Torino – Barocchio Squat in fiamme: Inagibili da sempre

INAGIBILI DA SEMPRE

la volta nel 1990

Il Barocchio squat di Grugliasco è stato occupato 4 volte tra il ’90 e il ’92.

19 persone sono state arrestate nel corso delle manifestazioni di solidarietà, delle azioni contro le autorità responsabili e gli sgomberi, durante i quali lo squat è stato devastato dalle forze dell’ordine.

Ma già dalla prima occupazione gli squatters trovarono l’edificio abbandonato, un rudere. Mancava quasi metà del tetto, la controsoffittatura a vele in cannicciato era crollata in gran parte nella cappella che non aveva neanche il portone, al suo posto due assi in croce. I pavimenti della cascina erano in terra. L’edificio era stato abbandonato negli anni ’60. Lo stabile era inagibile e oggi non ci sarebbe più se gli occupanti non avessero lavorato duramente per anni (due anni per rifare solo tutto il tetto) risanandolo in ogni sua parte. Il terreno incolto circostante è diventato un orto.

Torino: “Non solo un grattacielo” [comunicato da El Paso Occupato]

Non solo un grattacielo.
«Rilancio dello sviluppo. Sicurezza. Riqualificazione del territorio» …

Ma quanto sono belle, caste e pure, queste parole che riecheggiano melodiose da una periferia all’altra di questa città, come pure da una sponda all’altra di tante metropoli in Europa!
Da Berlino a Barcellona, da Parigi a Roma, passando per Torino, in questo scenario d’inizio millennio, sembra imporsi, ineluttabile, la necessità di virtuosistiche trasformazioni urbanistiche.
Parole d’ordine: sottomissione alle leggi del mercato e del consumo, annientamento della diversità, controllo sociale.
E a tal proposito «non solo un grattacielo», recita in un moto di franchezza il sito della Regione Piemonte dedicato alla “vendita promozionale” della propria futura dimora. Un bel grattacielo, 42 piani di morbidezza, con tanto di parco pensile come attico. Un bell’oggettino, che ognuno non potrà esimersi dall’ammirare, da qualsiasi direzione si giunga. Un nuovo simbolo in città, verticale, potente, quei 209 metri di vessillo d’arroganza spudorata del potere, di cui sentivamo tanto la mancanza… 320 milioncini di euro. Un vero e proprio dono, e per nostra fortuna forse il più alto d’Europa, meno male più alto del grattacielo della S. Paolo, ora in corso d’opera nei pressi della stazione di Porta Susa! E sempre dal sito della Regione, la medesima segue a dar spettacolo di sé, informando la popolazione che ben presto tutta l’area verrà trasformata, grazie alla riqualificazione, in un nuovo catalizzatore della vita cittadina. (Ovvero, del come le attuali frontiere del controllo sociale, passino attraverso processi di riprogrammazione urbanistica e architettonica del territorio!). Porgiamo i nostri più sentiti ringraziamenti allo studio dell’architetto Fuksas, che per la modica spesa di 20 milioni di euro (così solo per continuare a dare i numeri), non solo progettò il palazzone, ma a quanto pare ridisegnò anche tutta l’area circostante.
E così, questa avventurosa impresa, concepita da un’idea di Ghigo nel lontano 2001, passata attraverso la Bresso nel 2005, che sembrava destinata a naufragare definitivamente nel 2010 causa tagli del Governo e della nuova giunta Cota, si è infine concretizzata con l’inaugurazione del suo cantiere, avvenuta il 30 novembre 2011.
Da circa un anno, l’invasore si trova nella nostra zona, Mirafiori-Lingotto, a circa 200 metri da El Paso, la casa che occupiamo e che il prossimo 5 dicembre compirà 25 anni di r/esistenza. Alla medesima distanza dal cantiere, adiacente a via Passo Buole, si trova un lembo di verde di proprietà delle ferrovie, anch’esso occupato da alcuni abitanti di zona e adibito ad orti collettivi, feste, grigliate, spazio dove i bambini vanno a giocare…

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Torino: Occupata Via Foggia 28, diretta con Radio Blackout

O per rispondere all’esigenza abitativa di famiglie in difficoltà, o per ravvivare spazi altrimenti destinati all’incuria o alla speculazione, fatto sta che nell’ultimo anno a Torino vi sono state diverse occupazioni di case.

