Italia: Contro la repressione

COMUNICATO STAMPA

6 Febbraio, ROMA: 6 arresti in seguito al corteo pro-Ocalan pro-Kurdistan.

27 Aprile, BOLOGNA: cariche della polizia contro lo spezzone antagonista del corteo contro la parificazione scolastica, arresti domiciliari e confini per diversi compagni.

25 Aprile, MILANO: 26 denunce (fino ad ora) nei confronti dei partecipanti allo spezzone antagonista del corteo contro la guerra.

28 Aprile, COMO: cariche di polizia e fascisti al presidio antifascista indetto contro la commemorazione della morte di Mussolini, con ventidue compagni denunciati.

1 Maggio, TORINO: cariche della polizia e del servizio d’ordine dei sindacati confederali ai danni dello spezzone antagonista del corteo contro la guerra; nel pomeriggio devastazione del centro sociale Askatasuna, con diversi feriti e 113 fermi.

13 Maggio, FIRENZE: brutali cariche della polizia al corteo del sindacalismo di base con feriti, decine di fermi, perquisizioni e denunce.

25 Maggio, BOLOGNA: arresti perquisizioni e denunce nei confronti dei militanti del Laboratorio Anarchico di Via Paglietta (successivamente chiuso).

19 Giugno, MILANO: provocazioni da parte della polizia e fermo di un compagno al termine della manifestazione per il popolo curdo.

Ancora una volta siamo costretti a dare una risposta ad un grave atto repressivo; gravissimo per la portata ed ancora di più perché spia del clima complessivo che si respira in questo paese. Diciamo siamo costretti perché la repressione ci porta su un terreno difensivo, sottraendo forze, tempo ed intelligenza al lavoro di costruzione di progetti e alla pratica sociale culturale ed antagonista: terreno che sicuramente ci interessa di più : ma evidentemente questo è uno degli obiettivi che la repressione vuole raggiungere. Pur convinti che questa sia una risposta fisiologica dello stato borghese nella sua complessità alla lotta di classe e in generale a tutte le lotte sociali, ci rendiamo conto che abituarci alla violenza di questi attacchi repressivi sia come una forma di accettazione e di subordinazione alla volontà di ridurci al silenzio e di abbattere l’intensità della radicalità della nostra rabbia e delle nostre lotte. I governi di centro sinistra di Prodi prima e di D’Alema oggi, alla continua ricerca di una legittimazione dei mercati nazionali e internazionali e nella rincorsa alla destra sul terreno della politica economica liberista e della stabilità di governo sono diventati più realisti del re. La così detta sinistra al governo che 5 anni fa invocava strumentalmente l’unità antifascista contro il pericolo di una deriva autoritaria è oggi interprete di un capitalismo dal volto umano che si differenzia solo per una maggiore gradualizzazione dalle politiche più selvaggiamente liberiste dei governi di centro destra. Infatti vediamo politiche di riforma dello stato in una direzione sempre più autoritaria, presidenzialista e in senso maggioritario; attacchi gravissimi al diritto di sciopero, la paventata parità scolastica con il sostegno alle scuole private. Le ricette per risolvere i problemi occupazionali, strutturali in un’economia di mercato, sono la precarizzazione e la flessibilizzazione del mercato del lavoro, l’abbattimento delle garanzie sociali nei mille rivoli di una definizione di contratti sempre più individualizzata con una massa di disoccupati da utilizzare come forma di ricatto sociale. Lo stesso pacchetto giustizia firmato dal “compagno” Diliberto affida ancor più al libero arbitrio delle forze dell’ordine la risoluzione delle contraddizioni sociali. Senza dimenticare il caso Ocalan (consegnato nelle mani dei boia turchi) e buona ultima, solo in termini temporali, la guerra. La guerra nei Balcani, ennesimo oltraggio alla stessa costituzione italiana e al diritto internazionale, guerra imperialista, brutale guerra di dominio e di imposizione del nuovo ordine mondiale, monito al nascente polo europeo; guerra che ha trasformato la tragedia dei Balcani in una catastrofe che ha aggiunto solo morti ai morti e ha alimentato una spirale di odio interetnico di cui oggi non si possono vedere gli esiti. Su questi temi noi abbiamo dato battaglia politica dando il senso dell’incompatibilità tra interessi inconciliabili fra loro, ed è su queste lotte che si è dispiegata la repressione. La socialdemocrazia della guerra mal tollera che l’eterogeneo e composito mondo dei centri sociali, delle case occupate, dei sindacati di base, esprima un così forte dissenso. Questa volontà repressiva e questa carica persecutoria fanno sì che ogni corteo sia pretesto per denunce su denunce alla magistratura per blocco stradale e interruzione di pubblico servizio, ogni iniziativa spontanea si trasforma immediatamente per il solerte questurino in adunata sediziosa, ogni slogan in grida sediziose con una cavillosa e scientifica ricerca degli articoli del codice penale Rocco (di chiara eredità fascista) da poter utilizzare volta per volta. Siamo di fronte ad una “guerra di bassa intensità” che in silenzio, senza clamore neanche purtroppo alcun riscontro giornalistico, cerca di colpire ogni voce che esprima dissenso e antagonismo. Ed è per questo che rivendichiamo e solidarizziamo politicamente con ogni forma di protesta e insubordinazione sociale che il movimento contro la guerra ha espresso: cortei di massa contro l’occupazione militare dei Balcani, una bandiera bruciata contro le 5000 vittime civili della guerra NATO, vernice rossa sui muri del palazzo del terrorismo internazionale (consolato USA) contro stragi chiamate “effetti collaterali”. Infine, noi crediamo che l’unica vera risposta alla repressione sia il continuare lo sforzo per la ricomposizione dei soggetti sociali, sia la lotta continua per l’affermazione dei diritti per milioni di lavoratori, disoccupati, precari, donne e giovani: lavoro, salario, casa, salute, cultura e spazi di aggregazione sociale, perché il nostro granello nell’ingranaggio dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo diventi un macigno.

NESSUNA GIUSTIZIA NESSUNA PACE, CONTRO LA REPRESSIONE NON SI TACE!

C.S.A. VITTORIA, COLLETTIVI VIA DEI TRANSITI 28, GOLA 8 EST, PANETTERIA OCCUPATA, COX 18, CASCINA OCCUPATA TORCHIERA, C.S. BARAONDA, PASSAGGI METROPOLITANI, KEP COMO, ALCUNI COMPAGNI DI PARMA, FILEF, SLAI COBAS MILANO, USI SANITA’, AZAD PER LA LIBERTA’ DEL POPOLO CURDO, FORUM ASSOCIAZIONI CONTRO IL NEOLIBERISMO.