Torino: Senza casa non so stare – Benvenuti in via Modane 5

20151205_occupazione-abitativa_via_Modane_5_TorinoSono passate alcune settimane dallo sgombero della palazzina di via Giacinto Collegno. Nonostante la solidarietà del quartiere una decine di famiglie, donne uomini e bambini senza casa o sotto sfratto, fu messa per strada nella totale indifferenza delle istituzioni. Solo proposte tampone (ospitalità presso una palestra della Protezione Civile) e permanenza per poco tempo in strutture di fortuna: questo ciò che seppe offrire il Comune. Un paio di famiglie accettarono ma la stragrande maggioranza rifiutò, nonostante le minacce della polizia, quelle che erano palesi prese in giro.

Da allora queste persone hanno dovuto arrangiarsi per potere avere un tetto sopra la testa, contando solo sulla solidarietà di chi conosce il dramma di una sfratto. Ma oggi, alla vigilia dell’inverno, il rischio di non riuscire ad avere una sistemazione si fa concreto, con auto o garage come unica alternativa. [Read More]

Torino: Sgomberi, diritto alla casa e calamità naturali

20151022_Sgomberato_via_Giacinto_Collegno_TorinoIl recente sgombero della palazzina di via Collegno 37, occupata da poco più di una decina di famiglie sfrattate ributtate in strada da una solerte operazione di polizia, pone l’accento, per la sua genesi, su una serie di questioni.

In casi del genere vengono chiamati in causa una serie di attori con funzioni, di solito, ben precise: ovviamente la proprietà, che richiede l’intervento, Questura, Magistratura, Prefettura e Comune. Ebbene, il primo dato che salta all’occhio e che quest’ultimo, pur dovendo in teoria occuparsi della parte sociale e politica della questione, non viene preso in considerazione e non prende nemmeno in considerazione la possibilità di intervenire incisivamente o di far sentire la propria opinione.

Se prendiamo infatti, per buone le dichiarazione dei vari assessori (in primis Giuliana Tedesco, Assessore alle società partecipate e alla polizia municipale), il Comune sarebbe stato informato dello sgombero solo la sera prima. Quindi, pur sapendo che il peso di una nuova sistemazione sarebbe stata a carico del Comune stesso, questi non ha cercato di far posticipare il tutto per organizzarsi ma ha lasciato agire gli altri attori che, comunque ed è bene ricordarlo, avvertono il Comune solo pro forma, decidendo in autonomia. Un bel cortocircuito.

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Torino: La proposta di casa arriva con lo sgombero e il manganello.

Sgombero_Casa_Bianca_TorinoPotrebbe essere questa la sintesi di un’ordinaria mattinata di sgombero a Torino. Ad essere attaccata è stata Casa Bianca, l’occupazione dei rifugiati che resisteva in Zona San paolo da ormai 7 anni. La casa era stata occupata da decine di rifugiati nel 2008 contestualmente alla più grande occupazione dell’ex clinica di corso Peschiera, poi sgomberata nel settembre 2009. Al momento dello sgombero, che inizialmente doveva riguardare entrambi gli edifici, il gruppo di occupanti di Casa Bianca scelse di non fidarsi della sistemazione proposta dal Comune a quanti vivevano in occupazione (6 mesi in via asti o Settimo Torinese), decidendo di resistere e rimanere nell’occupazione.
Da tempo “intorno” all’occupazione era in corso un contenzioso tra il Comune e la proprietà, in merito alla situazione di degrado e abbandono del vicino palazzo (l’ex clinica) sgomberato appunto 6 anni fa. Nell’ultimo anno lo scarico di responsabilità tra istituzioni e proprietà è approdato all’interno di un tribunale. Il TAR ha unificato diversi ricorsi e con una sentenza depositata il 2 maggio scorso il Tribunale scriveva nero su bianco l’urgenza di “tutelare la proprietà dalle inerzie dell’amministrazione”, liberando lo stabile. Entro 90 giorni dalla sentenza era stato imposto a Comune e Prefettura “l’obbligo di pronunciarsi” sulle misure da adottare per tutelare legalità e proprietà dell’immobile. Questi i presupposti da cui prende le mosse lo sgombero di oggi. [Read More]

Torino: Quando la legalità è solo una forma di violenza – Solidarietà con chi lotta per la casa!

Torino_Quando_la_legalita_e_solo_una_forma_di_violenzaEsiste una legalità che è fatta di violenza e sopraffazione, odio per i più sfortunati e difesa dei privilegi.

Forti di questa legalità stamane decine di poliziotti sono penetrati nella palazzina di via Collegno 37 occupata venerdì scorso da 50 persone, 13 famiglie e 20 bambini.

In nome di questa legalità che è solo violenza si militarizza un pezzo della città e si sbattono per strada uomini e donne con la sola colpa di essere degli sfrattati.

Poliziotti e magistrati preferiscono che la gente stia sotto i ponti, viva in macchina o in qualche garage piuttosto che si prenda cura di un edificio abbandonato. La loro legalità fa tornare un palazzo al degrado e condanna alla strada una decina di famiglie. [Read More]

Torino: sgombero occupazione abitativa in via Collegno 37

La stessa legalità che sgombera a Bologna oggi butta per strada 50 persone e 20 bambini dall’occupazione di venerdì scorso in via Collegno 37. L’irruzione è avvenuta poco prima delle 9 quando gli occupanti stavano aprendo il portone per iniziare il volantinaggio. È guerra contro il diritto alla casa. Le notizie che arrivano da dentro il palazzo occupato sono che le famiglie non vogliono accettare le proposte del Comune di Torino e sono determinate a resistere. La polizia vuole portarli via con la forza. [Read More]

Rom a Torino tra sgomberi, cortei, occupazioni

Sono arrivati all’alba. Uomini e donne in armi, blindati, un elicottero, le ruspe. Un’operazione in grande stile in quello che resta della più grande baraccopoli d’Europa.
Nessuno è stato avvertito. Gli uomini in armi sono entrati nelle baracche intimando di uscire, incuranti dei bambini spaventati, forti dell’arroganza di chi si crede superiore, pieni di disprezzo per gente che la povertà marchia come inferiori.

