Torino: Fenix occupa al volo. La fenice riprende il volo

20170514_Fenix_occupa_al_voloFENIX OCCUPA AL VOLO
LA FENICE RIPRENDE IL VOLO

Dall’uovo della Fenice nascono le occupazioni a Torino in un’epoca cupa come gli anni ’80. Proprio per questo fu perseguitata e cacciata. Occupata nell’Ottantasei nella prima notte d’occupazione del decennio, durante il plenilunio d’estate, sgomberata di buon mattino, rioccupata due volte nell’Ottantanove (più di 100 processati per il reato di occupazione) e poi ancora. Fenix nidifica nella casetta di corso s. Maurizio angolo via Rossini dal 2002 al 2005, quando viene sgomberata con altre 2 casette dei giardini Irreali per la pulizia pre-olimpica del sindaco Chiamparino. Niente contestatori in centro in periodo olimpico! Ma intanto la Fenice ha fatto le sue autoproduzioni. Passa il messaggio. Già nel 2002 esce Le scarpe dei suicidi il libro nero che mette a soqquadro il vasto mondo degli autoritari e dei poteri più corrotti. La Fenice ci parla di Sole e di Baleno due anarchici occupanti accusati di essere attentatori no tav, entrambi morti detenuti nel ’98. Poi altri ovetti letterari e musicali si schiudono: Tutto per niente su Stirner, la rivoluzione spagnola attraverso la Cronaca appassionata della Colonna di Ferro di Abel Paz, le banlieu in rivolta nel Rogo della vanità, il terzo valico no tav, la Storia del DadA, Un cadavre (André Breton), gli IERI, i Kobra Killer… E le 6 edizioni del festival nomade di cortometraggi autoprodotti TORINO RIBELLE. Ma le uova con la sorpresa più esplosiva sono quelle delle occupazioni che dilagano ovunque, in città e fuori. Chi è stato a contatto con il fuoco della Fenice crea altri spazi di libertà e piacere. Fenix è rioccupata il 25 aprile e il primo maggio del 2006, durante le feste popolari che da allora gli squatter inventano ogni anno. Vedrà più di 50 processati per questi momenti di gioia. Altre esperienze si affacciano in centro sul volo della Fenice, così 4 osservatori ecologici occupati, così la più recente esperienza del Rabel fra la mole e l’università. Intanto la Fenice era volata prima in Barriera di Milano, Fenix2, e poi di nuovo in centro, Fenix3 (l’ex università abbandonata di economia e commercio). Entrambe sgomberate. Sull’ala est di Fenix il graffito mitologico di Torino, dipinto in 2 puntate da Luca Abort immerso in una torma di “impiegati” e già involato sulle ali nere della Fenice, fatto raschiare da Sergio Chiamparino perché non restasse alcuna traccia di vita aliena. Per sottrarla all’uccellaccio di fuoco l’amministrazione PD assegna la casetta di via Rossini ad un gruppetto filogovernativo che la userà per anni, prestandosi ad essere l’ultima ruota dell’ingranaggio della repressione. Ma ora anche questo momento di reazione deprimente è finito. In trent’anni, generazioni di occupanti si sono succedute sull’orbita di Fenix. La Fenice riprende a vivere nel suo habitat. Distribuzione di materiali autoprodotti e antiautoritari, incontri, dibattiti, concerti, assemblee, feste, giochi, Bellavita, restauri della struttura abbandonata e degradata. Ma soprattutto azione diretta e autogestione. E libero svolazzare del pensiero in questo luogo d’incontro. Il nido della Fenice riprende a fiammeggiare nel cuore di Torino. Brucia di passione insieme a noi!

Fenix occupata Torino, 12 maggio 2017

https://distrofenix.noblogs.org/comunicati/fenix-occupa-al-volo/

Torino: Sugli ultimi arresti

La_Lavazza_fa_la_guerraDandovi notizia degli ultimi arresti avevamo accennato alla scomparsa della cassa benefit durante la perquisizione all’Asilo. Ancora oggi, a distanza di qualche giorno, non siamo riusciti a sapere se i soldi sono finiti nelle tasche di qualche poliziotto o carabiniere presente all’operazione, o se invece giacciono insieme ai computer, ai telefoni cellulari e ai vari capi d’abbigliamento portati via, in qualche magazzino di qualche commissariato o caserma torinese regolarmente registrati come oggetti sottoposti a sequestro. Di certo c’è, che in un modo o nell’altro, sono stati presi durante l’operazione di mercoledì scorso e che, in un modo o nell’altro, si tratta di un’iniziativa del tutto inusuale da parte delle forze dell’ordine e cercheremo quindi di capire, e far sapere, quanto prima com’è andata.

