Salonicco: Dichiarazione politica dell’occupazione di Terra Incognita. Appello internazionale alla solidarietà

La mattina del lunedì 17 agosto, lo spazio occupato Terra Incognita viene TEMPORANEAMENTE evacuato dalle forze repressive del neoliberismo. Le forze di occupazione della democrazia invadono l’edificio e per ore effettuano perquisizioni e sequestri. Nei giorni successivi lo squat è ancora aperto, con i poliziotti che TEMPORANEAMENTE festeggiano con la possibilità di violare ogni angolo del nostro territorio liberato.

Per oltre 16 anni, l’occupazione di Terra Incognita è stata un punto di incontro e tribolazione di centinaia di attivisti e attiviste che costituiscono il nucleo della lotta sociale. Con continue riunioni, manifestazioni, interventi, conflitti e scontri, è stata presente nei momenti di lotta contro la violenza dello Stato, contro gli interessi dei monopòli capitalisti, contro il potere violento del fascismo e del patriarcato, contro ogni discriminazione e specializzazione.

Negli ambienti di auto-organizzazione, auto-educazione, solidarietà e mutua assistenza dell’occupazione tutti i “famosi-Sconosciuti” combattenti per la libertà si sono incontrati e si incontrano tuttora. Sono stati costruiti legami di liberazione contro il potere, progetti e operazioni sovversive, sogni che giorno dopo giorno trovavano e trovano ancora sussistenza morale e materiale. L’occupazione da oltre 16 anni costituisce l’impalcatura della lotta multiforme contro ogni tipo di potere e oppressione, senza gerarchizzare e senza distinguere i mezzi che da una parte contribuiscono alla diffusione dei progetti libertari e dall’altra all’organizzazione del contrattacco sociale e di classe. Perché per noi questa è la liberazione. [Read More]

Italia: aggiornamenti sull’arresto di Carla ricercata per l’operazione scintilla

Dopo quasi un anno e mezzo di latitanza, più precisamente dal 7 febbraio 2019 quando venne sgomberato l’Asilo Occupato e prese il via l’operazione Scintilla, Carla è stata arrestata con un mandato d’arresto europeo domenica 23 Luglio a St. Etienne, vicino a Lione. L’operazione è stata portata a termine da una decina di poliziotti armati di fucili d’assalto e appartenenti alla BRI (Brigade De Recherche et d’Investigation) e alla DGSI (Direction Générale de la sécurité Intérieure), i quali l’hanno gettata al suolo, amanettata e caricata in macchina. Con lei erano presenti alcune persone che sono state allontanate e poi lasciate andare senza essere identificate. A quanto sembra Carla era seguita e sorvegliata già da alcuni giorni.

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Roma: Sull’operazione Bialystok

Comunicato dal Bencivenga Occupato:

L’ennesima operazione repressiva anti-anarchica è iniziata all’alba del 12/06/20 nei territori dominati dallo stato italiano, francese e spagnolo. In grande stile, quindi passamontagna e armi spianate, le guardie hanno perquisito diverse abitazione sequestrato il solito materiale e arrestate 7 persone, 5 di loro sono in carcere e 2 agli arresti domiciliari.

Nulla di nuovo sotto il cielo stellato.

Le accuse che lo stato muove contro di loro sono varie, tra cui la solita associazione sovversiva con finalità di terrorismo oltre ad incendio, istigazione a delinquere, ecc..

Ora, non è importante stare dietro ai loro cavilli giudiziari, ma è necessario ribadire che l’azione diretta, il mutuo appoggio, il rifiuto di ogni gerarchia e di tutte le autorità e che la pratica della solidarietà sono espressione della nostra tensione anarchica. [Read More]

Grecia: repressione e resistenza durante la pandemia

In collaborazione con il collettivo dei media anarchici Radio Fragmata, presentiamo il seguente report dalla Grecia sui continui tentativi da parte del Governo che – insieme a imprenditori, polizia e fascisti – cerca di trarre vantaggio dalla pandemia di COVID-19 per intensificare la repressione – e sugli sforzi di anarchici, migranti, prigionieri, lavoratori ribelli e altri per combattere e aprire spazi di libertà.