Gli uomini e le donne del canile municipale catturano i cani. Una donna anziana ci mostra il libretto del suo cane, rubato e deportato al canile. Agli uomini, alle donne, ai bambini va peggio che ai cani. Poche cose vengono salvate mentre i vigili urbani prendono le bombole e le scaricano in aria. [Read More]

Torino: Basta case vuote, basta famiglie senza casa. Benvenuti in via Giacinto Collegno 37

sfrattiA Torino ci sono circa tra i 40 e i 60 mila alloggi vuoti, secondo dati risalenti al 2012. Eppure la città non riesce a soddisfare il bisogno di casa dovuto all’alto tasso di sfratti per morosità incolpevole che, solo nel 2014 ha riguardato oltre 4500 casi.
Torino è una città che è stata colpita duramente dalla crisi e la perdita della casa, per l’incapacità di poter continuare a pagare regolarmente un affitto, è uno dei segnali più significativi. I semplici dati segnalati però dimostrano che le risorse esistono ma evidentemente manca la volontà politica nell’affrontare la situazione.
Assistiamo infatti all’inerzia di una amministrazione cittadina sempre pronta a regalare ampie porzioni di territorio per la speculazione di banche ed immobiliari ma incapace di dare risposte alle migliaia di famiglie sfrattate. Pronta a finanziare progetti come quelli di social housing che dimostrano da un lato tutta la loro inconsistenza e dall’altro la loro inutilità sottraendo fondi all’edilizie residenziale pubblica. [Read More]

Torino: Comunicato del Barocchio Squat

10/10/2015

Il sindaco MontàTura
trasforma il rame in piombo

Questa mattina, con un giorno di ritardo, leggiamo su uno dei giornali più infami di Torino, “Cronaca qua qua qua“, dell’irruzione al comune di Grugliasco da parte degli anarchici appartenenti al “centro socialeBarocchio che avrebbero minacciato il sindaco Montà. Nel pomeriggio poi, sui siti di Repubblica e La Stampa, esce la notizia che il povero sindaco avrebbe trovato 5 bossoli appoggiati sulla propria auto.

Non sembra tutto calcolato? A noi si!

Lunedì sera ci siamo presentati al comune, sapendo che ci sarebbe stata un’interrogazione (in sede consiliare) sulla costruzione della struttura psichiatrica detentiva R.E.M.S, che verrebbe aperta al posto della comunità psichiatrica Barocchio adiacente a tre scuole ed al Barocchio Squat, e del cui progetto è stata tenuta all’oscuro fino all’ultimo la popolazione.

Il sindaco di Grugliasco Roberto Montà, per rispondere a tale interrogazione, non sapendo che pesci pigliare e arrampicandosi sugli specchi, ha subito cercato di deviare l’attenzione verso lo sgombero del Barocchio Squat.
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Torino: Mezcal Squat – La psichiatria cambia il nome ma non il vizio

ev_manicomiMANICOMI GIUDIZIARI, OPG, REMS
LA PSICHIATRIA CAMBIA IL NOME MA NON IL VIZIO!

Nell’Italia di oggi dove questioni importanti come inquinamento, lavoro e scuola sono gestite con la regola aurea nazionale dei tarallucci e del vino. Dove i sedicenti rottamatori di ieri sono diventati i dittatori catodici di oggi. Dove l’essenza de ”Il Gattopardo”: cambiare tutto per non cambiare niente, e’ ben più rispettata della costituzione; in questa Italia, il 1° Aprile 2015 con la legge 81, sono stati chiusi ufficialmente gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.

Ma, in una Repubblica delle banane come questa, una bella notizia nasconde sempre una fregatura. Come i servizi segreti, nella storia del paese, cambiarono solo sigla (SIM,SIFAR,SID,SISDE,AISE) mantenendo intatta la vocazione principale per stragi, depistaggi e collusioni mafiose; anche in questo caso, come vuole la prassi collaudata del trasformismo italico, si passerà dagli OPG alle REMS senza cambiare la sostanza. Chiusi i 6 OPG nazionali, vogliono aprire decine di queste Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza su scala regionale. Cambia il nome ma di fatto si mantiene la coercizione, la pesante sedazione/lobotomia a mezzi chimici sotto lo sbandierato fine di “recupero e cura” degli incarcerati o, come vengono definiti, internati. [Read More]

Torino: Continuiamo a metterci di traverso! Solidarietà al Barocchio Squat

Barocchio_Squat_torinoIn quest’ agosto torinese le dichiarate intenzioni da parte delle istituzioni di sostituire la già esistente struttura psichiatrica di strada del Barocchio di Grugliasco per la creazione di un REMS (ex OPG ospedale psichiatrico giudiziario) e il paventato sgombero della storica occupazione del Barocchio Squat pongono la città in stato di allerta, da un lato per la minaccia di creazione di una nuova istituzione manicomiale che nonostante il cambio di facciata si manterrà sulla scia delle precedenti strutture basate sulla esclusione e sull’isolamento senza via d’uscita, e dall’altro per la difesa di un luogo di libertà che da ventitré anni costituisce un laboratorio di autogestione e di
lotta. [Read More]