fatto tutto quello che era in suo potere per incolpare la popolazione per il fallimento del distanziamento sociale; lo Stato e i media istituzionali hanno diffuso video fasulli di persone che non lo rispettano per mettere i greci gli uni contro gli altri; inoltre, sta usando questa pandemia per sperimentare la legge marziale, arrivando anche a proibire nuoto e pesca. Tali misure servono per mettere alla prova il popolo greco e vedere ciò che è disposto a tollerare al fine di perfezionare piani per futuri tentativi autoritari per cambiare questa società, soprattutto considerando che l’FMI prevede una recessione economica peggiore rispetto a quella del 2008.

In tutto il Paese, i poliziotti stanno multando i senzatetto per violazioni del lockdown in quanto privi di alloggio, stanno multando gli immigrati con maggior frequenza e stanno prendendo di mira i più vulnerabili con il pretesto di applicare misure di sicurezza. Sgomberando anche gli alloggi studenteschi in tutta Atene, lo Stato si sta anche muovendo verso una direzione che spera possa facilitare, in futuro, la privatizzazione del sistema universitario. Per raccogliere informazioni sulla popolazione in generale, sta anche sfruttando un sistema di messaggistica attraverso il quale i residenti chiedono al Governo il permesso per uscire.

In poche parole, lo Stato greco – che ha ridotto i finanziamenti per le strutture mediche e accelerato la privatizzazione dell’assistenza sanitaria – sta affrontando la pandemia aumentando il controllo statale e la manipolazione sociale. All’inizio di aprile, quando medici e altri operatori dell’ospedale Evangelismos nel centro di Atene hanno cercato di organizzare una manifestazione che richiedeva più dispositivi di protezione, una schiera di poliziotti ha fatto irruzione per fermarla. Oltre a ordinare aggressioni dirette al personale medico, le autorità hanno anche vietato agli operatori sanitari di parlare pubblicamente alla stampa di questioni legate alla pandemia.

Maggio 2020

Al momento, si pensa che la Grecia sia riuscita a evitare di essere colpita duramente dal COVID-19. Sebbene il bilancio ufficiale delle vittime sia rimasto piuttosto basso, qualcuno sospetta che lo Stato stia segnalando numeri ridotti per rivendicare una vittoria politica sul virus e far sì che quest’estate la Grecia non smetta di essere appetibile per il turismo di lusso. In ogni caso, il Governo sta continuando a sfruttare la situazione per estendere i propri tentacoli, reprimere gli emarginati e gli esclusi, prendere di mira i giovani e riorganizzare la società greca per servire gli obiettivi politici della nuova amministrazione.

Diversamente dagli ultimi anni, si è assistito a un più diffuso appello anarchico per far sì che la popolazione prendesse parte alle manifestazioni del Primo Maggio che in Grecia, nonostante le sue origini anarchiche, era stato fatto proprio dalla sinistra [statale]. Che sia stato per suscitare nuove azioni o per dimostrare la volontà politica del nostro movimento, il Primo Maggio 2020 ha visto una massiccia presenza anarchica in tutto il Paese.

Circa 800 anarchici si sono radunati per marciare nel centro di Atene, sfidando il lockdown. Come al solito, la Polizia si è concentrata su questo contingente ignorando la mobilitazione organizzata dal Partito Comunista. Ciò è la riprova di chi i difensori dello Stato vedono come nemico, chi è ritenuto una minaccia. Oltre a questo corteo, il sindacato autonomo dei rider è sceso in piazza con una manifestazione motociclistica, in seguito a una precedente dimostrazione da parte degli addetti alle consegne che chiedevano migliori condizioni salariali e di lavoro, soprattutto alla luce della crescente domanda di consegna durante la pandemia. Il Primo Maggio, altre assemblee e manifestazioni più piccole, accompagnate da graffiti e striscioni, si sono svolte ad Atene e in tutta la Grecia, affermando l’esistenza di un Primo Maggio non cooptato dalla sinistra autoritaria.

Durante la notte successiva al Primo Maggio, il gruppo anarchico Rouvikinos ha attaccato il quartier generale della società di assistenza clienti Tele-Performance. Quest’azienda, nota per lo sfruttamento dei greci, vede la Grecia come un’opportunità per elargire stipendi da terzo mondo all’interno dell’Unione Europea. Quest’azione ha attirato l’attenzione su uno dei predatori che mirano a trarre profitto dal deterioramento economico che il coronavirus causerà al Paese.

Approfittando dell’opportunità offerta dalla disperazione economica e dal diversivo creato dalla pandemia, il nuovo Governo greco sta cercando di eliminare molte delle protezioni esistenti delle meravigliose aree selvagge della nazione. Una nuova proposta di Legge eliminerà numerosi regolamenti che preservano le zone incontaminate, aprendo la strada all’accelerazione della distruzione ambientale. La nuova Legge renderà legali vari progetti di estrazione, costruzione e sviluppo precedentemente impensabili. Questo metterà il destino del vasto deserto della Grecia in mano a compagnie private e in balìa del capitalismo industriale. Il 5 maggio, il giorno dopo la fine del lockdown, si è svolta una veglia davanti al Parlamento per attirare l’attenzione sulla distruzione ecologica che sarà causata da questa Legge; i poliziotti hanno arrestato e allontanato brutalmente 15 manifestanti.