Nel frattempo per far fronte alle spese legate alla detenzione dei sei compagni abbiamo attivato un conto corrente di cui vi indichiamo gli estremi: [Read More]

Torino: A maggio, non le rose

20170503_Asilo_Occupato_TorinoSono anni ormai che tra maggio e giugno arrivano le forze dell’ordine all’Asilo occupato e nelle case di compagni e compagne per notificare misure cautelari e arresti. Certo, misure e custodie cautelari non vengono risparmiate neppure nel resto dell’anno ma — ahinoi — a sancire la tradizione pre-estiva ci tengono particolarmente.

Alle 6,30 h di stamane con una buona varietà di mezzi, tra camionette e autovetture, la polizia e i carabinieri (e i ROS) hanno fatto irruzione nell’ex scuola materna di via Alessandria, nell’occupazione di corso Giulio 45, in quella di via Borgo Dora 39 e in alcune abitazioni private per portarsi via Antonio, Giada, Antonio, Camille, Francisco e Fabiola. Alcuni compagni sono saliti subito sul tetto delle case occupate e lì son rimasti fino a operazioni terminate, nel mentre alla spicciolata complici e solidali hanno raggiunto corso Brescia per controllare la situazione e proferire qualche parola velenosa ai signori in divisa e in borghese. [Read More]

Torino: Via Borgo Dora 39 resiste a sfratti e “riqualificazione”

Occupazione_via_borgo_dora_39_TorinoA Torino in via Borgo Dora 39, nel cuore di Porta Palazzo, c’è un palazzo interamente sotto sfratto per iniziativa del nuovo proprietario, l’imprenditore chierese Bartolomeo Manolino, genero dell’ex giocatore del Torino Antonio Comi. Gli inquilini rimasti, che non stanno pagando l’affitto, hanno deciso di organizzarsi con altre persone che in città rischiano di essere buttate per strada. Così insieme lo scorso sabato 17 settembre hanno deciso di continuare a resistere agli sfratti e di aggiungere a questo un tassello in più: occupare gli appartamenti che nella casa sono rimasti vuoti per essere più forti nella resistenza.

L’azione ha incontrato la solidarietà della vicina occupazione di via Lanino e anche di alcuni studenti dell’adiacente scuola Holden, che rappresenta proprio uno dei portati della gentrificazione in atto a Porta Palazzo. Vedremo come questa contraddizione si svilupperà in occasione dei prossimi appuntamenti con l’ufficiale giudiziario… [Read More]

28 Maggio in piazza, autonomi e indipendenti dal teatrino elettorale!

20160528_manifestazione_28 maggio, a pochi giorni dal voto per il rinnovo delle giunte di diversi comuni italiani (tra cui Roma, Milano, Torino, Bologna) diverse realtà di lotta scenderanno in piazza, per portarvi le ragioni delle lotte sociali nei territori come discusso nell’ultimo momento di confronto della rete Abitare Nella Crisi.

Agitazione sul terreno del diritto all’abitare, con la resistenza agli sfratti e agli sgomberi e la difesa delle occupazioni; mobilitazioni del proletariato giovanile e studentesco; lotta nel settore della logistica; mobilitazioni di quartiere e per la difesa dei territori dalla devastazione sociale e ambientale capitalistica. Questi i temi al centro delle piazze, che muoveranno nella convinzione che al centro dell’opposizione sociale c’è in questa fase la necessità di attaccare dal basso l’operazione portata avanti dal governo Renzi e di smontare ulteriormente la fiducia in un teatrino elettorale sempre più inutile quanto a effetti reali sulla vita delle persone. [Read More]

Torino: Lunedì 22 febbario, la lotta per la casa non può essere reato!

sfrattiÈ prevista per oggi la sentenza per 8 persone, uomini e donne, sotto processo per l’occupazione abitativa di via Muriaglio 11, una delle prime occupazioni abitative di zona San Paolo, che da più di 4 anni permette a interi nuclei familiari di vivere con un tetto sulla testa.

Abbandonato da più di 30 anni dai proprietari, questo stabile è stato occupato da sfrattati ed è tornato a nuova vita grazie all’intervento di chi lo ha reso decoroso e vivibile, con faticosi lavori di autorecupero. Ora la “legalità” chiede il prezzo per un atto di dignità, con richieste di condanne e risarcimenti per centinaia di migliaia di euro.