Dopo quella di via Frejus della settimana scorsa, ieri 11 ottobre è stata la volta di via Foggia 28, zona Aurora; si tratta di un grosso stabile, l’ex fabbrica Aspira, nella quale dopo l’utilizzo per un periodo da parte del Comune come spazio artistico, nelle intenzioni del proprietario dovrebbero essere ricavati dei loft.

Questa mattina abbiamo fatto il punto della situazione con una delle partecipanti alla neonata occupazione

Ascolta l’audio:

via foggia

Torino: Nuove “strategie”, vecchie politiche – Resistiamo agli sfratti

E’ di pochi giorni fa la resistenza allo sfratto di Mariuccia e Massimiliano: madre settantenne, dializzata e figlio, fotografo freelance con un numero sempre minore di contratti di lavoro all’attivo. Sono di qualche settimana fa le resistenze agli sfratti di Hedia, del marito e dei loro due figli, di Kader e della moglie che, proprio durante il precedente picchetto antisfratto ha dato alla luce suo figlio e di Nouredinne e della sua famiglia. Tutte storie di persone legate da un comune denominatore: la crisi ha reso difficile sostenere il peso dell’affitto.

Torino: Sfratto, Polizia VS Diritto alla casa

Polizia VS Diritto alla casa: E’ questa la loro democrazia!


Questa mattina in corso Cosenza 142, nella periferia torinese, è stato
eseguito l’ennesimo sfratto che ha costretto per strada un’altra
famiglia vittima della crisi e di politiche sorde ai diritti ed alle
esigenze sociali.

Una trentina di persone e amici solidali nella lotta per il diritto
alla casa si erano dati appuntamento all’alba davanti al portone per
impedire lo sfratto. Armati di striscioni e tamburi si sono opposti
alla raffinatissima strategia militare ordita dalle diaboliche menti
delle forze del disordine.
Diverse camionette sono sopraggiunte da una via laterale e gli
antisommossa sono corsi velocemente all’ingresso. Mentre un
battaglione cercava di farsi strada dalla porta principale, un altro
passava dal retro dove gli astuti digossini, che avevano dormito,
ospitati, nel palazzo, hanno potuto aprire la porta dall’interno.
I resistenti si sono quindi trovati stretti tra due fronti, ed essendo
anche numericamente inferiori sono stati fisicamente spostati
dall’androne con spinte e calci e qualche manganellata.
Il tutto si è concluso con qualche livido e una famiglia con 2
bambini per strada.

Hedia e il marito sono costretti ad arrangiarsi con lavori precari.

A causa della burocrazia e delle norme sempre più restrittive hanno
gravi difficoltà a rinnovare il permesso di soggiorno e questo rende
ancora più difficile la possibilità di accedere a qualsiasi forma di
reddito e di conseguenza a poter pagare l’affitto.
A sua volta l’assenza di reddito rende pressoché impossibile rinnovare
il permesso di soggiorno. Un circolo vizioso che in questa città si tramuta in una gestione del problema casa esclusivamente affidata ai manganelli degli invasati in blu, ad ogni sfratto più arroganti e violenti, irriverenti e razzisti (questa mattina non si sono lasciati sfuggire l’occasione di pronunciare il sempre verde “tornate a casa vostra”).
Non pensino di intimidirci lorsignori… come questa mattina restiamo aggrappati, resistiamo, consapevoli e convinti che il diritto alla casa non è in (s)vendita.

La lotta per i diritti non si ferma.

La casa è un diritto, la dignità non si sfratta.