Anche se, a partire dal 4 maggio, in Grecia sono state allentate parecchie restrizioni legate alla libertà di movimento, molte di quelle legate a bar, ristoranti e altre attività “non essenziali” rimangono in vigore. Indipendentemente da ciò, è chiaro che la Polizia continuerà a prendere di mira specifiche fasce della popolazione e raduni. In primo luogo, gli agenti hanno attaccato violentemente i giovani che si erano ritrovati in piazza Agia Pareskevi per celebrare la fine del lockdown. I poliziotti li hanno inseguiti, lanciando contro di loro gas lacrimogeni semplicemente perché si erano radunati all’aperto dopo settimane di quarantena.

Pochi giorni dopo, l’8 maggio, nel quartiere di Kipseli ad Atene, i poliziotti hanno sparato ancora gas lacrimogeni in una piccola piazza e hanno attaccato dei giovani che si erano ritrovati per bere qualcosa e stare in compagnia. Quest’assalto è stato perpetrato dopo una manifestazione anarco-femminista contro il patriarcato chiamata “Riprendiamoci la notte,” uno dei probabili motivi dell’incursione. Quando gli agenti hanno tentato di circondare la piazza, la gente ha iniziato a intonare degli slogan contro di loro; in risposta, gli sbirri hanno sparato gas lacrimogeni in mezzo alla folla. La gente si è dispersa in varie direzioni, rallentando le forze dell’ordine con alcuni oggetti e trascinando i cassonetti in mezzo alla strada. Successivamente, gli squadroni Delta hanno iniziato a inseguire chiunque cercasse di evitare i gas lacrimogeni, picchiando e trattenendo persone a caso. Alla fine, ne hanno fermate oltre 40, arrestandone cinque. Molte sono state picchiate brutalmente: a una sono stati spaccati i denti e un’altra ha subìto fratture dopo essere state colpite dai poliziotti con una motocicletta.

Il giorno successivo, il 9 maggio, la rabbia per quest’attacco ha scatenato una manifestazione combattiva. In migliaia si sono riversati in questa piazza per mostrare alla Polizia che il COVID-19 non spoglierà la nostra società dell’umanità. Durante la dimostrazione, sono state attaccate banche, attività in franchising e una stazione di Polizia; la moto di un agente vittima di un’imboscata è stata distrutta.

Oltre alle motivazioni misogine per la repressione della manifestazione dell’8 maggio, molti credono che i negozianti stiano incoraggiando i poliziotti a disperdere i giovani che si radunano nelle strade. Non desiderando che le persone si godano gli spazi liberi, vogliono mettere in chiaro che quando le attività “non essenziali” potranno riaprire, si dovrà comprare qualcosa da bere per stare all’aperto. In risposta alle misure estreme messe in atto dalla Polizia per esercitare il controllo su Exarchia, i giovani sono alla ricerca di nuovi spazi in cui riunirsi liberamente; le forze dell’ordine non vogliono che tale tradizione prevalga di nuovo, né vogliono che qualcosa di simile a quello che Exarchia era – e sarà di nuovo – si diffonda in tutta la città.

Un appello a manifestare il 9 maggio in risposta agli attacchi della polizia a Kipseli l’8 maggio.

La campagna anti-migrante che coinvolge sia lo Stato sia i fascisti popolari continua a crescere rapidamente. I migranti stanno ancora organizzando piccole manifestazioni chiedendo condizioni di vita dignitose all’interno dei campi profughi. I fascisti con o senza uniforme continuano ad attaccare in modo aggressivo queste dimostrazioni. Lo Stato ha praticamente proclamato di non essere dispiaciuto del fatto che il COVID-19 si diffonda nei campi profughi a patto che non si propaghi oltre le loro mura. Stanno continuando a spostare i rifugiati sulla terraferma in un processo volto a isolarli e nasconderli ulteriormente, lontano dalle mete turistiche.

Tuttavia, durante la prima settimana di maggio, i fascisti locali hanno risposto con estrema violenza al tentativo di sfollare 57 profughi, molti dei quali bambini, che il Governo stava cercando di trasferire in un albergo in affitto a Pella, nel nord della Grecia. I fascisti locali e i cosiddetti “patrioti” – un eufemismo per i fascisti che non vogliono che la loro lealtà politica sia palese – hanno attaccato gli autobus su cui viaggiavano. Gli aggressori hanno anche incendiato il piano terra dell’hotel che avrebbe dovuto accoglierli.