Da un lato proprietari assenti si possono permettere il lusso di lasciare abbandonati per decenni interi stabili, dall’altro le istituzioni, comune in testa non sanno dare risposte all’annoso problema della casa, trasformando un problema sociale in problema di ordine pubblico, con l’intervento di tribunali e magistrati. In mezzo, il dramma di chi perde l’alloggio e viene sbattuto per strada (a Torino più di 4000 sfratti solo l’anno scorso). [Read More]

Torino: Su uno sgombero in zona San Poalo…

20160205_sgombero_Via_Modane_5_TorinoCon rabbia abbiamo assistito allo sgombero dell’occupazione abitativa di via Modane. Rabbia per le decine di poliziotti, carabinieri, DIGOS scesi in campo per buttare nuovamente in mezzo alla strada persone colpevoli solo di aver perso l’abitazione. Rabbia per vedere i vigili del fuoco comportarsi da utili idioti, pronti a diventare zerbini per sfondare porte e portoni, dare una mano così anche loro nel criminalizzare chi lotta per una casa. Rabbia per una magistratura sempre veloce quando c’è da colpire gli ultimi e soffocare la voglia di protagonismo di chi cerca solo una vita degna. Rabbia per le istituzioni, comune in testa, che nella Torino capitale degli sfratti sono incapaci di fornire risorse a chi è colpito dalla crisi.

Per tutti costoro oggi è stata una giornata normale, con una operazione in grande stile una palazzina abbandonata è tornata ad essere pronta per la prossima speculazione, alla faccia di coloro che in questi mesi l’hanno resa vivibile e decorosa. Poliziotti, magistrati, vigili del fuoco si sfregheranno sicuramente le mani per averla “liberata”: la legalità è ristabilita, le speculazioni possono proseguire. [Read More]

Torino: misure cautelari per resistenza a uno sfratto. La lotta per la casa non si ferma

prendocasa_liberiAlle prime ore di questa mattina la Digos ha notificato una serie di ordinanze applicative di misure cautelari ad attivisti dello sportello Prendocasa e occupanti dello Spazio Popolare Neruda di Torino. Sei in tutto i provvedimenti: per tre di loro il giudice per le indagini preliminari ha applicato l’obbligo di firma quotidiano, per altri tre il divieto di dimora nel comune di Torino.

I reati contestati – resistenza aggravata a pubblico ufficiale – si riferiscono a un muro popolare avvenuto alla fine di luglio per impedire lo sfratto di Antonina, una donna di 77 anni che rischiava di essere buttata fuori dall’abitazione in cui ha abitato per più di 40 anni. Dalla mattina decine di compagni, occupanti e solidali allestirono un presidio di fronte all’ingresso dell’abitazione, per impedire all’ufficiale giudiziario e al proprietario di casa (sopraggiunti con fare arrogante) di portare a compimento lo sfratto, riuscendo infine a ottenere un rinvio. [Read More]

Torino: Nuova occupazione del Rabél

Apprendiamo che un nuovo Rabél è stato occupato in Corso Giulio Cesare angolo Lungo Dora Agrigento.
L’invito diffuso è quello di accorrere, festeggiare e partecipare al nuovo spazio liberato.

Aggiornamento: VISTI I RISCHI DI CEDIMENTO STRUTTURALE L’OCCUPAZIONE E’ STATA ABBANDONATA. [Read More]

Torino: Ultimi aggiornamenti sul Barocchio Squat

NESSUNA R.E.M.S NE’ QUI NE’ ALTROVE

Negli ultimi mesi a Grugliasco (TO) e non solo, si è sentito molto parlare di REMS (residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) così chiamata da politici pseudo-democratici e psichiatri carcerieri per ammorbidire agli occhi dell’opinione pubblica quello che realmente sono: galere psichiatriche, dove chi finisce dentro viene spogliato della propria libertà fisica e ancor peggio mentale.

A luglio del 2015 viene alla luce il progetto di costruzione di una di queste strutture proprio nell’edificio adiacente al Barocchio Squat, una casa occupata da 23 anni di ispirazione anarchica, con le intenzioni di allargarla in futuro anche al Barocchio stesso.
Noi fin da subito abbiamo detto chiaramente che non saremmo stati disposti a vivere di fianco a un luogo del genere, un progetto che avrebbe voluto insomma distruggere un posto che da anni pratica e porta avanti autogestione e lotta all’autoritarismo per crearne uno che si basa su detenzione, coercizione e distruzione dell’individuo. [Read More]