Torino: 18 Anni di Centro Sociale Gabrio

Programma dettagliato della 3 giorni su http://gabrio.noblogs.org/18-anni-di-gabrio/

18 anni. tanto è passato dalla nascita del CSOA Gabrio. Un tale avvenimento non può che essere ricordato al meglio. Ma per noi non è solo un giusto momento di festa e divertimento da condividere con la città ed il quartiere, San Paolo, di cui ormai siamo parte integrante ed attiva.
In un periodo come questo, dominato da una congiuntura economica che ha la sua cifra nel termine “crisi”, il nostro compleanno vuole essere occasione per rilanciare una serie di pratiche che sono l’essenza del nostro essere soggetto di movimento.

Prima di tutto l’autogestione e l’autorganizzazione come capacità di prendere in mano le nostre vite e dare risposte concrete ai bisogni. Siamo stati solidali in questi anni e lo saremo ancora nei confronti di tutte quelle esperienze che fanno della riappropriazione diretta esercizio quotidiano.
Abbiamo promosso ed appoggiato negli anni occupazioni di stabili abbandonati per dare un tetto e, soprattutto, dignità a soggetti considerati ”deboli” lasciati soli dalle istituzioni. Auguriamo a queste realtà (ben 4 solo in zona San Paolo) di poter festeggiare anche loro tantissimi compleanni.

In 18 anni il CSOA Gabrio ha riconsegnato alla metropoli ed in particolar modo al quartiere uno spazio inutilizzato allestendo e fornendo in maniera solidale e fuori dalle logiche commerciali una miriade di iniziative: dagli sportelli (quello legale, quello per il diritto alla casa, quello per il lavoro) alla palestra popolare con tutti i suoi corsi. E poi la microclinica che fornisce consulenze mediche preziose, l’orto collettivo, la ciclofficina. Senza dimenticare le serate musicali, con proposte mai banali e tese alla promozione di una scena concertistica fuori dai circuiti ufficiali e commerciali. Un modo diverso di intendere la convivialità e lo stare insieme.
Tutto ciò ha portato tra le nostre mura migliaia di persone che ancora frequentano ed amano la nostra “casa”.
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Torino: Ad ogni sfratto una nuova Occupazione – Benvenuti in Via Monginevro 46!

Torino, 19 giugno 2012.
Nella città della crisi, con uno dei più alti debiti procapite, viene portato a termine uno sfratto. L’ennesimo. Vittime una famiglia con due bambini piccoli, non più in grado di sostenere le spese di un affitto perché il lavoro non c’è e non c’è più reddito. Per eseguirlo viene messo in campo un ingente spiegamento di polizia, più di 60 agenti in tenuta antisommossa e vari esponenti della digos. Poco possono fare i solidali presenti, con la violenza e la forza vengono fatti allontanare. Non contenti, i funzionari presenti apostrofano malamente la famiglia, dimostrando insensibilità ed arroganza di fronte ad una tragedia.

Un’altra ingiustizia, 4 persone che per il comune di Torino, gli assistenti sociali, la questura possono andare a stare senza problemi sotto un ponte.

Ma di fronte alla violenza della legge, alla sopraffazione dei più forti non è più il tempo di tacere. Alla crisi c’è chi vuole dare risposte immediate e concrete. Questa famiglia insieme ad altre con lo stesso problema e le stesse difficoltà decide di agire. Con la collaborazione dello Sportello Diritto alla Casa di Zona San Paolo si muovono nella sola maniera possibile. Superando la mediazione delle istituzioni, assolutamente incapaci di porre soluzioni reali all’annoso problema della casa, decidono di occupare una palazzina vuota. Una delle tanta a Torino, che conta quasi 60000 alloggi sfitti, un lusso che questa metropoli non si può permettere.

Via Monginevro 46 è una palazzina inabitata da anni; con una proprietà che vanta interessi corposi in molte attività economiche, TAV compreso. Evidentemente una piccola goccia in un mare di affari ma un luogo concreto per chi lotta per i propri diritti.
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Torino: Su una giornata di resistenza agli sfratti: il campo di battaglia

da macerie

Il campo di battaglia

Non c’è stata una battaglia vera e propria. Ma la costruzione di un grandissimo campo di battaglia, quella sì: disegnato con inseguimenti, comizi volanti, blocchi stradali, barricate di cassonetti, cortei, tamburi e slogan per tutto il giorno per tutta la Barriera di Milano – e un po’ anche in Aurora e a Porta Palazzo.