Questi aggiornamenti sono un adattamento del contributo mensile di Radio Fragmata al podcast “Bad News Report” sulle attuali condizioni in Grecia. Speriamo di sensibilizzare su questa situazione e di far convergere più ascoltatori sul podcast stesso; vi raccomandiamo “Bad News Report” e l’Anarchist/Anti-Authoritarian Radio Network nel suo insieme. [Read More]

Atene: Polizia all’interno dell’Università di Economia. Vancouver squat simbolicamente rioccupata

Tutto è iniziato lunedì 24 febbraio 2020 all’interno della sede dell’Università di Economia di Atene, quando un poliziotto non in servizio e in borghese è sceso dalla bicicletta e ha iniziato a molestare un venditore ambulante migrante che stava fuori dal cancello principale. Il poliziotto è stato notato da degli studenti anarchici a causa dei suoi stivali e del suo casco che portavano le insegne della polizia ed è stato subito affrontato.

Preso dal proprio panico, ha iniziato a correre all’interno dell’area universitaria ed è riuscito a restare intrappolato in un corridoio senza uscita, dove ha puntato una pistola contro gli studenti e con il dito sul grilletto ha minacciato di sparare loro, puntando la pistola per almeno cinque minuti, mentre chiamava disperatamente i suoi colleghi al telefono per venire a salvarlo. Gli studenti, non perdendo la calma, ma allo stesso tempo non facendo un passo indietro, gli hanno chiesto di mettere giù la pistola e di uscire dall’università. Pochi minuti dopo decine di poliziotti antisommossa hanno preso d’assalto l’università e durante l’orario delle lezioni hanno attaccato gli studenti con granate flash bang e gas asfissianti, creando il caos a causa di un poliziotto imbecille che si credeva un cowboy. [Read More]

Atene: Rioccupazione di Villa Kouvelou

Oggi, 22 dicembre 2019, Villa Kouvelou è stata nuovamente occupata assieme a molte persone. Siamo partiti organizzati, abbiamo deciso di fare una manifestazione per le strade di Marousi e nel centro commerciale sempre a Marousi. Dopo la dimostrazione, i poliziotti OPKE e i poliziotti antisommossa (MAT) hanno attaccato senza motivo. Hanno lanciato gas lacrimogeni sulle persone che facevano la spesa nel centro commerciale. La maggior parte delle persone se ne sono andate tutte insieme, ma non c’è immagine né fotografia di questo momento.

[Seguiranno altre notizie con una traduzione completa di questo comunicato].

Il fuoco che abbiamo iniziato non si fermerà mai..
Villa Kouvelou rimane occupata.
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Atene: ¡No Pasarán! Anarchici reagiscono allo sgombero della Villa Kouvelou

Il governo greco è entrato in guerra con anarchici ed antiautoritari, dopo il termine dell’ultimatum di 15 giorni emesso dal Ministero dell’ordine pubblico nei confronti delle dozzine di occupazioni a carattere politico ed abitativo per persone rifugiate situate in tutta la Grecia (alcuni tra questi squat esistono da più di 30 anni), minacciando le occupazioni di sgomberi violenti da parte della polizia in assetto antisommossa e delle altre forze speciali di polizia nel caso non fossero stati abbandonati entro la scadenza imposta. L’ultimatum è terminato giovedì 5 dicembre 2019; una decisione politica dello Stato greco che mira ad agitare e a creare una “atmosfera esplosiva”.

A seguito della prima ondata di attacchi e sgomberi, principalmente rivolti contro le occupazioni che ospitano rifugiati, la seconda ondata di attacchi è appena iniziata, questa volta contro occupazioni politiche e centri sociali. In concomitanza con l’arresto di alcuni antifascisti e con la proposta di assoluzione giudiziaria dei leaders neonazisti nel processo al partito politico Alba Dorata, il governo greco di destra e il suo autoproclamatosi socialista ministro dell’ordine pubblico martedì 17 dicembre hanno proceduto allo sgombero dell’occupazione Villa Kouvelou, situata nel quartiere di Marousi, ad Atene, mentre altri tre squat (Matrozou 45, Panaitoliou 21 e Arvali 3) sono stati sgomberati oggi (18 dicembre), a Koukaki, altro quartiere ateniese, a seguito di una massiccia operazione di polizia che ha terrorizzato un intero quartiere con la brutalità della polizia, attaccando le persone che vivono nelle case adiacenti che non erano occupate. Sono state diffuse nei media immagini brutali di poliziotti greci in assetto antisommossa con gli stivali schiacciati sulla testa di persone a terra e di una madre legata sul pavimento della sua terrazza con un cappuccio in testa, fatti che ricordano le immagini delle torture di Abu Ghraib. [Read More]

Firenze: In solidarietà con l’Asilo occupato

«Non finisce qui, il corteo di Torino è solo l’inizio, ora è il momento per fare partire una lotta serrata che dalle ceneri di questa operazione repressiva faccia nascere un nuovo fiore»

Siamo tutti sovversivi! Solidarietà all’Asilo occupato!

