Il movimento antagonista berlinese stra esprimendo, nonostante le difficoltà materiali dovute alla pandemia da nuovo coronavirus, una vitalità e capacità di mobilitazione che non si vedeva da tempo.
Nel corso dell’ultimo anno in tutte le sue forme di proposta politica sui temi che da sempre sono nell’agenda di questa città, come antifascismo, ecologismo, internazionalismo e lotta alle speculazioni immobiliari (al quale si è aggiunta la lotta al “negazionismo” della pandemia), ha sempre messo in campo numeri e pratiche che lo rendono tra i movimenti più all’avanguardia in Europa.
Questo nonostante una situazione che vede spesso collettivi, spazi liberati e squat essere sotto attacco sia degli interessi privati che istituzionali.
Nel corso di questo ultimo anno sono diversi gli sgomberi di spazi, spesso protagonisti di esperienze ultradecennali, messi a segno nella capitale tedesca, al quale comunque si sono registrate risposte di massa e radicali.
Ci offre un quadro di questo ultimo anno di mobilitazioni una compagna italiana che vive a Berlino con la quale parliamo anche dei rapporti tra il movimento e la giunta rosso – rosso – verde che guida la città.
Berlino: il movimento antagonista vivo e resiste a sgomberi e pandemia
Madrid: Lo spazio anarchico La Emboscada è a rischio sgombero
20 dicembre 2019
Ciao compagni!
Scriviamo questa dichiarazione da La Emboscada (Tetuán, Madrid), per informare che lo scorso 17 dicembre un giudice ha ordinato il nostro sgombero precauzionale a seguito di una denuncia fatta da uno dei proprietari dell’edificio in cui è presente lo spazio anarchico occupato La Emboscada.
Secondo questa notifica, lo sgombero potrebbe essere molto vicino, a meno di venti giorni. Considerando queste informazioni, abbiamo deciso di combattere con tutte le nostre capacità per fermare questo sgombero. Dunque chiamiamo, per il giorno dello sgombero, ad un concetramento durante la sera, alle ore 20.00, e contiamo sul vostro supporto. Il luogo del concentramento non sarà pubblico fino all’ultimo istante, quindi ti invitiamo ad avere attenzione.
Abbiamo deciso di non rimanere in silenzio mentre vediamo decine e decine di procedimenti di sgombero sia per spazi abitativi che per centri sociali.
Abbiamo deciso di non arrenderci, né di negoziare con quelle persone che, su tutto, vogliono difendere la loro proprietà privata, perché sappiamo che quest’ultima ricerca solo il profitto individuale di alcuni e che lo Stato difende e sostiene questi già noti vecchi nemici di classe.
Sappiamo che questo caso non è isolato (ci sono anche tutti i fatti precedenti, accaduti nell’ultimo anno) ma risponde ad una normale e funzionante struttura capitalista. Sappiamo che il proprietario non è il diavolo che sfugge alla norma o al buon senso accettati dalla maggior parte dei cittadini. Così abbiamo deciso di affrontare questa situazione come un conflitto in più da affrontare, con tutta la volontà e gli aiuti reciproci che potremmo mettere insieme con coloro che comprendono e sono solidali con la lotta contro il capitalismo, la legge e lo Stato. [Read More]
Rotterdam: Appello per occupare Tweebosbuurt!
Tweebosbuurt è un quartiere nel distretto di Afrikaanderwijk, abitato per lo più da migranti di origine nord africana, e situato a sud di Rotterdam, vicino al centro città. Ci sono quattro blocchi di piccoli edifici che circondano parchi e giardini pubblici.
Questo distretto è stato gentrificato già da anni, principalmente a causa dell’affitto in forte aumento nel resto di Rotterdam che sta favorendo studenti e yuppy a stabilirsi, e poi a rivendicare la pacificazione di uno degli ultimi quartieri vitali rimasti della città.
Il consiglio comunale ha deciso di prendere sul serio questo problema. Il prossimo passo per il completamento della gentrificazione di Afrikaanderwijk è la totale demolizione di Tweebosbuurt. Il complesso comprende un totale di 600 case e negozi, quasi 25000 m2, dove 535 di questi sono proprieta’ di Vestia, un ente privato proprietario e gestore di edilizia pubblica sociale che è incaricato dal consiglio comunale di Rotterdam di trasformare questo pachidermico “piano sociale” in realtà. Vestia è pagata 24 milioni di euro solo per lo sfratto, escluso il prezzo della demolizione e ricostruzione. [Read More]
Milano: La regola del gioco
Al confine sud-ovest della città di Milano si trova il quartiere Lorenteggio/Giambellino.
Edificato in gran parte in epoca fascista è stato, nell’arco di quasi un secolo, meta della migrazione interna imposta al proletariato meneghino dal potere di turno. Sbiadito il ricordo del tempo in cui banditi e sovversivi lo attraversavano come gente del posto, negli ultimi tre decenni è stato trasformato, come altre periferie milanesi, in discarica sociale dove confinare quella parte di proletariato cacciata dal centro e sempre più impresentabile agli occhi della borghesia cittadina.
Ma i tempi cambiano e gli appetiti della città-metropolitana aumentano. Un sontuoso progetto di riqualificazione e rigenerazione oggi guarda a questo pezzo di città. L’espansione continua del centro-città spinge una parte di classe media verso il margine e ne favorisce il flusso continuo di “messa al lavoro” con una sempre più fitta rete di trasporti metropolitani. [Read More]
Milano: Cosa succede in Giambellino?
In quest’ultimo anno si è parlato molto del noto quartiere del Giambellino, anche grazie al libro e al documentario prodotti e promossi dal collettivo Immaginariesplorazioni, che hanno contribuito a far conoscere il valore storico e sociale di quest’area di Milano.
Il quartiere oggi vive tuttavia una serie di problematiche e contraddizioni che, nonostante la ricchezza costituita dalle associazioni e dai gruppi locali, rendono spesso difficile la vita dei suoi abitanti.
Qualche mese fa, ALER ha diramato un comunicato in cui si dichiarava l’intenzione di abbattere le case facenti parte del complesso di edilizia popolare “quartiere Lorenteggio” (situate tra via Giambellino e via Lorenteggio), senza alcun preavviso agli abitanti né altri avvisi da parte del Comune.
Il Quartiere Lorenteggio è un quadrilatero di case popolari, delimitato dalle vie Lorenteggio, Giambellino, Odazio e Inganni. L’area è probabilmente – tra i grandi quartieri di proprietà ALER – l’ultima a non avere usufruito di alcun intervento di riqualificazione negli ultimi 40 anni. Qualche mese fa è girato in rete un documento Aler che definiva “da demolire” 372 alloggi del Quartiere. Tale documento è apparso particolarmente allarmante dato che, essendo evidentemente impossibile demolire selettivamente 372 alloggi del quartiere, per la prima volta sembrava alludere ad una prospettiva di completo abbattimento del Quartiere. [Read More]