In seguito, è stato fatto un secondo tentativo di ospitare i rifugiati in un altro albergo ad Arnissa; questa volta, 250 fascisti e altri estremisti hanno dato fuoco alla strada per impedire che gli autobus entrassero nel villaggio. Gli abitanti fascisti hanno anche aggredito il proprietario dell’hotel e attaccato l’edificio stesso. Alla fine, i profughi sono stati portati nella regione di Salonicco. È risaputo che queste azioni fanno parte di una più ampia campagna del partito apertamente fascista Alba Dorata e di altri gruppi fascisti per intensificare la violenza contro gli immigrati in modi che lo Stato non può fare pubblicamente. Si sospetta che molti dei partecipanti fossero agenti di polizia fuori servizio.

La situazione dei profughi non sta migliorando e la pandemia sta complicandola ulteriormente. La tipica narrazione statale è che le autorità sono consapevoli delle risposte xenofobe e fasciste di alcuni cittadini greci, ma non possono sostenerle completamente a causa degli obblighi legati al diritto internazionale. Ciò ha fatto sì che l’oppressione statale e la violenza popolare lavorassero fianco a fianco, seppur in modo informale. Durante la seconda settimana di maggio, una catena di negozi Lidl sull’isola di Samos ha iniziato a dividere i clienti in greci e non greci. Agli immigrati è stato detto di aspettare che gli acquirenti autoctoni finissero di fare acquisti prima di entrare nel negozio. La situazione degli immigrati in Grecia è già terribile e si prevede che peggiorerà.

Nelle prigioni sono stati presi di mira i detenuti che, durante la pandemia, hanno difeso esplicitamente la propria sopravvivenza.

Vasilis Dimakis, un anarchico che sta scontando 23 anni per presunte rapine in banca, ha fatto coraggiosamente udire la propria voce per condannare le deprecabili condizioni delle carceri greche. Quando la pandemia è stata osservata per la prima volta in Grecia, ha iniziato uno sciopero della fame che ha reso possibile una più ampia consapevolezza pubblica della repressione e delle condizioni disastrose che i prigionieri si trovano a dover affrontare durante quest’epidemia. Studente appassionato dietro le sbarre, durante la detenzione ha sfruttato le poche opportunità educative a sua disposizione per proseguire gli studi. Il 9 maggio, ha deciso di aggiungere allo sciopero della fame anche quello della sete in risposta alle autorità che, per impedirgli di continuare a ispirare rabbia e resistenza da dietro le sbarre, l’hanno trasferito in una cella d’isolamento nel carcere di Korydallos.

Pola Roupa, detenuta appartenente al gruppo Lotta Rivoluzionaria, ha lanciato un appello per la solidarietà internazionale. Anche lei ha continuato a lottare contro la repressione opportunistica e la violenza nelle carceri greche. Anche lei è stata isolata, trasferita e vessata dal personale della prigione a causa della sua continua resistenza e del suo costante coordinamento da dietro le mura del carcere. Anche altri detenuti membri di Lotta Rivoluzionaria sono stati trasferiti e isolati nel tentativo di reprimere l’intensificazione della resistenza carceraria in risposta all’incombente pandemia. Il gruppo ha lanciato un appello alla solidarietà rivoluzionaria internazionale.

In aprile, due membri di Grup Yorum – un’amata band turca che ha stretti legami con i movimenti greci – sono morti come conseguenza di un lungo sciopero della fame: Helin Bolek è deceduta il 3 aprile e Ibrahim Gokceck il 24. Lo Stato turco si è spinto al punto di rubare la salma di Ibrahim durante il suo funerale e di arrestare molti dei presenti, incluso il padre in lutto. In seguito, a Salonicco, l’auto di un diplomatico turco è bruciata a causa di un incendio doloso. Questo è stato un atto di vendetta ma non è nulla se paragonato alla repressione e al trauma che la Turchia sta continuando a infliggere.

Con la crisi economica alle porte, gli anarco-insurrezionalisti hanno effettuato degli espropri a Salonicco. Il 7 maggio, un gruppo è andato in un supermercato e ha preso cestini di cibo e altri generi di prima necessità senza pagare. In seguito, molti di questi oggetti sono comparsi in una grande piazza della città in modo tale che chiunque ne avesse bisogno potesse prendere qualcosa. È probabile che tali azioni aumenteranno man mano che la Grecia dovrà affrontare una situazione economica ancor più difficile. Questo è un altro elemento di una campagna in corso di progetti di mutuo soccorso che ha continuato a crescere durante la pandemia. Gruppi anarchici hanno consegnato mascherine e altri beni di prima necessità ai campi profughi per rifugiati politici turchi e curdi, comunità rom e altri esclusi dallo Stato greco…

In Grecia, l’estate è alle porte ma tempi bui si profilano all’orizzone. Tuttavia, qui, resistenza e rabbia sono molto fertili. Anche se la situazione non ha precedenti, i nostri movimenti sono pronti.


Radio Fragmata
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Questo è un adattamento del “Bad News Report” di aprile e maggio via Radio Fragmata
https://www.a-radio-network.org/bad-news-angry-voices-from-around-the-world/bad-news-episodes/episode-33-04-2020/
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Crimethink https://it.crimethinc.com/2020/05/15/grecia-repressione-e-resistenza-durante-la-pandemia