Da una parte quelle famiglie del quartiere che sono sotto sfratto e che hanno deciso di resistere e resistere ancora e che dalla primavera sono riuscite a rendere quasi impossibile il lavoro agli ufficiali giudiziari in zona; dall’altra la Questura e il Comune che hanno deciso fiaccare la resistenza concentrando gli accessi tutti nella stessa mattina – una al mese – e di usare scudi e manganelli.

All’alba tutte le porte delle famiglie che avevano deciso di resistere sono barricate, con un picchetto sulla strada che le protegge. Ad occhio e croce, tra sfrattati e solidali, sono impegnate centocinquanta persone.

Le truppe sferrano il primo attacco intorno alle sei e mezza, quando arrivano sgommando sotto l’appartamento di via Montanaro di fronte al quale erano dovuti indietreggiare a giugno. Questa volta sono tanti, e determinati, e si trovano davanti un picchetto esiguo. La casa è subito conquistata ma… sorpresa! È vuota. Tanti sforzi per niente: la famiglia in questione è andata a vivere già da qualche settimana, tranquillamente, in una casa occupata della zona. Uno specchietto per le allodole in divisa, insomma, ma pagato caro: tre del picchetto vengono portati in Questura, uno picchiato mentre tenta di allontanarsi.
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Torino Ribelle 4 – Rassegna cinematografica indipendente – 28-29 settembre 2012

L’UNICO FESTIVAL DI CINEMA INDIPENDENTE E AUTOPRODOTTO PROIETTATO SUI MURI DELLA TUA CITTA’

 

da: http://torinoribelle.noblogs.org/

Torino Ribelle è un concorso internazionale di arti visive aperto a tutti e a tutte. Si tratta di una inedita combinazione di cinema, video, azione diretta e occupazione.

Il requisito principale che viene richiesto per accedere al concorso è l’adesione delle opere proposte al tema della rassegna: la RIBELLIONE ALL’INTERNO DELLA NOSTRA ESISTENZA. Questo tema potrà essere sviscerato in ogni sua sfumatura a seconda dei gusti personali di ciascun videomaker.

La proiezione dei lavori avviene in luoghi non convenzionalmente riservati al cinema, nel tentativo di dar vita ad un nuovo percorso attraverso quegli spazi metropolitani che hanno fatto la storia del movimento antagonista torinese. La riappropriazione fisica e simbolica di questi luoghi costituisce la vera ragione di fondo della rassegna.

Puoi trovare tutti i volantini, i promo e il BANDO DI CONCORSO alla pagina Scarica & Diffondi, mentre nella sezione Edizioni precedenti sono riassunte le mirabolanti gesta degli anni passati.

 

Per informazioni, domande o per spedire i tuoi lavori vai alla pagina Contatti – Indirizzi.

 

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Torino – No Way Squat sgomberato

Martedì 12 Giugno, all’alba, la polizia ha fatto irruzione al No Way squat, si sono introdotti sfondando le porte e spintonando gli occupanti barricati al primo piano, non contenti, almeno una decina di agenti alla ricerca di non si sa chi o cosa sono entrati nella stanza di una occupante, filmando e invadendo gli spazi personali, senza alcun riguardo. Una volta allontanati hanno prontamente risposto da machisti autoritari quali sono.

Un’irruzione in pieno stile militarista, con un commando capitanato dagli uomini della digos supportati da celere, commissariato san donato, polizia municipale e vigili del fuoco; Non stiamo a sottolineare i miseri commenti compiaciuti dopo aver sfondato l’ultima porta. A questi difensori della legalità poco importa della sorte degli animali umani e non che stavano sgomberando. Forse nella loro foga adrenalinica in difesa del potere traggono qualche gratificazione personale tramite la sopraffazione di individui che non si piegano al sistema, mentre loro, difensori e alfieri della repressione, nella vita di tutti i giorni altro non sono che complete nullità, che ricevono ordini a cui obbediscono alla cieca alla stregua di automi infarciti da luoghi comuni e mediocrità, senza individualità alcuna! [Read More]