Milano: Rioccupazione dell’Ardita Pizzeria del Popolo

L’ardita pizzeria del popolo sgomberata lo scorso 4 giungo è stata rioccupata.

Un centinaio di persone sono rientrate questo pomeriggio intenzionate a mantenere viva questa esperienza collettiva.

Entrando abbiamo potuto vedere in cosa consiste di fatto uno sgombero.

Hanno divelto una rampa di scale. Hanno distrutto il forno a legna. Hanno disegnato peni sui muri e defecato sui materassi. Il gesto delle scale è paradigmatico. Nessunn progetto, nessun altro uso  per questo stabile. Solo il vuoto, il degrado l’abbandono.

Ricostruiremo il forno e le scale, riporteremo tra queste mura corpi, azioni, pensieri, fantasia, determinazione, vita.

CONTRO LA PREPOTENZA DI POLIZIA E PALAZZINARI OPPONIAMO LA POTENZA
DELLE NOSTRE RELAZIONI, LA NOSTRA DETERMINAZIONE E LA NOSTRA FANTASIA.

ORGANIZZIAMOCI INSIEME

RAGGIUNGETECI

fb: arditapizzriadelpopolo

autonomiadiffusa [at] inventati [dot] org

di seguito i comunicati sulla rioccupazione e le immagini dell’operato delle forze repressive:
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Torino: Barocchio Squat, odore di speculazioni

A tre mesi dall’incendio che ha distrutto parte della cascina, la provincia si è presentata al barocchio accompagnata da un perito assicurativo per valutare i danni di cui chiedere il rimborso. In questi mesi i lavori di ricostruzione non si sono fermati: abbiamo completamente ricostruito il tetto della sala concerti, una soletta sopra la cucina (che presto sarà un terrazzo), siamo tornati ad utilizzare la maggior parte degli spazi che erano inagibili ed abbiamo ricominciato ad usare il forno per la pizza. Resta da ultimare il tetto della cappella al quale si sta già lavorando. Tutto questo è stato possibile grazie alla solidarietà di molte individualità e realtà di ogni tipo e di ogni parte d’Europa; sia nella partecipazione ai lavori che, per chi impossibilitato, in quella economica, organizzando iniziative e benefit. Le istituzioni, devote al dio denaro, hanno sentito profumo di soldi e cercano di monetizzare qualcosa che non gli è mai appartenuto. Di quali soldi hanno il coraggio di parlare? Quali danni si arrogherebbero il diritto di avere subito? Ricordiamo che il barocchio al momento dell’occupazione era praticamente sprovvisto di tetto ed oltre alla realizzazione di questo sono innumerevoli i lavori di struttura realizzati in questi vent’anni che hanno impedito alla casa di crollare.

Non ci stupisce che la provincia, bisognosa di liquidi, vada a raschiare il fondo del barile chiedendo rimborsi per lavori realizzati da altri. Alla provincia è già stato diplomaticamente ribadito che non abbiamo nessuna intenzione di legalizzarci né di intrattenere nessun rapporto con le istituzioni. La solidarietà è molto più forte di ogni speculazione, questa casa continuerà a vivere come ha sempre fatto lontana dal denaro e dai certificati di agibilità. Se così non dovesse essere la nostra rabbia sarà pronta a riversarsi sulle vostre scrivanie e nelle piazze della nostra città!

Anche in questi giorni di lavori siamo sempre stati solidali e complici con chi colpito da sgomberi e repressione.

Ad ogni sgombero 10 100 1000occupazioni!

BAROCCHIOSQUAT 1992-2013