Siamo in chiusura di un’esperienza che ha dato tanto.
Parlo a titolo strettamente individuale per dire quello che ho sentito di aver vissuto in questo mese abbondante. Abbondante di impegno e anche di soddisfazione per la condivisione di fatiche e di piaceri, per le iniziative realizzate, per il tempo passato insieme, per gli incontri con la gente del posto, con i passanti, con chi è interessato alla lotta No Tap, contro la costruzione del gasdotto. L’autogestione delle fatiche quotidiane non ha avuto veri intoppi, tutti e tutte quelle che sono rimaste giorni o settimane qui hanno fatto ciò che era necessario insieme senza nemmeno subire troppo la mancanza dell’acqua corrente, acqua che abbiamo recuperato in modi diversi giorno per giorno. Lavori domestici, cucina, pulizie, chiacchiere sparse e scambi più impegnativi di analisi su quanto ci sta attorno, sui problemi che affliggono le nostre situazioni di lotta o sulle possibilità che intravediamo, hanno scandito le giornate. Tuffi al mare che ci stava di fronte, bellissimo nella variazione dei colori data dai venti di Tramontana e di Scirocco. Ad orari inusuali, per sfuggire alla folla che inonda il Salento ogni anno, e quest’angolo in particolare. Davvero un’invasione.
Non abbiamo raggiunto chissà quale traguardo di idee per il futuro, che sono veramente difficili almeno per me da individuare, ma abbiamo messo in campo quello che avevamo unendo l’interesse per la lotta No Tap alle tante altre questioni a noi care. Intanto quella del turismo vorace di profitti da trarre a scapito di territori, risorse e abitanti dei luoghi. Rendendo disponibile uno spazio affacciato sul mare abbandonato da anni, abbiamo assicurato a noi e a chi è passato per condividere questa occupazione la possibilità di godere di un paesaggio meraviglioso. Non è sempre obbligatorio prendersi posti abbandonati dal capitale industriale, magari a volte anche quelli lasciati andare dai nobili. Questa era la residenza estiva della baronessa di Melendugno, passata in eredità alle due dame, serve, di compagnia e in seguito ai loro parenti. Posti così esistono. [Read More]
Roca (Lecce): Da La Caura Occupata a Roca Vecchia, Lecce Considerazioni di una delle I-Rochesi
Indirizzi di compagnei arrestatei nelle operazioni repressive di Firenze, Torino, Roma e Lecce
In attesa di maggiori informazioni, apprendiamo dai media locali che, a due giorni dagli arresti, la custodia cuatelare in carcere è stata convalidata solo per il compagno anarchico Salvatore Vespertino. Non si hanno ancora notizie sull’esito delle udienze di convalida per i due compagni prigionieri a Roma e Lecce.
Attualmente gli indirizzi a cui scrivere sono i seguenti: [Read More]
Comunicato sugli arresti di Firenze
Al movimento anarchico internazionale
Firenze, il 21 aprile 2016 qualcuno attacca con molotov la caserma dei carabinieri sita a Rovezzano, periferia fiorentina.
Firenze, 1 gennaio 2017 un ordigno esplosivo collocato all’esterno della libreria vicina a Casa Pound denominata “Il Bargello”, esplode tra le mani di un artificiere della polizia di stato, il quale resta gravemente ferito.
A seguito di questi due attacchi non rivendicati, la mattina del 3 agosto 2017 vengono imprigionati otto compagni.
Gli anarchici: Marina Porcu, Micol Marino, Pierloreto Fallanca (Pasca), Giovanni Ghezzi, Roberto Cropo, Salvatore Vespertino, Sandro Carovac, Nicola Almerigogna.
A questi nostri compagni vengono contestati i reati di tentato omicidio a causa del ferimento dell’ artificiere Mario Vece, di fabricazione, detenzione e trasporto di ordigni esplosivi, danneggiamento agravato per il lancio delle bottiglie incendiarie contro la caserma dei CC.
Nomi e cognomi dei principali inquisitori che hanno coordinato le indagini sono:
Spina Eugenio (dirigente superiore della polizia di Stato, capo servizio antiterrorismo).
Pifferi Lucio (capo D.I.G.O.S. di Firenze).
Creazzo Giuseppe (procuratore capo di Firenze).
In quanto anarchici non ci interessa sapere chi abbia compiuto queste azioni, valide, concrete, vive. Lo Stato italiano dopo la continuazione dell’OP. Scripta Manent, colpisce nuovamente compagni refrattari, i quali credono che l’azione diretta non mediata e distruttiva sia un mezzo fondamentale della lotta rivoluzionaria anarchica. [Read More]