Quella che doveva essere una giornata antifascista e antirazzista per fare luce sui moderni fascismi e le loro declinazioni si è trasformata in un nuovo ed efferato atto di repressione.

Sono anni che difendiamo i quartieri contro la gentrificazione e contro l’imposizione “democratica”, anni in cui si è sviluppata sempre di più una solidarietà per i migranti e sono anni che le istituzioni provano a sminuire l’importanza di questo tipo di lotte.
Ne sono prova i fatti del 7 febbraio quando le centinaia di forze dell’ordine sono entrate in via Alessandria 12 per sgomberare e sigillare l’accesso a L’Asilo occupato. [Read More]

Torino: Allarmismi sguaiati e goffi tentativi di recupero

Sul clima di guerra imposto a Torino un commento del centro sociale askatasuna e del csa murazzi.

A leggere le cronache dei giornali cittadini e le dichiarazioni del Questore Messina sembrerebbe che la nostra città si sia improvvisamente trasformata in una sorta di Kabul sotto le Alpi, con tanto di scorta armata per una sindaca che aveva aperto il suo mandato promettendo di mettere le periferie al centro, ridottasi invece a rincorrere Salvini e la polizia che militarizza per giorni un quartiere che avrebbe bisogno di ben altro.

Il linguaggio utilizzato dal Questore e le immagini che esso evoca, del resto, non lasciano molto all’immaginazione: si giustifica il dispiegamento abnorme di uomini in assetto da guerra con la necessità, si dice, di sventare “un assedio in stile Fort Alamo” e ci si vanta di aver fatto molti “prigionieri” sul campo. Le undici persone fermate nella serata di sabato (e successivamente rilasciate a riprova dell’inconsistenza delle fantasie questurine) vengono usate come ostaggi dei deliri guerreschi di via grattoni, con, tra le altre, la pesantissima accusa di devastazione e saccheggio usata à mo di cauzione giuridica del tutto. [Read More]

Torino: Dentro e dietro quello striscione c’era tutto

E’ ormai passata quasi una settimana dallo sgombero dell’Asilo di via Alessandria, spazio occupato nel lontano 1995. In città si sono susseguiti diversi cortei e appuntamenti di lotta per esprimere con chiarezza che quando si sgombera uno spazio occupato con una storia di resistenza e lotta, non lo si può fare senza pagare un prezzo alto e senza aspettarsi una risposta di degna e determinata rabbia.
Dopo queste giornate ci sono compagni e compagne in carcere che vogliamo subito liberi e libere.
L’inchiesta della magistratura, che costruisce accuse di associazione eversiva per alcune campagne di lotta contro i CPR ed i luoghi di negazione della dignità dei migranti, è stato il pretesto per lo sgombero. L’intera operazione è apparsa da subito come frutto di una rappresentazione studiata a tavolino.
Il massiccio spiegamento di forze dell’ordine, con uomini e mezzi provenienti da altre città, è stato un chiaro messaggio rispetto chi voleva resistere e chi voleva portare solidarietà, ma anche per gli abitanti della zona, ancora oggi militarizzata, con il duplice segnale inviato al quartiere: da un lato quello muscolare, dall’altro quello dell’individuazione di un finto pericolo, un’occupazione, e con essa chi la abita e la rende viva.
Immediato e scontato il consenso delle istituzioni, Sindaca Appendino in testa, tutti impegnati a cinguettare, chi congratulandosi, chi rilanciando e invocando subito nuovi sgomberi. E, come da copione, il Ministro degli Interni ha gongolato convinto di avere un nuovo scalpo caldo per la sua continua campagna elettorale.
Sono state giornate in cui la questura cittadina ha scientificamente messo in campo una durissima repressione contro ogni voce di dissenso. L’abbiamo visto sin dalle prime ore delle sgombero, attraverso provocazioni, aggressioni, caccia al manifestante, sequestri veri e propri durati anche diverse ore. [Read More]